Essere genitori di gemelli: cosa significa?
I genitori dei gemelli sperimentano stress fisici, psicologici ed economici molto maggiori rispetto ai genitori dei bambini singoli. La situazione si fa più complicata se in famiglia ci sono già altri bambini, di qualche anno maggiori rispetto ai gemelli
Col termine gemelli s’identificano due o più bimbi nati in un singolo parto. I gemelli si distinguono in monozigoti (o gemelli monovulari) e dizigoti (o gemelli biovulari). Esistono anche altri tipi di gemellarità tra cui i gemelli siamesi e i gemelli monozigoti con differente cariotipo, oltre a casi ancora differenti ma più rari.
Gemelli monozigoti e gemelli dizigoti
I gemelli monozigoti derivano da un’unica cellula uovo fecondata da un unico spermatozoo che si divide, nei primi stadi embrionali, dando origine a due organismi separati ma geneticamente identici. La scienza non è ancora in grado di spiegare il motivo per il quale un embrione, in un dato momento del suo sviluppo, opera una divisione. Una delle ipotesi è quella che, riferendosi all’innato istinto di sopravvivenza, ipotizza che lo sdoppiamento avverrebbe per suddividere i rischi e aumentare le possibilità di permanenza in vita qualora si verificasse un danno di natura chimica nei primi giorni dalla fecondazione. Nel caso dei gemelli dizigoti si ha invece la fecondazione di due diverse cellule uovo da parte di due spermatozoi. L’incidenza dei parti gemellari è di circa 1 su 80 (2 gemelli); di essi circa 1 su 4 darà origine ad una coppia di gemelli monozigoti. Sono possibili anche parti plurigemellari: – sono trigemine (3 gemelli) circa 1 su 8.000 nascite; – quadrigemine (4 gemelli) circa 1 su 730.000; – pentagemine (5 gemelli) circa 1 su 65.000.000.
I genitori dei gemelli sperimentano stress fisici, psicologici ed economici molto maggiori rispetto ai genitori dei bambini singoli.
Prendersi cura di due o più bambini della stessa età, richiede una gran quantità di tempo e di fatica, in particolare, l’allattamento al seno di questi neonati diviene molto difficile, e i risvegli notturni dei genitori sono numerosi. La situazione si fa più complicata se in famiglia ci sono già altri bambini, di qualche anno maggiori rispetto ai gemelli.
Naturalmente, quando in una famiglia arrivano dei gemelli, i padri, i fratelli più grandi, i nonni, gli amici, vengono maggiormente coinvolti nella cura dei neonati. Alcune madri ricorrono anche a dei “trucchi” per risparmiare energie, come lasciare i bambini nella culla o comunque ricorrono all’aiuto di persone esterne alla famiglia.
Nonostante ciò, un numero altissimo di madri di gemelli di pochi mesi dichiarava, in uno studio australiano (Hay e O’Brien, 1984), di sentirsi esausta, depressa, e di non avere più tempo per sé stessa.
La presenza simultanea di più bambini della stessa età, può alterare la relazione genitore figlio.
In un importante studio osservativo di Lytton (1980) emergeva che i gemelli, rispetto ai bambini singoli, hanno meno scambi verbali con i loro genitori, ricevono meno comandi, spiegazioni, ed anche meno elogi e manifestazioni d’affetto. Ciò non deve essere interpretato come una mancanza d’amore, ma significa semplicemente, che i genitori hanno minor tempo da dedicare ad ognuno dei figli gemelli.
I gemelli, inoltre, hanno minori interazioni prolungate ed ininterrotte con la madre, essa, infatti, può spostare frequentemente l’attenzione tra i bambini, nel tentativo di dividere equamente il suo tempo tra i figli.
Tuttavia, le coppie di gemelli mostrano spesso una certa coesione: agiscono e giocano insieme e sviluppano un linguaggio tutto loro, estremamente semplificato, distorto e scarsamente comprensibile per gli altri.
Questa “autosufficienza” della coppia, può condurre i gemelli a ricercare meno i contatti con gli adulti