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    • 2016/10/26

    Fecondazione in Vitro: il riposo non aiuta l’impianto degli embrioni

     

    Una preghiera indiana recita:

    “Dio dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare;

    il coraggio di cambiare quelle che posso;

    e la saggezza di capirne la differenza.”

    La domanda più frequente che ci viene rivolta al momento del transfer di embrioni dopo una FIVET (Fertilizzazione In Vitro con Embryo Transfer) o un ICSI (Intracytoplasmatic Sperm Injection) è: “Come mi devo comportare? Quali cose posso o non posso fare? Può farmi un certificato per stare a casa dal lavoro?

    Spesso le donne sono terrorizzate che alcune azioni possano provocare la “caduta” o il “distacco” degli embrioni dall’utero.

    Alcune trascorrono il periodo sino al test di gravidanza a riposo assoluto, in casa, magari spinte dal marito o dai familiari e purtroppo ancora molti medici rinforzano questa credenza.

    La realtà è che il riposo non aiuta gli embrioni ad impiantarsi: tutti gli studi e le evidenze scientifiche lo provano senza dubbi.

    Il corpo umano è stato ben progettato e gli embrioni non “cadono” dall’utero perché si starnutisce o si passeggia: la realtà è che l’impianto è ancora un fenomeno in gran parte sconosciuto e c’è poco che noi possiamo fare per influenzare questo evento.

    E’ duro attendere due settimane l’esito di un processo così impegnativo fisicamente e psicologicamente come la FIVET: la tensione è molto forte, qualsiasi piccolo cambiamento fisico viene amplificato; la “reclusione volontaria“ in casa davvero non aiuta.

    Agli albori delle tecniche di fertilizzazione in vitro, quando le tecniche di recupero degli ovociti erano ben più invasive si iniziò a prescrivere il riposo per aiutare il recupero post-chirurgico recupero che avrebbe dovuto, ipso facto, aiutare l’impianto. Poco si conosceva dei misteriosi meccanismi dell’impianto in particolare alla luce delle modeste percentuali di successi dei primi anni.

    Man a mano che le tecniche di recupero ovocitario evolvevano e divenivano meno invasive ci si domandò l’effettiva necessità di imporre un forzato periodo di riposo, di durata variabile sino ai 14 giorni necessari per avere l’esito del trattamento.

     

    In realtà è stato ampiamente dimostrato che il riposo di ventiquattro ore dopo transfer non è associato ad un maggiore successo rispetto ad un riposo di 10 minuti: “le donne, pochi minuti dopo il trasferimento degli embrioni, possono alzarsi, svuotare la vescica, e tornare a casa senza che ciò interferisca con l’impianto. Nessuna restrizione delle abituali attività è necessaria”.

    Nel 2004 il National Institute of Clinical Excellence (NICE) emise questa raccomandazione (grado A): 1.11.9.4 : “Le donne devono essere informate che il riposo dopo il transfer non aumenta le possibilità d’impianto nella fecondazione in vitro“.

    L’esame di quattro studi correttamente randomizzati presi in esame dalla Cochrane Library evidenziava chiaramente che non vi era nessuna differenza nella riuscita del trattamento tra pochi minuti di riposo e un riposo prolungato (OR 1.13;95% CI 0.77 – 1,67), ma anche che non vi era nessuna differenza tra nessun riposo e 30 minuti di riposo (OR 1.00; 95% CI 0,54 – 1,85).

     

    Alimentare il mito che il riposo sia necessario per l’impianto degli embrioni contribuisce a favorire i sensi di colpa delle donne: “è andata male perché ho fatto degli sforzi”; “non ho potuto evitare di andare al lavoro in treno, sicuramente le vibrazioni hanno ostacolato l’impianto…” e a generare maggiore stress in quelle donne che non si possono permettere una lunga astensione dal lavoro. Inoltre stare a riposo, chiuse in casa, aumenta l’ansia dell’attesa del risultato.

    Segnalazioni recenti inoltre ci dicono che le donne che riprendono un’attività fisica moderata hanno più possibilità di gravidanza e di buon proseguimento della stessa rispetto alle donne che rimangono ferme “in cova”.

    Se queste sono le evidenze come mai molti medici e il personale sanitario che si occupa di infertilità è così restio ad abbandonare questo mito e ad applicare al comportamento post transfer i criteri della medicina scientifica? A volte, quando una credenza è tanto radicata, ci vuole un po’ di coraggio, bisogna prendere del tempo a spiegare ed informare, ma alla fine avremo fatto un favore alle nostre pazienti “liberandole” da un periodo di inattività per lo più inutile e forse anche dannoso.

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Quale futuro attende i bambini nati allestero, grazie alla gravidanza per altri, che tornano in Italia dopo lapprovazione della legge Varchi che innesca un conflitto fra legislazioni differenti fra Paesi, ha chiesto Filomena Gallo, avvocata e Segretaria nazionale dell Associazione Luca Coscioni, in un dibattito a Materia Grigia, su Sky Tg24, con Massimo Gandolfini, neurochirurgo, psichiatra e leader del Family Day.

Questa legge di fatto rende due genitori criminali. È una legge che voleva proteggere i bambini, ma che non protegge nessuno. Perché quei bambini nati con la gravidanza per altri hanno una famiglia a cui essere strappati, mentre i loro genitori potrebbero iniziare un percorso con un processo penale a loro carico, Quella famiglia vedrà gli assistenti sociali verificare quanto quei genitori, considerati come due criminali, hanno voluto quei bambini, come li crescono questi bambini, come li amano. Reputo sia una legge ingiusta che colpisce soltanto le famiglie, in primis di coppie dello stesso sesso.

Nel corso della trasmissione dedicata ad aborto, fine vita e gravidanza per altri” è stato anche diffuso un sondaggio effettuato da Youtrend su questioni al centro delle iniziative dellAssociazione. 

Sulleutanasia, per il 73% degli intervistati andrebbe legalizzata. Solo il 14 ritiene debba essere un reato. Sul suicidio assistito, i favorevoli sono il 77%, mentre il 14% è contrario.

Sullaborto, il 44% approva la legge 194 così comè. Il 15% ne limiterebbe lapplicazione, mentre il 35% estenderebbe i casi che lo rendono lecito.

Sulla gestazione per altri, solo il 36% risulta essere totalmente contrario. Il 52% è favorevole (il 28% solo se è portata avanti gratuitamente, il 24% approverebbe tutti i casi).

Quale futuro attende i bambini nati all'estero, grazie alla gravidanza per altri, che tornano in Italia dopo l'approvazione della legge Varchi che innesca un conflitto fra legislazioni differenti fra Paesi, ha chiesto Filomena Gallo, avvocata e Segretaria nazionale dell' Associazione Luca Coscioni, in un dibattito a Materia Grigia, su Sky Tg24, con Massimo Gandolfini, neurochirurgo, psichiatra e leader del Family Day.

"Questa legge di fatto rende due genitori criminali. È una legge che voleva proteggere i bambini, ma che non protegge nessuno. Perché quei bambini nati con la gravidanza per altri hanno una famiglia a cui essere strappati, mentre i loro genitori potrebbero iniziare un percorso con un processo penale a loro carico, Quella famiglia vedrà gli assistenti sociali verificare quanto quei genitori, considerati come due criminali, hanno voluto quei bambini, come li crescono questi bambini, come li amano. Reputo sia una legge ingiusta che colpisce soltanto le famiglie, in primis di coppie dello stesso sesso".

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Clinica BioTexCom — oltre 20 anni di esperienza e più di 50.000 bambini nati grazie a programmi di maternità surrogata e donazione di ovuli. I nostri medici sono esperti riconosciuti dall'associazione europea ESHRE, con più di 20 anni di esperienza in medicina riproduttiva. Ogni paziente per noi è una storia unica. Vi accompagniamo in ogni fase del programma, supportandovi e aiutandovi a fare la scelta migliore per la vostra futura famiglia.
#pma #gpa #fivet #ovodonazione #isci #biotexcom
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