Fertilità maschile in calo, attenzione agli eccessi a tavola e alla sedentarietà
Più difficile diventare padre, pure a causa di stili di vita sbagliati. Importante muoversi, non fumare né bere alcol. E seguire una dieta correttaSOLO il 30 per cento dei maschi europei (dato Eshre) ha una qualità ottimale degli spermatozoi. Il risultato è un crollo della fertilità. I motivi sono tanti: l’esposizione a fattori inquinanti, stili di vita non sani, malattie sessualmente trasmesse, diete scorrette e obesità se è vero, come dimostrano studi dell’Ivi, istituto valenciano di infertilità, che nell’eiaculato di uomini obesi ci sono 9 milioni di spermatozoi in meno rispetto ai normopeso. Talvolta – però – basta poco per riuscire a modificare una situazione compromessa.
Della ricetta per migliorare la fertilità maschile ha parlato, al terzo congresso dell’associazione degli andrologi italiani Assai, che si è appena chiuso a Gallipoli, Eugenio Luigi Iorio, biochimico e presidente dell’osservatorio internazionale dello stress ossidativo. “Gli spermatozoi sono cellule particolari – premette – e hanno bisogno di molti nutrienti. Alcuni sono prodotti direttamente dall’organismo, altri devono essere necessariamente introdotti con l’alimentazione. Gli spermatozoi poi vengono influenzati dall’ambiente e dallo stato di salute della persona: perché un uomo sia fertile la quota di infiammazione deve essere infatti scarsa o nulla, così come deve essere contenuto lo stress ossidativo”.
Lo stress. Stress ossidativo provocato dallo squilibrio tra radicali liberi e antiossidanti. “È proprio questo rapporto che va controllato. I radicali liberi hanno infatti anche un ruolo positivo, perché sono i nostri antibiotici naturali – continua Iorio – ma nello stesso tempo sono molecole instabili, che tendono – per stabilizzarsi – a strappare elettroni ad altre molecole, quali proteine e Dna, danneggiandole. Per prevenire o attenuare l’insulto ossidativo intervengono gli antiossidanti garantendo un equilibrio biochimico e metabolico per il benessere cellulare”.
Cercare l’equilibrio. Come mantenere questo equilibrio? Con un mix di buone abitudini: niente fumo e alcolici, almeno 40 minuti al giorno di passo veloce, evitare contaminanti e ambienti inquinati, dedicarsi tempo per recuperare lo stress della giornata, magari con un buon libro. Infine la dieta. “Buone quantità di verdura a foglia o alghe, frutta, quattro volte a settimana il pesce, preferibilmente azzurro, senza esagerare con quelli di grossa taglia, frutta secca con guscio tre volte a settimana, evitare carboidrati la sera perché fanno alzare il livello di insulina, ridurre i grassi. Carne rossa una volta ogni due settimane, carne bianca anche 1 o 2 volte a settimana, se siete certi della provenienza. Inoltre i nostri legumi, buona fonte proteica, e i cereali come pasta, pane o riso, meglio se integrali”, consiglia Iorio.
Il test. Se gli spermatozoi patiscono stress ossidativo, c’è però anche modo di verificarlo con dei test sul liquido seminale, in aggiunta al normale spermiogramma: la determinazione dei perossidi lipidici nel liquido seminale e il test di frammentazione del Dna. “I perossidi vengono prodotti dall’insulto dei radicali liberi alle membrane cellulari – precisa Lamberto Coppola, segretario Assai – mentre il secondo test serve a capire se lo spermatozoo ha subito danni al suo Dna”. Ovviamente la fertilità può essere pregiudicata anche da patologie. “Le malattie sessualmente trasmesse influenzano negativamente motilità e morfologia
degli spermatozoi – spiega Aldo Franco De Rose, presidente Assai – ma la fertilità è a rischio anche per le prostatiti, che interessano soprattutto i giovani, per l’assunzione di alcolici e anche per le irregolarità intestinali”.