Maternità surrogata: cos’è?

La maternità surrogata permette di diventare genitore anche a chi non riesce a portare a termine una gravidanza, grazie ad una donna che accetta di affrontare gestazione e parto per altri.

Il processo è abbastanza complesso e varia a seconda dei bisogni. Le fasi principali:

  • prendere i contatti con la madre surrogata ed eventuali altri donatori;
  • dopo la fecondazione in vitro dell’ovulo, impiantare l’embrione nell’utero della portatrice che viene assistita per tutta la gravidanza;
  • in prossimità del parto avviare le procedure legali per il riconoscimento formale dei genitori biologici.

In genere per tutto il percorso si fa riferimento ad agenzie e cliniche specializzate.

Maternità surrogata: per chi?

Chiunque desideri un bambino può ricorrere alla maternità surrogata.

Le coppie eterosessuali, se possibile, utilizzano il proprio materiale genetico.

I single e le coppie omosessuali hanno bisogno anche di un ulteriore donatore. Nel caso in cui è l’ovulo a essere necessario, la donna che lo dona sarà diversa dalla portatrice.

Maternità surrogata: dove?

Questa pratica è consentita solo nei paesi che riconoscono la genitorialità a chi trasmette i geni, anche se non ha partorito. In Italia la legge 40/2004 contenente le norme in materia di procreazione medicalmente assistita esclude esplicitamente il ricorso alla surrogazione di maternità oltre che alle tecniche di tipo eterologo.

Sono in aumento i paesi in cui la maternità assistita è permessa. Negli Stati Uniti e in Canada lo è da più tempo: è facile trovare agenzie e cliniche specializzate molto competenti e con anni di esperienza e le procedure giuridiche sono ben conosciute.

Russia, Ucraina e India da poco consentono il ricorso alla gestazione di sostegno, ci sono molte agenzie e cliniche, ma il sistema giuridico pone qualche difficoltà in più rispetto agli stati americani.

I costi variano a seconda delle condizioni, le agenzie più serie di solito rispettano i preventivi. Le cifre sono generalmente molto alte negli Stati Uniti e più contenute, ad esempio, in India. Queste oscillazioni sono dovute a vari fattori tra cui i costi di agenzia, sanitari e assicurativi e i rimborsi alla madre surrogata.

È consigliabile instaurare rapporti diretti con tutte le persone coinvolte, in particolare con la portatrice. È l’unico modo per essere certi che la donna abbia fatto una scelta libera e pienamente consapevole, sia seguita nel migliore dei modi e che i suoi diritti e quelli dell’embrione siano rispettati.

Paesi in cui la maternità assistita è permessa

Stati Uniti

Alcuni stati di questo paese sono i primi al mondo ad aver consentito la pratica della gestazione per altri.
Qui si trovano agenzie specializzate in grado di seguire tutto il percorso. Programmano e monitorano la procedura clinica. Trovano la donna disponibile a realizzare il desiderio degli aspiranti genitori che accetta di farsi impiantare uno o più ovuli fecondati e portare avanti la gravidanza dietro rimborso spese. Si servono di centri clinici specializzati per eventuali donatori di sperma o donatrici di ovuli, che devono preferibilmente essere diverse dalla surrogata.
Le agenzie sono inoltre estremamente accurate nella stesura dei contratti che legano gli aspiranti genitori a sé (contratto di mandato), alla portatrice ed eventualmente ai donatori. In questi stati è consentito alla madre surrogata di rinunciare, ancor prima del parto, ai propri diritti a favore degli aspiranti genitori. Sulla base della rinuncia viene rilasciato il certificato di nascita su cui risultano come genitori quelli biologici (o uno dei due). Questo viene tradotto e munito di apostille –una certificazione che convalida l’autenticità di un documento pubblico per l’uso internazionale – così da poter essere trascritto nei registri dello Stato civile in Italia.
La procedura legale, che deve essere seguita da un avvocato sul posto, è particolarmente sicura negli Stati Uniti dove alcune sentenze hanno già riconosciuto la prevalenza dei genitori biologici rispetto alla portatrice.
In alcuni stati è inoltre possibile per le coppie omosessuali ottenere un certificato di nascita in cui entrambi i partner compaiono come genitori. Il documento, però, ha valore solo nello stato che prevede questa possibilità.

Canada

La maternità surrogata è praticata da molto tempo in Canada.
Anche qui, come negli Stati Uniti, si trovano agenzie specializzate in grado di seguire tutto il percorso. Programmano e monitorano l’intera procedura clinica. Trovano la donna disponibile a realizzare il desiderio degli aspiranti genitori che accetta di farsi impiantare uno o più ovuli fecondati e portare avanti la gravidanza dietro rimborso spese. Si servono di centri clinici specializzati per eventuali donatori di sperma o donatrici di ovuli, che devono preferibilmente essere diverse dalla surrogata.
Le agenzie sono inoltre estremamente accurate nella stesura dei contratti che legano gli aspiranti genitori a sé (contratto di mandato), alla portatrice ed eventualmente ai donatori.
I tempi che separano la nascita dall’ottenimento del certificato sono abbastanza lunghi: è necessario quindi rimanere in Canada per un certo periodo dopo il parto.
La trasmissione del certificato di nascita allo Stato civile è compito dell’ambasciata o consolato del paese dei genitori biologici.
La materia è disciplinata da un’apposita legge e non risultano cause intentate da una surrogata per far valere supposti diritti sul neonato.

Russia e Ucraina

Russia e Ucraina si affacciano ora alla maternità surrogata e a quella assistita. Le agenzie garantiscono un percorso clinico sicuro. Programmano e monitorano tutta la procedura medica. Trovano la donna disponibile a realizzare il desiderio degli aspiranti genitori che accetta di farsi impiantare uno o più ovuli fecondati e portare avanti la gravidanza dietro rimborso spese. Si servono di centri clinici specializzati per eventuali donatori di sperma o donatrici di ovuli, che devono preferibilmente essere diverse dalla surrogata.
La rinuncia ai diritti di madre da parte della portatrice può avvenire solo dopo il parto, ma è possibile stabilirlo con un contratto da sottoscrivere prima della gravidanza.
La trasmissione del certificato di nascita allo Stato civile è compito dell’ambasciata o consolato del paese dei genitori biologici.
Entrambe queste restrizioni possono creare qualche difficoltà in più nel riconoscimento della piena genitorialità genetica.

India

In India la pratica della maternità surrogata è molto recente; questo lascia margini di incertezza, soprattutto giuridica, sul raggiungimento del risultato. La procedura rispecchia più o meno quella degli altri paesi, ma mancano ancora un buon numero di esperienze e testimonianze che consentano un’adeguata valutazione.

Maternità surrogata: per saperne di più

Sulla maternità assistita è possibile trovare molti testi, anche se in Italia è stato scritto ben poco dall’entrata in vigore della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita. Tra i vari saggi in italiano di argomento sia giuridico che etico, vi consigliamo:

Giuseppe Cassano, Le nuove frontiere del diritto di famiglia. Il diritto a nascere sani, la maternità surrogata, la fecondazione artificiale eterologa, Giuffré, 2000

Ines Corti, La maternità per sostituzione, Giuffré, 2000

Carla Faralli e Cecilia Cortesi, Nuove maternità. Riflessioni bioetiche al femminile, Diabasis, 2005

Alicia B. Faraoni, La maternità surrogata. La natura del fenomeno, gli aspetti giuridici, le prospettive di disciplina, Giuffré, 2002

Alcuni spunti interessanti sul tema della maternità surrogata si trovano anche in:

Chiara Lalli, Buoni genitori. Storie di mamme e di papà gay, Il Saggiatore, 2009

In Italia uno degli studi legali di riferimento, per maggiori informazioni e consulenza, è lo studio legale Menzione-Lollini con sede a Pisa e Roma.

EZIO MENZIONE, nato nel 1947, vive e lavora a Pisa. Avvocato penalista, è stato più volte Presidente della Camera Penale di Pisa e difensore in numerosi processi di rilievo nazionale. Da molti anni si occupa di diritti delle minoranze, soprattutto in ragione dell’orientamento sessuale. Sul tema ha pubblicato numerosi articoli e saggi e nel 1996 il libro “Diritti degli omosessuali”. Partecipa regolarmente a convegni e seminari sul tema delle minoranze. Parla correntemente l’inglese.

SUSANNA LOLLINI, nata nel 1957, vive e lavora a Roma. Avvocata, si occupa principalmente di questioni civili, diritto di famiglia in particolare. Fa parte del Gruppo Legale dell’Associazione Famiglie Arcobaleno con il quale segue da anni le questioni connesse alla genitorialità omosessuale. Si occupa di maternità assistita dal 2000.