Boom della gravidanza surrogata in Italia
Negli ultimi mesi, nel nostro paese, il boom di coppie che si recano all’estero per la pratica della gravidanza surrogata è aumentato
In grande aumento il numero di coppie italiane che si rivolgono a paesi esteri per la pratica della maternità surrogata. Sul finire del 2015, il Parlamento Europeo, ha bocciato la maternità surrogata, in quanto pratica ritenuta puro mercimonio del corpo femminile e lesiva della dignità della donna. Nel maggio 2016, in Italia, viene finalmente approvata la legge sulleunioni civili, ma il tema scottante della maternità surrogata, resta solo argomento di discussioni, contestazioni e dissapori.
Ma le coppie impossibilitate a concepire figli propri non si arrendono davanti alla legge italiana e sempre in numero maggiore si recano in quei paesi esteri che permettono quello che in termini più volgari e spicci viene definito l’utero inaffitto. Tra i paesi europei che permettono tale pratica vi sono, Olanda, Bulgaria, Gran Bretagna e Grecia.
Stando agli ultimi dati, sembrerebbe essere proprio la Grecia uno di quei paesi preferiti dalle coppie che intendono avviare le procedure per tale “metodo”. Tale fatto è indubbiamente legato al basso costo della pratica in terra greca. Da dati provenienti da cliniche ed istituti si è appreso che il costo per una gravidanza surrogata in Grecia non supererebbe i 30 mila euro. Un’inezia, se si pensa che negli USA, una donna per portare avanti una maternità surrogata, potrebbe anche richiedere tra i 130 mila ed i 170 mila dollari
Non sono solo coppie etero ad espatriare per poter avviare la pratica, ma vi sono anche coppie gay e uomini single. Un caso di maternità surrogata che ha suscitato un inutile scalpore nel mondo del web, pochi mesi fa, è stato quello del deputato di SEL Nicki Vendola e del suo compagno, che tramite maternità surrogata, hanno avuto un figlio da una donna indonesiana.
Negli USA starebbero nascendo delle vere e proprie agenzie, esperte in maternità surrogata. Un caso noto, è quello di una donna 40 enne, che dopo aver prestato il suo utero ben due volte, ha deciso di aprire un’agenzia dedicata a coloro che decidono di intraprendere tale pratica.
Lucro, amore verso gli altri? Cosa spinge veramente una donna a prestare il suo corpo, partorire un figlio, per poi darlo a coloro che le hanno chiesto la sua disponibilità? Difficile rispondere, potrebbero essere entrambe le cose a seconda di come la pensi la donna protagonista della “trattativa”. Desiderio vero di maternità e paternità, egoismo? Cosa spinge una coppia, che sia etero o gay, o un single, a rivolgersi ad una donna che li aiuti nell’attuazione de loro desiderio? Difficile rispondere anche a questo. Tutto potrebbe essere. E sono proprio questi diversi modi di pensare a dividere il nostro paese sulla reale necessità di una legge in merito alla maternità surrogata.