Calmare il pianto del neonato, 15 trucchi che lo riportano al ventre materno
Far provare al bebè le sensazioni alle quali era abituato nel ventre materno è il modo migliore per calmarlo. Come? Attraverso i cinque sensi: tatto, gusto, vista, udito, olfatto. Ecco allora i 15 consigli per far stare bene il bambino elaborati da fitpregnancy.com e categorizzati in base al senso da stimolare.
Che cosa bisogna fare per calmare un neonato? Secondo un recente studio, basta il modo più semplice: ricreare in lui le stesse sensazioni che aveva quando era nell’utero. Perché già allora i suoi cinque sensi funzionavano, e riportarlo alle stesse condizioni può aiutare: pensate che il vostro piccolo è stato per 40 settimane in un luogo tranquillo, caldo e buio, e improvvisamente è stato catapultato in un mondo luminoso, rumoroso e con ampi spazi aperti.
È naturale che il bebè a volte si senta perso, e quindi fargli provare, attraverso tutti e cinque i sensi, le stesse sensazioni alle quali era abituato è, secondo i più recenti studi, il modo migliore per calmarlo.
Come? Ad esempio, se allattate al seno, continuate a mangiare gli stessi cibi di prima, così gli arriveranno gli stessi nutrienti. Oppure usando un ciuccio profumato alla vaniglia. Oppure parlandogli o massaggiandolo tenendolo stretto a voi.
Perché, spiega Lise Eliot, professore associato di Neuroscienze alla Chicago Medical School e autrice di “What’s Going on in There?: How the Brain and Mind Develop in the First Five Years of Life” (“Che succede lì dentro? Come il cervello e la mente si sviluppano nei primi cinque anni di vita”), “i bambini si adattano velocemente alle nuove situazioni, soprattutto quando si dà loro modo di sperimentare le stesse sensazioni alle quali erano abituati nel ventre materno”.
Ecco allora i 15 consigli per farlo stare bene elaborati da fitpregnancy.com e categorizzati in base al senso da stimolare.
1. TATTO
È il primo dei cinque sensi a svilupparsi durante la gravidanza, e i piccoli lo usano per iniziare a esplorare il proprio corpo prima della nascita. Durante il terzo trimestre sono anche in grado di avvertire il tocco della mano della mamma sulla pancia (consigliato a partire proprio da questo periodo, con massaggi leggeri e circolari attorno all’ombelico, per far abituare il piccolo al tocco della mamma).
2. Cullatelo pelle contro pelle
I neonati, spiega la Eliot, “cercano il contatto umano”, e il modo migliore per darglielo è quello di tenerli in braccio pelle contro pelle, un metodo chiamato anche “cura del canguro”. Secondo gli esperti, il contatto del bebè con la pelle nuda della mamma lo aiuta a ricreare le sensazioni del grembo: sente il battito del cuore materno, è a stretto contatto con la mamma e sta al caldo. Secondo uno studio della Vanderbilt University, i bambini cullati a pelle nuda respirano meglio e piangono meno. Anche se a cullarli è il papà.
3. Massaggiatelo
Ogni volta che lo deponete nella culla, fate un massaggino al bebè. Bastano due minuti: appoggiatelo a pancia in giù e massaggiate dolcemente spalle, schiena, braccia e gambe per un minuto. Poi giratelo e per un altro minuto estendetegli e flettetegli gambe e braccia. Questo massaggio lo aiuta a migliorare il tono muscolare e lo calma.
4. GUSTO
Nel secondo trimestre di vita intrauterine, il piccolo assaggia il liquido amniotico che lo circonda. E Julie Mennella, biopsicologa al Monell Chemical Sciences Center dell’Università di Chicago, spiega che “sappiamo che ciò che la mamma mangia (frutta, verdura, ma anche alimenti dal gusto forte come aglio, cipolla e vaniglia) alterano il gusto del liquido amniotico e del latte materno”. Ciò significa che, una volta venuto al mondo, il bebè troverà conforto negli stessi sapori familiari.
5. Continuate con la stessa dieta
Anche dopo il parto, mangiate le stesse cose che mangiavate durante la gravidanza. In questo modo i piccoli, attraverso il latte materno, continueranno a provare le stesse sensazioni gustative.
6. Il ciuccio profumato
Se non allattate al seno, non disperate: potete sempre provare con un ciuccioprofumato alla vaniglia.
7. UDITO
A 18 settimane di gestazione, il feto comincia a udire i suoni, e a 36 settimane ascolta attivamente i rumori attorno a lui. Cioè soprattutto i rumori prodotti dal corpo della mamma: il cuore, la circolazione, la digestione, la voce. E sente ciò che sente la mamma, come ad esempio la voce del papa.
8. Parlate al bambino
La vostra voce familiare, così come il vostro odore e il vostro tocco, è una consolazione per il neonato. I bebè, probabilmente perché somiglia al gorgoglio del sangue che circola in vene e arterie, amano particolarmente anche il rumore bianco (per intenderci: quello della tv quando un canale non è sintonizzato e si vedono puntini bianchi e neri).
9. Tenete basso il volume
Anche se l’udito del bambino è meno sviluppato di quello di un adulto, il loro orecchio è comunque vulnerabile ai rumori troppo forti. Ed è abituato ai suoni ovattati uditi nel ventre materno. Quindi, almeno per i primi mesi di vita, evitate di esporre il bebè a un chiasso eccessivo.
10. OLFATTO
L’odorato del feto si sviluppa a partire da 15 settimane di gravidanza, e nel terzo trimestre annusa odori che ricorderà anche una volta venuto al mondo. Secondo uno studio dell’European Center for Taste Science, i bambini le cui mamme mangiavano biscotti aromatizzati all’anice e alla liquirizia, quando vengono al mondo, per trovare conforto, cercano gli stessi odori. E anche l’odore della pelle della mamma è calmante.
11. La vernice caseosa
Al momento della nascita, il bebè è ricoperto da una sostanza biancastra chiamata vernice caseosa. Chiedete di non rimuoverla completamente: il suo odore sarà per il piccolo un familiare conforto nelle prime ore dopo il parto.
12. Niente profumi
La mamma dovrebbe evitare di mascherare il proprio odore con profumi e deodoranti, per mantenere la profumazione familiare al bambino. E anche quando uscite e lasciate il piccolo a una babysitter, datele un panno con il vostro odore (magari un fazzoletto che avete tenuto nel reggiseno, a contatto con la pelle) in modo che il bebè abbia accanto un odore familiare.
13. VISTA
Gli occhi del feto sono chiusi fino alla 26esima settimana di gravidanza. Ma quando li apre, nonostante il grembo materno sia ovviamente buio, secondo uno studio pubblicato su Developmental Psychobiology, filtra luce sufficiente per permettergli di vedere il movimento delle proprie mani e delle proprie gambe. E, mentre in grvidanza, il piccolo si gira verso le fonti di luce che compaiono nel suo “mondo” all’interno della pancia materna, quando nasce sembra programmato per guardare un’unica fonte di luce: il volto della mamma.
14. Colori brillanti
Un bambino agitato potrebbe semplicemente essere annoiato e aver bisogno di stimoli sensoriali. E i neonati, spiega la dottoressa Eliot, “sostanzialmente sono in grado di distinguere solo i colori brillanti”. Quindi le tinte pastello usate per tutto ciò che fa “neonato”, sono sprecate: i bebè non riescono a distinguere un oggetto colorato con una tinta tenue su uno sfondo in tinta altrettanto tenue, hanno bisogno di colori contrastanti. Quindi un oggetto, per suscitare il loro interesse, dev’essere in colori forti: giallo brillante, rosso, arancione.
15. Contatto visivo
Per calmare un neonato, sospendete qualsiasi altra cosa stiate facendo e piantate i vostri occhi nei suoi. Guardatelo direttamente. La sua vista è sfocata, ma è comunque in grado di capire che la mamma lo sta guardando con tutta la propria attenzione. E la connessione visiva è calmante.