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Quando la priorità è sopravvivere: malattie oncologiche, trattamenti salvavita e la possibilità di diventare madre grazie alla gestazione per altri
Ricevere una diagnosi di tumore cambia tutto.
Le priorità diventano chiare: curarsi, sopravvivere, guarire.
Ma per molte donne, soprattutto giovani, accanto alla paura per la propria salute nasce un’altra angoscia silenziosa: “Potrò mai diventare madre?”
Le malattie oncologiche, in particolare quando richiedono chemioterapia o radioterapia pelvica, possono compromettere in modo definitivo la capacità di portare avanti una gravidanza.
Eppure, oggi, grazie ai progressi della medicina riproduttiva, la maternità può restare possibile.
Come le terapie oncologiche influenzano la gravidanza
Chemioterapia e radioterapia sono trattamenti essenziali e spesso salvavita, ma possono avere effetti profondi sull’apparato riproduttivo femminile.
In particolare, la radioterapia pelvica può:
danneggiare in modo irreversibile la cavità uterina;
ridurre l’elasticità e la vascolarizzazione dell’utero;
causare fibrosi e cicatrici che impediscono l’impianto embrionale;
rendere pericoloso o impossibile lo sviluppo di una gravidanza.
La chemioterapia, invece, può:
compromettere la funzione ovarica;
causare insufficienza ovarica precoce;
rendere la gravidanza ad alto rischio anche dopo la guarigione.
In molti casi, anche quando le ovaie continuano a funzionare o quando gli ovociti sono stati preservati prima delle cure, l’utero non è più in grado di sostenere una gravidanza in sicurezza.
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