Un figlio in provetta, le risposte ai vostri dubbi

Le stimolazioni ormonali fanno ingrassare e causano sbalzi d’umore? Chi si sottopone a pma corre rischi per la salute? Perché ci sono così tanti parti gemellari? Ecco le risposte alle domande che tante donne si pongono prima di ricorrere alla fecondazione assistita.

di Franco Teruzzi

I dubbi attorno alle tecniche di fecondazione assistita sono tanti. Come abbondano luoghi comuni e paure immotivate che spesso frenano le coppie (e soprattutto lei, sulla quale inevitabilmente ricade il compito di ‘rimediare’ a una infertilità di coppia) facendo perdere tempo prezioso. Abbiamo provato a selezionare le domande che tutte le donne, prima di affrontare in modo ‘medicalizzato’ i propri problemi di infertilità, in genere si pongono.

  • Le stimolazioni ormonali hanno effetti collaterali? È vero che fanno ingrassare e causano sbalzi di umore? Le stimolazioni ormonali possono causare disturbi come l’aumento di peso o oscillazioni dell’umore. Sono sintomi che variano da soggetto a soggetto e molto legati al dosaggio. Comunque, e non è scontato che si manifestino. In linea generale, è normale una condizione di ritenzione idrica (che può dare aumento di peso nell’ordine di 1-1,5 kg). Se il peso acquisito è maggiore è perché si possono avere cambiamenti nel desiderio/consumo di cibi particolari, come i carboidrati.
  • La donna che si sottopone a PMA corre rischi per la sua salute futura? Quanti cicli (con stimolazione ormonale) possono essere sopportati dall’organismo senza conseguenze pericolose? Gli studi a disposizione sulle patologie ormono-indotte sono finora rassicuranti. Ma occorrono ancora migliaia di donne da seguire nel tempo per avere numeri che confermino il dato. Precauzionalmente non si consiglia di fare più di 5 super-stimolazioni (quelle in cui si recuperano più di 10 oociti).
  • Dopo i 40 anni quali sono le percentuali i successo? La fertilità nella donna cala poco a poco fino ai 40 anni, ma dopo quell’età il calo diviene repentino fino ai 45 e quindi drastico dai 45 ai 50 circa. Le probabilità di successo della PMA sono strettamente correlate con questo calo e migliorerebbero con la donazione degli ovociti, tecnica proibita in Italia. Dopo i 45 anni la PMA può essere praticata, ma le probabilità di successo diventano esigue.
  • Dopo i 40 anni la PMA è più stressante a livello psicofisico? Lo stress della PMA dopo i 40 anni è sicuramente notevole. La maturità non aiuta a elaborare i fallimenti e ‘il poco tempo’ a disposizione rende tutto più frustrante.
  • Di quanti ovociti dispone una donna nel corso della sua vita? La sovrapproduzione per effetto delle stimolazioni ormonali può portare a una menopausa precoce? Il numero degli ovociti di ciascuna donna è determinato geneticamente. Che le stimolazioni ormonali della PMA possano accelerare il ‘consumo’ dei follicoli e quindi anticipare la menopausa è una paura diffusa e in linea teorica potrebbe avere un fondamento. Gli studi effettuati finora però dimostrano che l’età media in cui si manifesta la menopausa in donne sottoposte anche a più cicli di PMA è attorno ai 50 anni e comparabile con quella delle donne mai sottoposte a stimolazione ormonale. Anche i sintomi menopausali appaiono non correlati alle stimolazioni ovariche (Fonte: K Elder, T Mathews, E Kutner, E Kim, D Espenberg, M Faddy, R Gosden – Impact of gonadotrophin stimulation for assisted reproductive technology on ovarian ageing and menopause – Reproductive BioMedicine Online 2008 Vol. 16 No.5. 611­616).
  • Come ci si può preparare alla fecondazione assistita? Ci sono terapie di contorno che possono favorire l’esito di una PMA. In particolare si consiglia l’assunzione di integratori come l’acido folico e antiossidanti. Anche la pratica dell’agopuntura (fonte : Paulus et al, Fert Ster 2002, 2003 Stener-Victorin Hum Repr 2003) sembra dare effetti positivi nel favorire l’attecchimento dell’embrione. Dopo l’impianto dell’embrione anche una dieta senza alimenti fermentati (pane, pizza, dolci ecc.) può favorire l’attecchimento.