Perché non rimango incinta?

Le problematiche alla base di una momentanea infertilità possono essere molte, dallo stress agli squilibri ormonali, dalle anomalie dell’apparato genitale alle infezioni. Vediamole nel dettaglio. 

In Italia, secondo stime recenti, circa il 15 per cento delle coppie ha problemi di fertilità. Una percentuale che sembra essere destinata ad aumentare sia perché le coppie decidono sempre più tardi di avere figli, sia per fattori ambientali sfavorevoli, come l’inquinamento.

Ma dopo quanto tempo bisogna iniziare a preoccuparsi? L’Oms (l’Organizzazione mondiale della Sanità) definisce infertile una coppia che non è riuscita a concepire dopo 12/24 mesi di rapporti mirati non protetti. Per intenderci, se una coppia dopo un anno di rapporti sessuali regolari (ogni 2 giorni circa) non è riuscita ad avviare una gravidanza significa che è di fronte a un problema di infertilità. Che cosa fare, dunque? La prima cosa è quella di rivolgersi a uno specialista, che passo dopo passo cercherà di individuare la causa che può ostacolare il concepimento e stabilire così la cura più adatta. Le problematiche alla base di una momentanea infertilità, infatti, possono essere molte: vediamole nel dettaglio.

UNA QUESTIONE DI ETA’
Per natura, la fertilità di una donna è al suo apice intorno ai 20-25 anni. Più passa il tempo, più diminuiscono la quantità e la qualità degli ovociti prodotti dalle ovaie. Se, per esempio, a 20 anni una donna ha ogni mese il 35-40 per cento di possibilità di restare incinta con un’attività sessuale regolare, a 30 anni la stessa percentuale scende al 25-30 per cento, per crollare a livelli del 5 per cento circa verso i 40 anni. Con l’avanzare dell’età, infatti, invecchia tutto il corpo, compreso l’apparato riproduttivo. Il passare degli anni, oltre a ridurre il patrimonio ovocitario, aumenta anche la probabilità di produrre ovociti di “bassa qualità” che, anche se fecondati, non riescono a svilupparsi e a dare seguito alla gravidanza.

MENO STRESS!
La maggior parte delle funzioni organiche nel nostro corpo sono comandate dal cervello. E l’ovulazione (cioè, la capacità delle ovaie di rilasciare ogni mese l’ovocita da fecondare) non fa eccezione. L’attività delle ovaie, infatti, è comandata dall’ipofisi, una ghiandola alla base del cranio che è in relazione diretta con l’attività cerebrale. Stati di ansia e tensione, quindi, possono alterare e ostacolare l’ovulazione, fino a bloccarla anche per diversi mesi. Una difesa, questa, che il corpo mette in atto proprio perché “sente” che la donna in quel momento non è pronta ad affrontare una gravidanza. Quando si decide di voler mettere al mondo un bambino, pertanto, una delle prime cose da fare è quella di mettere da parte stress e preoccupazioni (comprese l’ansia e la smania di restare subito incinta) e di vivere il più serenamente possibile la ricerca del bebè. Non a caso, i momenti più indicati per favorire il concepimento sono proprio quelli in cui si è in vacanza,

SQUILIBRI ORMONALI
Dopo un primo colloquio informativo (anamnesi) volto alla raccolta di tutte le informazioni utili sulla salute fisica e psichica della coppia, uno dei primi esami che il ginecologo consiglia alla donna è il dosaggio ormonale. Il medico, in pratica, prescrive un’analisi del sangue per dosare i livelli di alcuni ormoni coinvolti nel funzionamento degli organi sessuali. In caso di un eccesso o di una riduzione dei livelli normali di uno di questi ormoni il medico provvederà a prescrivere il farmaco mirato per correggere il difetto.

La sindrome dell’ovaio policistico (PCO)
Una causa frequente di infertilità femminile in cui spesso si osserva uno squilibrio ormonale è la policistosi ovarica o sindrome dell’ovaio policistico. Leggi di cosa si tratta e come si cura.

L’AGO DELLA BILANCIA
Per quanto possa sembrare strano, un peso eccessivo o la troppa magrezza possono ostacolare il concepimento. Tutto ruota intorno alle riserve di grasso del corpo, utili alla produzione degli estrogeni (gli ormoni femminili). Nelle donne obese, così, si osserva un eccesso di estrogeni, mentre nelle donne troppo magre si ha un livello di ormone insufficiente. In entrambi i casi, comunque, si hanno cicli mestruali irregolari e problemi di fertilità. Prima di iniziare una terapia farmacologica per ripristinare l’ovulazione, quindi, le donne con problemi di obesità o di eccessiva magrezza dovrebbero cercare di tornare a un peso normale. Nella maggior parte dei casi, infatti, il ritorno al peso forma permette al ciclo mestruale di tornare regolare e si riattiva, così, anche la fertilità della donna.

ANOMALIE DELL’APPARATO GENITALE
Difetti o malattie delle tube e dell’utero possono essere la causa diretta di infertilità nella donna. Il ginecologo, con apposite indagini, può individuare, per esempio, malformazioni all’utero (come i fibromi) o occlusioni di una o entrambe le tube che rendono difficile o addirittura impossibile il concepimento per via naturale. In particolare, tra le principali cause di infertilità legata a difetti meccanici dell’apparato genitale troviamo l’occlusione o il malfunzionamento delle tube, l’endometriosi, i polipi e i fibromi uterini e le malformazioni strutturali dell’utero. Leggi di cosa si tratta e come si curano queste anomalie.

INFEZIONI DA CURARE
Talvolta alla base dell’infertilità di una donna può esserci anche un’infezione dell’apparato genitale. Le principali responsabili sono le malattie sessualmente trasmesse (MST), come la sifilide, la gonorrea e il papilloma virus. L’elenco è lungo e comprende oltre 30 malattie che si possono trasmettere con i rapporti sessuali. Una delle più insidiose, però, è l’infezione da Chlamydia. Questo microrganismo, infatti, è molto diffuso nella popolazione e tende a non dare sintomi: senza un esame appropriato, infatti, spesso è impossibile accorgersi di averlo contratto. Se non individuata per tempo, però, l’infezione può compromettere l’endometrio (il rivestimento interno dell’utero che serve a nutrire e accogliere l’ovulo fecondato) e danneggiare le tube di Falloppio (i canali che permettono all’ovocita di raggiungere l’utero una volta uscito dall’ovaio), causando seri problemi alla fertilità della donna. Fortunatamente, però, oggi basta un semplice esame delle urine per scoprire se si è contratto il batterio e intraprendere subito la cura adatta. Di norma, per eliminare la Chlamydia bastano 7-10 giorni di antibiotico.

ANOMALIE GENETICHE
Tra i vari esami volti ad escludere problemi di fertilità il ginecologo può includere anche quelli di tipo genetico, volti a individuare caratteristiche della persona presenti sin dalla nascita. Si tratta di analisi del sangue che permettono di analizzare il tipo e la struttura dei cromosomi della coppia (mappa cromosomica o cariotipo) e di alcuni geni che sembrano poter ostacolare il concepimento. In questi casi, a seconda del difetto riscontrato, si potrà decidere se procedere per via naturale o se passare alla procreazione medicalmente assistita.

NO A FUMO E ALCOL
Cattive abitudini di vita, come il vizio del fumo o il bere troppo, possono ridurre la fertilità della coppia. L’Istituto superiore di Sanità, in particolare, stima che il fumo di sigaretta sia responsabile del 13 per cento circa dei casi di infertilità femminile. Naturalmente, il grado di danno subito sulla fertilità dipende da quanto e da quante sigarette la donna è solita fumare. Già con sole dieci sigarette al giorno, comunque, si osservano alterazioni nell’attività ovulatoria. Le sostanze nocive contenute nel fumo, una volta inalate, riescono infatti a raggiungere l’ovaio danneggiando la qualità dell’ovocita. Non a caso, nelle terapie di fecondazione assistita le donne fumatrici ottengono in media meno successi rispetto alle donne che non fumano. La buona notizia, però, è che se si smette di fumare la fertilità torna nella norma, sempre che non vi siano altre cause alla base del problema.

Anche l’assunzione eccessiva di alcol tende a incidere sulla regolarità dei cicli mestruali e sulla capacità riproduttiva. Nelle donne alcoliste, difatti, spesso si riscontrano l’assenza di ovulazione, la mancanza del ciclo (amenorrea) e una menopausa precoce. Anche un consumo moderato di alcol, però, sembra incidere sulla qualità dell’ovulazione e sulla regolarità dei cicli. In particolare, gli esperti consigliano alle donne di non superare la dose giornaliera di 20 grammi di alcol al giorno, pari a circa 1,5 – 2 bicchieri di vino o birra al dì.

SE DIPENDE DALL’UOMO…
Non sempre le cause dell’infertilità della coppia dipendono dalla donna. Anzi, in un buon 30 per cento circa dei casi l’ostacolo può essere proprio nell’uomo. Si tratta, in pratica, dell’incapacità degli spermatozoi di fecondare l’ovocita per problemi legati alle loro caratteristiche (poco mobili, scarsa quantità, malformati, ecc.) o per problemi all’apparato genitale. Una scarsa qualità o quantità del liquido seminale, per esempio, può dipendere da un’infezione dell’apparato genitale. Vi sono alcuni virus e batteri, infatti che possono alterare la produzione e la qualità degli spermatozoi o provocare infiammazioni alla prostata e all’uretra, rendendo difficile il concepimento. Come per la donna, il microrganismo più rischioso e diffuso è la Chlamydia.

La causa di infertilità, poi, potrebbe dipendere anche da cattive abitudini di vita, come il vizio del fumo, l’eccesso di alcol e l’alimentazione sregolata. Sembra, infatti, che anche l’obesità maschile possa ostacolare il concepimento. Per indagare sullo stato di fertilità dell’uomo il medico, innanzitutto, consiglia di eseguire uno spermiogramma, cioè l’analisi in laboratorio del liquido seminale per valutare attentamente la quantità e le caratteristiche degli spermatozoi. Se necessario, poi, la diagnosi potrà essere integrata, come per la donna, con altri esami, come i dosaggi ormonali, il cariotipo e i test genetici.

QUANDO PENSARE ALLA FECONDAZIONE ARTIFICIALE?
Se le indagini eseguite non hanno portato ad alcun risultato e si è di fronte a un’infertilità inspiegata oppure se dopo 6-12 mesi di terapie non si è raggiunto il successo sperato, è consigliabile affidarsi alla fecondazione artificiale. Scopri quali sono le tecniche di base e le tecniche in vitro, quando si utilizzano e con che possibilità di successo.

http://www.dolceattesa.rcs.it/2012/01/perche-non-rimango-incinta/