La Cassazione conferma l’assoluzione della coppia che “affittò” un utero in Ucraina

Confermata dalla Cassazione l’assoluzione di una coppia di coniugi napoletani che erano andati in Ucraina per avere un figlio con la maternità surrogata, tramite una donna che aveva acconsentito a farsi impiantare gli spermatozoi dell’uomo insieme agli ovuli di una donatrice sconosciuta. La pratica è perfettamente lecita in Ucraina e prevede che, dopo il parto, la madre surrogata dia il consenso a che il neonato sia dichiarato all’anagrafe come figlio naturale della coppia “appaltante”.1

Ad avviso della Suprema Corte, anche se in Italia questo “metodo” per diventare genitori rimane vietato nonostante la Consulta abbia allentato i “paletti” attorno al divieto di fecondazione eterologa, il ricorso all’utero in affitto in Ucraina non è perseguibilee la coppia italiana che se ne serve non commette reato.

Così è stato respinto il ricorso della Procura di Napoli che voleva condannare marito e moglie per violazione della legge 40 sulla fecondazione assistita e per falsità in atto pubblico e false dichiarazioni per quanto riguarda le generalità del bambino.

Fonte http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2016/04/05/AS3GFJFC-assoluzione_cassazione_conferma.shtml