Buono a sapersi. Un’esperienza di maternità surrogata

Per le donne che per procreare prendono in considerazione la procedura di maternità surrogata, il miglior modo per approfondire l’argomento è sentire le esperienze dirette di altre donne che hanno già percorso questa strada. Questo aspetto riguarda sia le potenziali madri surrogate (le donne che stanno ancora pensando di partorire un bambino per una coppia infertile) che coloro che non possono, per ragioni mediche, partorire in modo naturale. Quindi per quest’ultime la maternità surrogata è l’unico modo di diventare genitori. Abbiamo chiesto ad una madre surrogata di raccontarci la sua storia di come è andata la sua esperienza e lei con piacere ha accettato di condividere le sue sensazioni.

“Mi è sempre piaciuto essere incinta; ho tre figli e certe volte mi sembra di godere la sensazione di essere incinta. So che non tutte le donne possono provarla e percorrere questa strada, ma per me la gravidanza e il parto sono due processi affascinanti e sorprendenti allo stesso tempo. Ogni parto è una storia nuova. Dopo che diedi alla luce il mio terzo figlio che ha adesso 4 anni, ricordo che dissi sul serio a mio marito che avrei potuto farlo nuovamente. Quando mi capitava di sentire delle donne che hanno problemi con il concepimento, mi facevano sempre pena e mi sentivo triste. Mi rimangono sempre impresse le storie delle famiglie infertili. Mi sentivo perfino in colpa per poter partorire piu’ volte e a qualcuno, invece, non capiterà mai di provare tale felicità.

Comunque sia, un bel giorno capii che potevo sostenere la mia famiglia e allo stesso tempo aiutare un’altra famiglia a realizzare il loro sogno. Dissi a mio marito che mi sarebbe piaciuto diventare una madre surrogata. Lui era d’accordo con me e ha approvato la mia decisione.

Mi disse che era il mio corpo e quindi in primis era la mia scelta. Mia madre e mie sorelle non mi opposero piu’ di tanto, presero la mia idea tranquillamente e senza ostacolarmi. Quando condivisi l’idea con mia madre per la prima volta, mi confessò che stesse già pensando di propormi di valutare la mia eventuale partecipazione a questo programma. Mia madre sa bene che mi piace essere incinta e che non mi reca molto danno la gravidanza.

Mia madre mi disse che ero perfetta per il programma di maternità surrogata. Ho iniziato a studiare questa questione su Internet e così mi sono imbattuta sul sito dove c’era un avviso rivolto a tutte le donne che soddisfacevano certi parametri medici. L’avviso invitava quest’ultime ad un centro di medicina riproduttiva (Ucraina, Kiev).

Così diventai una madre surrogata per la prima volta. Compilai un modulo e inviai la domanda di partecipazione. Mi hanno subito contattata e invitata al centro a fare degli accertamenti medici e analisi. Ho fatto un’ecografia, mi hanno prelevato il sangue per diverse analisi e raccontato tutti i dettagli del programma. Dopo che sono arrivati i risultati di tutti i controlli mi hanno detto che ero in grado di gestare il figlio ad una coppia infertile.

Era una coppia italiana e quando sono venuta a saperlo ero felice che la maternità surrogata e l’aiuto umano non avessero confini geografici. Poco dopo comunicarono che tutto era pronto per l’inizio del programma. I dottori embrionologi hanno usato lo sperma del marito e un ovulo donato (la moglie non era in grado di produrre gli ovuli propri). Dopo hanno trasferito l’embrione nel mio utero per iniziare la gestazione. Ho conosciuto i coniugi nella clinica in presenza del coordinatore del programma (secondo le regole della clinica, la madre surrogata e gli aspiranti genitori devono vedersi solo in presenza del rappresentante del centro). La conoscenza è stata piacevole fin dal primo momento. Ricordo che il futuro padre mi ha detto: “Adesso sia attenta!”. Certamente erano un po’ preoccupati, e in seguito hanno preso cura del mio benessere dove quest’ultimo influenzava direttamente lo stato e la salute del loro futuro figlio.

La coppia che ho aiutato a diventare genitori ha cercato di concepire un figlio per 7 anni. Avevano fatto 6 tentativi FIVET, speso migliaia euro ma tutto senza successo. Allora hanno deciso di ricorrere alla maternità surrogata come l’unica via d’uscita, io sono felice di averli conosciuti. Ero felice perchè ho visto i loro occhi pieni di gioia quando sono rimasta incinta dopo il primo ciclo FIVET.

Per quanto la gravidanza, è stata la mia quarta e la piu’ facile gravidanza: non mi è venuta la tossicosi, tutti gli indicatori erano in norma, non c’erano minacce d’aborto, e mi sentivo bene durante tutti i mesi di gravidanza.

Quando la mia gravidanza era già palese, ho deciso di parlare con i miei figli e spiegare loro cosa succedeva. La mia decisione era di raccontare la verità. Ho detto loro: “Mamma porta un bimbo nella pancia però lui appartiene ad un’altra donna. Ho fatto vedere loro anche le foto prese all’ecografia. I bambini hanno capito tutto e non mi hanno fatto domande.

Questa gravidanza è stata piu’ seguita rispetto alle mie gravidanze precedenti. Appena superate 12 settimane i dottori tirarono un sospiro di sollievo e continuarono a fare i controlli ordinari.

Il giorno piu’ meraviglioso fu il giorno della nascita del bambino. I coniugi arrivarono un po’ in anticipo e nel giorno del parto vennero all’ospedale. Ero molto contenta che i genitori stessero in ospedale durante la nascita di loro figlio siccome potevano starci fin dal primo istante della sua vita. E’ nata una bellissima feminuccia. I genitori erano al settimo cielo. Gli hanno assegnato una camera individuale dove potevano stare con la loro neonata principessa. Le infermiere hanno fatto vedere loro come si fa a darle il latte e badarla e il coordinatore del programma nel frattempo ha preparato tutti i documenti perché la coppia potesse tornare a casa con la bambina senza problemi.

Mi sentivo privilegiata vicino a questa famiglia, ho capito che avevo contribuito alla loro felicità. I primi giorni dopo il parto ho provato dei sentimenti molto diversi. In primo luogo mi dovevo abituare al pensiero che non fosse mia figlia e che non dovessi allattarla. In secondo luogo mi faceva piacere il fatto che avessi potuto compiere un atto di grande umanità nei confronti di questa coppia che era quasi disperata. La famiglia mi ha ringraziata infinitamente. Allora, quando la parte piu’ difficile era nel passato, l’aria era riempita di gioia e felicità.

I coniugi lieti sono tornati in patria già in tre. Ho ottenuto i soldi in ricompensa, ma in piu’ anche delle sensazioni inesprimibili. Ah sì, dimenticavo. Sto per diventare di nuovo una madre surrogata. I dottori dicono che ho una buona salute e posso realizzare un sogno di un’altra coppia infertile. Sono felice”.