Ovulo donato ossia dove il bambino deve cercare le sue origini?

Quando il bambino nasce in modo naturale, cioè il suo concepimento avviene senza l’aiuto di tecniche di fecondazione assistita, capisce bene che la madre è la madre, e il padre è il padre. Questi sono i suoi genitori di sangue, e lui è il successore della famiglia. Invece come devono agire coloro che sono stati concepiti con l’aiuto di ovulo o sperma donati? Dove dovrebbero andare a cercare le sue origini genetiche?

Si sa che la donazione di ovuli è una procedura anonima (in molti paesi europei ivi compresa l’Ucraina). L’anonimato presume che il nome e il cognome e i recapiti telefonici del donatore di materiale biologico si tengano in segreto secondo la legge vigente.

Le coppie che hanno fatto ricorso alle tecniche riproduttive (maternità surrogata oppure ovodonazione) approcciano in modi diverso alla questione di parentela genetica. Innanzitutto bisogna precisare che i clienti della clinica di medicina riproduttiva BioTexCom non manifestano un forte desiderio di trovare le tracce della donatrice di ovuli usati per la FIVET. I coordinatori della clinica rimangono in contatto con molte coppie perfino dopo la fine dei loro programmi e non è mai successo che una famiglia avesse cercato i racapiti dei donatori.

Alcune famiglie decidono di non raccontare proprio del momento così delicato nella storia della loro famiglia. Loro percepiscono il figlio come nativo al 100% nonostante sia stato usato del materiale donato per farlo venire in questo mondo. Quindi decidono di “non far partecipare” una terza persona nel processo di concepimento in quel periodo buio di infertilità che ebbe luogo nella loro vita. È una scelta personale di ognuno di noi se svelare o meno il fatto di partecipazione di una persona estranea. Qualunque scelta facciano i genitori non abbiamo alcun diritto di giudicarla.

Dall’altro lato ci sono famiglie che hanno un altro parere su come agire in questa situazione. Accettano piu’ facilmente gli effetti prodotti dalle tecnologie moderne e non nascondono al figlio il modo che una volta li aiutò ad averlo.

Scegliendo la strada della verità e franchezza, i genitori devono considerare alcuni aspetti importanti come tempestività e correttezza delle parole scelte. Gli psicologi che lavorano con coppie che hanno fatto ricorso alla PMA, consigliano ai genitori di raccontare della maternità surrogata e ovodonazione quando il figlio è capace di accettare e capire queste informazioni. Bisogna scegliere le parole giuste secondo l’età quando il bambino verrà a saperlo. Badate che il bambino abbia capito bene tutte le informazioni e abbia avuto un’impressione giusta.

Per quanto riguarda la questione di dove andare a cercare le origini genetiche in caso volesse farlo, è difficile dare una risposta certa. L’anonimato legale ossia il diritto del donatore di rimanere “segreto” non può essere abolito. Per cui è necessario rispettarlo e non provare a reperire i suoi recapiti. Spesso i donatori hanno famiglie, figli e una vita privata. Ci sono casi in cui la sua famiglia non è a conoscenza del fatto che un loro parente abbia donato degli ovuli. Perciò provando a trovare il donatore, si rischia di distruggere la vita di un’altra persona e attraversare il limite di una vita privata.

Non esitate a spiegare al figlio come lo amate e come lo aspettavate. Siete voi i suoi genitori e gli siete stati vicini dal primo istante della sua vita. Spiegategli il motivo per cui eravate costretti a rivolgervi ad una terza persona per chiedere aiuto.

Dopotutto, è vero quando dicono che “i genitori sono coloro che ti crescono e non coloro che ti mettono al mondo”. Se date amore e tanta disponibilità cercando di essere il piu’ possibile un punto di riferimento per vostro figlio, vedrete che si appoggerà a voi e in cambio vi darà affetto e amore perché ne ha tanto da dare. Avendo una comprensione reciproca non vi chiederete mai piu’ se è vostro figlio o di qualcun’altro. In piu’, i programmi di maternità surrogata e ovodonazione ogni giorno diventano più popolari, e in seguito comunemente accettati, per cui diventa anche piu’ facile spiegare cosa sia la procreazione medicalmente assistita.

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