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    • 2023/06/30

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    Le tecnologie moderne non si limitano a curare le malattie, ma creano la possibilità di vivere dove un tempo sembrava impossibile.
La sostituzione mitocondriale, la diagnosi genetica, la fecondazione in vitro e la maternità surrogata sono tutti strumenti che trasformano il sogno di una famiglia in realtà.
Contattaci oggi stesso per una consulenza e ti aiuteremo a scegliere il programma di maternità surrogata che ti offre le migliori possibilità di diventare genitore.

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    Le bambine e i bambini sono titolari di diritti civili, sociali, politici ed economici. È stato stabilito oltre 35 anni fa dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata poi dall’Italia nel 1991.

Eppure, ancora oggi, decine di minori nati da progetti genitoriali solidi e regolamentati all’estero, sono privi di un certificato di nascita integralmente trascritto in Italia.

Non si tratta di una semplice formalità: la trascrizione è l’atto che rende certo il rapporto di genitorialità, da cui derivano diritti fondamentali irrinunciabili per il minore.

Ma tutti le bambine e i bambini senza un certificato di nascita integralmente trascritto in Italia sono ignorati dalle istituzioni per il solo fatto di essere nati con tecniche di PMA (procreazione medicalmente assistita), come la GPA (gravidanza per altri), non gradite dal Governo.

Impedire le trascrizioni, in assenza di una legge specifica che le vieti, rappresenta una grave violazione dei diritti dei minori e una punizione indiretta alle famiglie.

Eppure, la legge dice il contrario: la legge 40 del 2004 prevede che tutti i nati da PMA debbano essere riconosciuti dai genitori, biologici o intenzionali, che hanno fatto ricorso a quelle tecniche.

Per questo, nella Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, nata proprio per garantire i diritti di tutti, chiediamo al Governo e alle istituzioni di assumersi la responsabilità di garantire a ogni bambina e bambino il pieno riconoscimento giuridico e affettivo della propria famiglia, senza discriminazioni basate sulle modalità di nascita o sull’orientamento sessuale dei genitori
@Associazione Luca coscioni

    Le bambine e i bambini sono titolari di diritti civili, sociali, politici ed economici. È stato stabilito oltre 35 anni fa dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata poi dall’Italia nel 1991.

    Eppure, ancora oggi, decine di minori nati da progetti genitoriali solidi e regolamentati all’estero, sono privi di un certificato di nascita integralmente trascritto in Italia.

    Non si tratta di una semplice formalità: la trascrizione è l’atto che rende certo il rapporto di genitorialità, da cui derivano diritti fondamentali irrinunciabili per il minore.

    Ma tutti le bambine e i bambini senza un certificato di nascita integralmente trascritto in Italia sono ignorati dalle istituzioni per il solo fatto di essere nati con tecniche di PMA (procreazione medicalmente assistita), come la GPA (gravidanza per altri), non gradite dal Governo.

    Impedire le trascrizioni, in assenza di una legge specifica che le vieti, rappresenta una grave violazione dei diritti dei minori e una punizione indiretta alle famiglie.

    Eppure, la legge dice il contrario: la legge 40 del 2004 prevede che tutti i nati da PMA debbano essere riconosciuti dai genitori, biologici o intenzionali, che hanno fatto ricorso a quelle tecniche.

    Per questo, nella Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, nata proprio per garantire i diritti di tutti, chiediamo al Governo e alle istituzioni di assumersi la responsabilità di garantire a ogni bambina e bambino il pieno riconoscimento giuridico e affettivo della propria famiglia, senza discriminazioni basate sulle modalità di nascita o sull’orientamento sessuale dei genitori
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    Eppure, ancora oggi, decine di minori nati da progetti genitoriali solidi e regolamentati all’estero, sono privi di un certificato di nascita integralmente trascritto in Italia.

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    Eppure, la legge dice il contrario: la legge 40 del 2004 prevede che tutti i nati da PMA debbano essere riconosciuti dai genitori, biologici o intenzionali, che hanno fatto ricorso a quelle tecniche.

    Per questo, nella Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, nata proprio per garantire i diritti di tutti, chiediamo al Governo e alle istituzioni di assumersi la responsabilità di garantire a ogni bambina e bambino il pieno riconoscimento giuridico e affettivo della propria famiglia, senza discriminazioni basate sulle modalità di nascita o sull’orientamento sessuale dei genitori.
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