E’ davvero così facile diventare una madre surrogata? (storia raccontata da una donna diventata madre surrogata)

Ho preso la decisione di diventare una mamma surrogata non da sola, ma insieme alle persone che fanno parte della mia vita – la mia famiglia. ho un marito ed un bambino di sette anni. E’ accaduto che mio marito fu coinvolto in un incidente d’auto quindi non ha potuto lavorare per un certo periodo. Sono un’insegnante di scuola e il mio stipendio è troppo piccolo per mantenere una famiglia. Iniziai anche a dare lezioni extra per potermi prendere cura di mio marito infortunato e del mio bambino, tuttavia, non era sufficiente a far fronte a tutte le spese e a mantenere la mia famiglia.  Cosi, iniziai ad interessarmi alla maternità surrogata e a leggere diverse informazioni a riguardo, molti dettagli. Dopodiché, condivisi questi miei pensieri con mio marito. Ovviamente, lui non comprese bene l’idea, e non mi supportava inizialmente. Ma dopo aver discusso della situazione più volte, noi riuscimmo a trovare un compromesso e a raggiungere un accordo: sarei diventata una madre surrogata per una coppia infertile proveniente dall’Europa.

Ebbi subito una buona impressione dopo aver visitato la clinica. Il dottore mi esaminò, analizzò il sangue per eventuali malattie trasmissibili, e mi propose di firmare un contratto.  Tutto questo mi faceva sentire meno ansiosa. Rimasi incinta subito dopo il primo tentativo di FIVET.

Sia i genitori biologici che io eravamo estremamente felici per questa cosa. Ogni mese la clinica accreditava i soldi sul mio conto, secondo gli accordi scritti nel contratto. Inoltre la clinica si è incaricata di tutte le spese di viaggio, delle medicine necessarie e i vari test, ogni volta che visitavo il centro medico per condurre gli esami di routine.

La mia gravidanza proseguiva bene, senza alcuna complicazione. I miei genitori e quelli di mio marito, erano al corrente del programma di surrogazione a cui mi ero sottoposta.  Loro non erano totalmente d’accordo, siccome le persone anziane difficilmente condividono questi metodi.  Ma allo stesso tempo, loro non si opposero. Anzi, i genitori ci dissero che ci avrebbero supportato ed aiutato, se fosse stato necessario. Inoltre aggiunsero: “è la vostra vita, e la vostra scelta”. Sono veramente grata per il loro comportamento e per il loro supporto! Fu molto più difficile spiegare a nostro figlio tutta la situazione. Consultammo  uno psicologo, e lui ci aiutò a rivleare tutte le informazioni nel modo più appropriato e corretto, in modo da evitare di traumatizzare il bambino mentalmente.

Ho trovato il fagiolo nella torta riguardo la mia famiglia. Ogni membro mi ha capita, aiutata e supportata quando ne avevo bisogno, sia fisicamente che psicologicamente. Ho fatto questa scelta per il loro amore, e non lo rimpiango. Durante il periodo di gravidanza, non mi preoccupavo, perché sapevo per chi stavo portando in grembo quel bambino. I suoi genitori erano delle persone molto gentili e piacevoli. Ero sicura che il bambino avrebbe vissuto in una meravigliosa e amorevole famiglia.

 

Dopo la nascita del bambino, I genitori biologici erano cosi felici! Non ci sono parole per descrivere le emozioni, si può capire solo in prima persona. I genitori erano con la loro neonata fin dal primo giorno della sua nascita. Non l’ho mai vista, né avuto alcun contatto. All’inizio ero un po’ giù, per la depressione post parto. Ma la mia amorevole famiglia e lo psicologo, mi hanno aiutato ad affrontare  e a superare quel momento. Adesso mio marito ha iniziato di nuovo a lavorare, nostro figlio frequenta la scuola e prende lezioni di karate (era il suo sogno), e i soldi guadagnati  con la maternità surrogata, li abbiamo spesi per la riabilitazione di mio marito, la ristrutturazione dell’appartamento, ed aiutato i nostri genitori.

Il resto dei soldi li abbiamo depositati in un conto in banca, come investimento per il futuro.

E la coppia per cui sono rimasta incinta, ora ha un bambino stupendo che cresce sano e felice.

Cosi, sono tutti felici.