Culle vuote: in Italia sempre meno bebè

Segno meno per le nascite in Italia, lo confermano i dati dell’Istat che hanno messo in evidenza un dato preoccupante: sono sempre meno le nascite registrate nel nostro Paese. Aumentano le culle vuote. Infatti, secondo i numeri dell’istituto nazionale il bollettino demografico relativo ai primi 3 mesi del 2015 riporta 118.498 nati, ossia il 3,71% in meno rispetto allo stesso trimestre del 2014. Secondo gli esperti, se il trend continuerà si prevede una riduzione di natalità quasi doppia rispetto al 2014 e, per la prima volta nella storia, meno di mezzo milione di bebè “classe 2015′”.

Calo della natalità doppia rispetto al 2014

Secondo gli esperti che studiano da tempo l’andamento della29 in Italia, la situazione non è proprio rosea e le culle restano sempre più vuote. Così spiega Italo Farnetani, pediatra di Milano e autore del volume “Da 0 a 3 anni”. “Il primo trimestre del 2015 è indicativo per quanto riguarda l’andamento delle nascite dell’anno. Ebbene, nei primi tre mesi la riduzione di natalità è stata quasi doppia rispetto al 2014, quando già c’era stato un -2,13% (pari a 2.691 nati in meno) rispetto allo stesso periodo del 2013. Un dato poi confermato su base annua: -2,27%”.

Un primato negativo collegato alla crisi

Nel primo trimestre del 2015 i dati hanno registrato 4.568 nascite in meno, che in proiezione diventeranno 19 mila in meno a fine anno 2015. “In tutto, infatti – spiega Farnetani – arriveremo a circa 483 mila neonati nel 2015: per la prima volta saremo sotto quota mezzo milione di nati. Un primato negativo che ritengo sia collegato alla crisi. Se la perdita progressiva di culle “negli ultimi anni era stata compensata solo dagli stranieri, i numeri ci dicono che anche loro fanno meno figli. Nel 2014 i neonati figli di genitori stranieri erano il 14,93% del totale.

Quale futuro per l’Italia?

La buona notizia, però, secondo gli esperti è dietro l’angolo: i dati sui contratti a tempo indeterminato e le assunzioni annunciate con la “Buona scuola” potrebbero spingere le giovani famiglie a pensare di allargarsi e mettere in cantiere un bimbo. “In questo caso – conclude Farnetani – dal momento che il periodo maggiore di concepimento in Italia tradizionalmente coincide con le vacanze di Natale e fine anno, complice anche il mix benevolo di luce e temperature, attorno a settembre-ottobre 2016 dovremmo vedere un’inversione di tendenza rispetto alle nascite”.