Maternità surrogata ed etica: blog di Tania Manger, un’indagine interna

Le domande etiche accompagnano sempre le nuove tecnologie ed è una

cosa abbastanza normale. Siamo propensi a valutare i cambiamenti bruschi in modo

critico, chiedersi sempre “e se non va bene?” e “cosa succede dopo?”. Da un lato

questo accade perché siamo geneticamente programmati per aver paura di qualcosa di

sconosciuto; questo costituisce una parte del nostro istinto di autoconservazione. Ma

dall’altro lato l’influenza della chiesa medievale era molto forte ancora poco tempo fa.

E tale fatto spiega come i tanti pregiudizi e paure nel fare un qualcosa di interessante

sono instaurati nell’anima delle persone moderne senza che queste ultime se ne

accorgano.

 

Quanto abbiamo cambiato nel mondo, quanti “peccati” abbiamo fatto

svanire! Abbiamo raggiunto dei traguardi mai immaginati qualche decennio fa! Qui

possiamo ricordare il passaggio delle donne dalle gonne ai pantaloni, la libera scelta

di nome e di professione, il diritto a leggere e a dubitare.

 

Certe cose sono ancora troppo complicate per essere accettate dalla società

mondiale. È difficile da immaginare, però perfino nel 2015 alcuni credono che sia

meglio morire di fame che mangiare cibi geneticamente modificati.

Passando alla mia tesi di oggi, vorrei parlarvi della maternità surrogata.

Non starò solo io a parlarne. Il mio interlocutore è la madre surrogata

Alyona (il nome è cambiato su richiesta dell’interlocutore), una collaboratrice della

clinica ucraina di medicina riproduttiva BiotexCom. Alyona è una giovane ragazza,

ha un diploma di ragioneria. Non è sposata, ha una figlia di 5 anni. Alyona sta

affrontando gli ultimi mesi di gravidanza, dovrebbe partorire fra poco. Secondo i

risultati dell’ultima ecografia è una femminuccia. Ci siamo incontrati nel parco vicino

al parcogiochi dove Alyona viene con la figlia.

 

– Avrei detto una bugia se dicessi che lo faccio per un puro altruismo. La

ricompensa per la maternità surrogata per noi equivale ai miei 100 stipendi. Vuol dire

che non avrei guadagnato questi soldi nemmeno in 5 anni (lo stipendio medio del

ragioniere in Ucraina è 3 000 UAH al mese che sono circa 100 euro). Mia figlia

presto deve andare alla prima elementare e non abbiamo nemmeno una casa di

proprietà. A tal punto ho capito che bisognava fare qualcosa. Ho considerato tutte le

varianti possibili. Sono una ragioniera perciò dopo aver fatto i conti ho realizzato che

la maternità surrogata mi risultava l’opzione piu’ accettabile dal punto di vista sia

morale che materiale. Ma se all’inizio volevo farlo solo per i soldi, adesso ho anche

un’altra motivazione ossia quello di vedere le facce della coppia per cui porto il

bambino molto felici. E ora capisco benissimo che sia un gesto gentile e giusto da

parte mia. A mia figlia ho spiegato che ogni tanto le donne adulte, le madri, hanno dei

pancioni che crescono.

 

Mi chiedete se sarà facile per me rifuitare la bambina? Se ci penserò dopo?

(per qualche minuto Alyona rimane silenziosa, poi parla con una voce sicura. Da ciò

evinco che abbia pensato bene prima di rispondere. Sono fortunata con l’interlocutore,

da le risposte pesate). Sono una madre. Non ci sono bambini estranei per una madre.

Penso a tutti: a coloro che raccolgono i mozziconi di sigarette sotto i balconi, a quelli

che crescono in orfanotrofio… Qui, invece, il caso è diverso. So che questo bambino

sarà amato con tutto il cuore, è un bambino fortunato. Lo consegno alla madre.

Volete sapere se ci penserò anche dopo passati gli anni? Facciamo così: ci vediamo

dopo passato questi anni e ve ne parlerò.

 

Ci mettiamo d’accordo per un eventuale appuntamento fra un paio d’anni.

Ma le informazioni mi servono adesso, quindi trovo una ragazza che conosce una mia

collega e che un anno prima ha concluso con successo il programma di maternità

surrogata. Chiamo. L’incontro mi è stato rifiutato per vari impegni ma accetta di

rispondere alle mie domande per telefono. La prima domanda che faccio è se le

dispiace di aver partecipato e se pensa molto al bambino che ha portato in grembo. “I

soldi mi servivano per mio figlio per fare un intervento. La somma della ricompensa

per il programma mi è quasi bastata, il resto l’ho trovato senza problemi. Dunque non

mi dispiace affatto. Senza questo programma non avrei avuto nemmeno mio figlio”.

Auguro una buona salute al figlio e saluto la ragazza.

 

Che si può dire? Di certo è un caso atipico, ma quanti ne sono delle

famiglie a cui sarebbe vitale una bella somma di soldi in un’unica soluzione? Quanti

problemi quotidiani potrebbero essere risolti? Nel nostro paese ci sono moltissime

famiglie con dei gravi problemi “da risolvere immediatamente”. Probabilmente la

partecipazione nel programma di maternità surrogata è l’unica soluzione per molte

donne in difficoltà quando non c’è la possibilità di guadagnare soldi altrove.

 

Ho ancora una cosa da fare: vado alla clinica BiotexCom, là fissai un

appuntamento con il direttore, secondo tutte le analisi che ho fatto potrei essere una

madre surrogata. Nella borsa ho tutti i documenti necessari. Entro in un edificio

accogliente di 2-3 piani e il mio esperimento inizia qui. Comunico i miei dati al

ricevimento, mi chiedono di mettermi i copriscarpe ed entrare nello studio dove mi

aspetta il direttore. Mi presento e ricevo un questionario. Mentre compilo i campi

vuoti la ragazza inizia la conversazione: “come mai Lei ha deciso di partecipare al

programma?”. Rispondo subito con una frase preparata in anticipo:”una mia amica ha

già partecipato e ha quadagnato parecchi soldi. Anche io vorrei provarci! E poi i

bambini sono talmente carini che non saprei come rifiutarlo dopo ma ho bisogno dei

soldi”. Il direttore subito mi saluta dicendo che il programma non fa per me. In

generale mi interessava proprio questo aspetto. La questione di etica spesso sorge

quando la donna non è pronta moralmente al programma. E invece nei paesi limitrofi

(per esempio in Russia) oltre alle questioni etiche ci sono anche dei momenti legali

secondo cui la madre surrogata ha diritto a cambiare idea e lasciare il bambino.

Qualche volta questo succede per un istinto materno che ariva all’improvviso. Altre

volte per un possibile ricatto. Ma comunque sia, la questione etica di maternità

surrogata in Russia riguarda non solo la partoriente ma anche i genitori biologici.

Invece in Ucraina il lato legale della maternità surrogata è regolato dall’Art.

123-2 del codice della Famiglia Ucraina che dice che i genitori del bambino sono

quelli che hanno fornito il materiale biologico.

 

Per di piu’ all’atto di registrazione del bambino c’è un riferimento del codice

Civile Ucraino, l’Art. 1154\5 di 22.11.2007 che determina i diritti di maternità.

 

Maternità surrogata: informazione breve

Un ovulo donato, fecondato dallo sperma del donatore, viene trasferito

nell’utero della madre surrogata. L’ovulo appartiene sempre ad un donatore anonimo,

la madre surrogata non può dare il suo materiale genetico. Lo sperma è spesso fornito

dal padre, ma è altrettanto possibile scegliere un donatore.