La fecondazione eterologa
Argomento delicato e dibattuto da molti punti di vista tra cui quello etico, morale, giuridico ma anche emotivo ed affettivo, aspetti che investono non solo la coppia genitoriale, ma anche lo sviluppo psicologico del futuro nascituro. Si parla di fecondazione eterologa, quando il seme o l’ovulo (ovodonazione) provengono da un donatore esterno alla coppia, tale procedura rappresenta uno dei metodi di fecondazione assistita. Se nella fecondazione eterologa viene donato il seme, si può procedere con la fecondazione intrauterina o la fecondazione in vitro, mentre se è l’ovulo ad essere donato la fecondazione avviene esclusivamente in vitro.
La donazione del seme è una pratica che risale a molto tempo fa, sembra che i primi esperimenti risalgano addirittura all’800. Negli anni ‘70 iniziano a nascere le prime banche del seme, si sperimentano nuove tecniche di congelamento, che nel tempo sono diventate sempre più precise ed affidabili moltiplicando così le possibilità di accesso a queste tecniche e rendendole al tempo stesso più sicure sul piano sanitario. L’ovodonazione, invece, ha una storia molto più recente in quanto si basa esclusivamente sulle tecniche di fecondazione in vitro; essa consiste in un intervento in laparoscopia e dopo un ciclo di stimolazione ormonale, vengono prelevate da una donatrice alcune cellule-uovo che verranno fecondate in vitro con il seme dell’aspirante padre e impiantate nell’utero della madre portatrice. A quel punto comincia una normale gravidanza.
Solitamente chi ricorre ad una ovodonazione sono donne che hanno subito danni alle ovaie in seguito ad interventi di chirurgia, di radioterapia o chemioterapia oppure sono donne che nascono senza o con ovaie poco sviluppate. Inoltre, è indicata a chi ha scarsa risposta alla stimolazione ovarica o ha avuto fallimenti di vari tentativi di metodi di riproduzione assistita. Infine, a chi è stata diagnosticata una insufficienza ovarica prematura o menopausa precoce.
La donazione del seme è indicata nel caso di varicocele, infezioni delle vie seminali, ridotto sviluppo dei testicoli, assunzioni di farmaci, fattori infiammatori ed infettivi che compromettono la pervità delle vie seminali con impedimento alla fuoriuscita degli spermatozoi dal testicolo, ipogonadismo secondario (bassi livelli di testosterone dovute a cause endocrine), fattori immunologici.
Cresce sempre di più il numero di donne che ricorre a questa pratica in età matura, quando ormai i propri obiettivi sono raggiunti e il desiderio di maternità si fa impellente, perchè potrebbe non realizzarsi più. Oltre all’investimento sul piano economico, emotivo e fisico, queste donne si sentono sempre mamme “artificiali” o di “serie B” e avrebbero bisogno di un ambiente accogliente e sostenitivo che le possa aiutare nei momenti difficili. Diventare madre è sempre un passaggio difficile e impegnativo, per questo andrebbe affrontato con il supporto di una rete che non lasci sola la donna, soprattutto quando prima si è dovuto affrontare un percorso complesso come quello della fecondazione eterologa, perché l’impatto con il reale è sempre diverso dall’immaginifico e potrebbe disorientare, confondere e attivare sentimenti ambivalenti.
Lo sapevi che:
Nel 1790 l’anatomista scozzese Dr. John Hunter dichiarò di aver inseminato con successo la moglie di un suo conoscente usando il seme del marito per mezzo di una tecnica artificiale. Nel 1953 fu ottenuta la prima gravidanza con seme congelato, mentre la prima gravidanza ottenuta con ovodonazione risale al 1983 .
In Italia la legge n. 40 del 19 febbraio 2004 vieta la fecondazione eterologa, la crioconservazione degli embrioni e la diagnosi preimpianto ed impone un numero massimo di embrioni da impiantare. Nel giugno del 2005 fu indetto un referendum abrogativo su quattro punti della legge ma solo una modesta percentuale degli aventi diritto al voto si recò alle urne non raggiungendo così il quorum. Il 28 Agosto 2012 la Corte europea dei diritti umani ha rigettato la legge sulla procreazione assistita, ritenendo incoerente il sistema legislativo italiano in materia di diagnosi preimpianto.
La fecondazione eterologa in Germania e in Svizzera viene limitata alle coppie coniugate, ma la legge tedesca prevede che anche le coppie di fatto possano accedervi se c’è l’autorizzazione di una commissione regionale dell’ordine dei medici.
In Norvegia e in Francia non si può ricorrere a seme di donatore se prima non vi è stata un’inseminazione artificiale interna alla coppia rimasta senza esito.
La fecondazione eterologa in vitro è vietata dalla legge svedese, mentre in Germania sono vietate la donazione di ovuli e di embrioni.
In Spagna la donazione eterologa non ha particolari divieti possono accedervi tutte le donne maggiorenni, single e omosessuali. Per le coniugate, è necessario il consenso del marito (a meno che non ci sia una separazione legale o di fatto). Non è fissato un limite di età.
Negli Stati Uniti questa tecnica è oggi largamente diffusa, ed è anche un affare da vari miliardi di dollari all’anno. Le donatrici ricevono in genere circa 7000 dollari, in alcuni casi molto di più.
http://www.diregiovani.it/rubriche/sesso-e-meglio/23583-fecondazione-eterologa-sesso-maternita.dg