L’utero in affitto rimarrà vietato, ma la Francia ha compiuto un passo importante per riconoscere i figli della maternità surrogata nati all’estero per volontà di cittadini francesi. Questi bambini, finora ignorati dall’amministrazione poiché avevano un certificato di nascita non riconosciuto dalle istituzioni, ora otterranno immediatamente un documento che attesta la loro esistenza e soprattutto un procedimento veloce per la cittadinanza francese.
Lo ha deciso la Corte di Cassazione in una sentenza che viene incontro alle coppie – eterosessuali oppure omosessuali – desiderose di avere un figlio attraverso una madre surrogata. L’avvocato che ha perorato la causa di questi bambini ha parlato di “fantasmi della repubblica”: figli reali di cittadini francesi che però fino a questo momento non potevano ottenere automaticamente una carta d’identità, un passaporto oppure la registrazione al servizio sanitario.
Proprio per questo motivo nel 2014 la Corte europea per i diritti umani di Strasburgo aveva condannato la Francia.
La Corte di cassazione si è espressa sul caso di due bambini nati con la maternità surrogata in Russia, da padri francesi. La corte d’appello di Rennes aveva rifiutato al primo la trascrizione all’anagrafe, al secondo invece aveva dato il via libera. I giudici supremi hanno deciso che invece questi bambini devono ottenere una iscrizione allo stato civile indicando come padre colui che ha riconosciuto il bambino e come madre la donna che l’ha partorito.
Un articolo articolo recente sulla recente sentenza, evidenziano alcuni commenti: Trattasi di una sentenza “storica”, in linea con la tutela del superiore interesse del minore, che rappresenta un precedente rilevante anche per eventuali e già preannunciati, futuri interventi legislativi.
Nella motivazione leggasi: “non è concepibile una discriminazione del bambino fatta derivare dallo stigma verso la decisione dell’adulto di aver fatto ricorso ad una pratica procreativa vietata dal nostro ordinamento: ciò si risolverebbe in una violazione del principio di uguaglianza. Il minore è parte debole ed è un soggetto privo di responsabilità che deve essere tutelato al di là delle modalità con cui è venuto al mondo. Il neonato non può essere considerato un disvalore. Il diritto alla bigenitorialità, anche se i genitori sono dello stesso genere, deve essere riconosciuto ed affermato quale diritto “pieno” del minore”. Articolo completo www.gazzettadellemilia.it/cronaca/costume-e-societa/item/50592-%E2%80%9Cmaternit%C3%A0-surrogata-...... Vedi altroVedi meno