TUTTI I NOVE MESI DELLA TUA GRAVIDANZA

La gravidanza è un momento magico ricco di nuove sensazioni, molte domande e spesso risposte contraddittorie.

E’ molto importante rivolgersi a degli specialisti in caso di dubbio e documentarsi per quanto riguarda ogni fase della gravidanza, per viverla nella maniera più serena e consapevole possibile.

Analizziamo ora le fasi principali della gravidanza e le domande più frequenti che possono sorgere riguardo a questa esperienza, che è una delle più importanti nella vita di una donna.

TUTTI I NOVE MESI DELLA TUA GRAVIDANZA

UN PO’ DI NUMERI PER CONCEPIRE UN BAMBINO

Il periodo adatto a concepire un bambino è in prossimità dell’ ovulazione, che generalmente avviene a metà del mese biologico della donna. Se il vostro ciclo dura mediamente 30 giorni calcolate come periodo utile per avere rapporti sessuali finalizzati al concepimento i giorni dal dodicesimo al diciottesimo.
La gravidanza dura poco più di nove mesi, per la precisione dieci mesi lunari, ovvero quaranta settimane esatte: per calcolare la data presunta del parto dovete conoscere quale è stato il giorno in cui sono cominciate le ultime mestruazioni, in quanto solo in rari casi si conosce la data dell’ ovulazione (ad esempio se è stato eseguito un monitoraggio con ecografia o con stick, o nel caso di fecondazione assistita).

spermatozooLa data del rapporto sessuale non coincide necessariamente con il concepimento, in quanto lo spermatozoo può rimanere vitale fino a 6 giorni. Calcolate quaranta settimane dalla data dell’ultimo ciclo, ad esempio se l’ultimo ciclo risale al 10 maggio la data presunta del parto sarà a metà di febbraio dell’anno successivo.

Il regolo ostetrico o alcuni siti web riportano un calcolatore automatico, semplice da utilizzare.

Gravidanza con l’influenza. Cosa fare?

Tenete conto del fatto che un anticipo sulla data del parto è molto comune, quindi i bambini che nascono fino a 21 giorni prima della data presunta del parto non sono da considerare prematuri; altrettanto comune è il ritardo sulla data prevista, in questo caso va effettuato un monitoraggio delle condizioni del bambino ed il parto andrà indotto entro le 42 settimane di epoca gestazionale, ecograficamente accertata.

IL RITARDO DEL CICLO

Rispetto alla data in cui dovrebbe arrivare il ciclo si può parlare di ritardo già quando questa data viene superata, a questo punto sarete già incinte di quattro settimane, anche se ancora non lo sapete. I test di gravidanza che si trovano in commercio sono piuttosto attendibili e si possono utilizzare già dopo soltanto un giorno di ritardo se il vostro ciclo è generalmente molto puntuale. Se effettuate il test nei primissimi giorni di ritardo ci possono essere risultati cosiddetti “falsi negativi“: la placenta con l’inizio della gravidanza comincia a produrre degli specifici ormoni (il famoso beta-HCG) che vengono individuati nelle urine solo oltre una certa concentrazione.

Ripetete quindi il test dopo alcuni giorni oppure fatevi prescrivere dal vostro medicocurante gli specifici esami del sangue, che sono attendibili al 100%.
In alcuni casi già dopo pochi giorni dal ritardo mestruale, potreste cominciare ad avere alcuni sintomi particolari, come ad esempio la nausea mattutina, la grande stanchezza, il seno congestionato. Questi sintomi sono propri, anche se in forma meno accentuata, anche della fase premestruale, pertanto da soli non fanno diagnosi di gravidanza, se non in presenza di test positivo.

LO SVILUPPO DEL FETO

Per vivere serenamente tutte le fasi della gravidanza è utile informarsi preventivamente su lo sviluppo del fetoLo sviluppo del feto quelli che saranno i cambiamenti del feto e del corpo della futura mamma nel corso delle settimane. Esistono molti libri dedicati all’argomento che possono essere letti in parallelo al procedere della gravidanza. Esistono anche molti siti che approfondiscono l’argomento e che possono essere un valido alleato nei momenti in cui l’ansia cresce (sempre a causa degli sbalzi dei livelli ormonali) e ci si pongono molte domande: le risposte di esperti e di persone che hanno già vissuto la vostra esperienza possono essere molto utili sia dal punto di vista pratico e fornirvi risposte esaurienti, sia dal punto di vista psicologico aiutandovi a tranquillizzarvi, in attesa di porre le stesse domande al ginecologo, che sta seguendo la vostra gravidanza.

Non procede in maniera uniforme ma privilegia inizialmente la lunghezza per concentrarsi sul peso solo nelle ultime settimane. Non dovete nemmeno preoccuparvi troppo se la crescita non rispetta totalmente le tabelle di riferimento, si tratta di dati medi e quindi ogni bambino può avere uno sviluppo diverso a seconda della predisposizione genetica, del sesso, e di molti fattori variabili, anche in assenza di patologie. L’importante è che sia rispettato il centile della crescita, che deve mantenersi approssimativamente sugli stessi livelli, senza improvvisi cali o accelerazioni.

PESI E LUNGHEZZE DEL FETO

Vediamo in che ordine avviene lo sviluppo del feto:

  • Terza settimana:
    l’embrione si impianta nella parete dell’utero, ha le dimensioni di una capocchia di spillo.
  • Quarta settimana:
    si visualizza la camera gestazionale in utero.
  • Quinta settimana:
    cominciano a formarsi cuore, cervello ed altri organi fondamentali.
  • Sesta settimana:
    l’embrione misura circa 6-7 millimetri. La crescita è di circa 1 millimetro al giorno. Il cuore comincia a battere ed è già possibile visualizzarlo durante l’ecografia come uno sfarfallio ritmico. Potrà essere ascoltato dopo le 10 settimane, al fine di evitare l’utilizzo della metodica Doppler, che comporta una maggiore emissione di energia con gli ultrasuoni.
  • Ottava settimana:
    la testa ha già assunto la dimensione preponderante sul corpo, si formano bocca e orecchie, mentre gli arti si allungano e cominciano a definirsi le dita di mani e piedi.
  • Undicesima settimana:
    il feto misura circa 5 centimetri dal vertice del cranio all’osso sacro. I genitali hanno una forma distinta, anche se in questa fase è molto difficile valutarne l’aspetto ecografico e quindi fare una diagnosi attendibile del sesso.
  • Tredicesima settimana:
    il feto può deglutire, avere il singhiozzo e urinare, ma soprattutto si possono distinguere i primi movimenti nell’utero, che tuttavia la madre solitamente ancora non avverte.
  • Sedicesima settimana:
    i reni cominciano a funzionare, e a produrre una quantità significativa di urina, che diventa il liquido amniotico, in cui nuota il feto. Se il feto è in buona posizione, è possibile identificarne il sesso. Il feto è lungo circa 16-18 cm dalla testa al tallone.
  • Diciottesima settimana:
    comincia a formarsi uno strato di grasso sotto la pelle, si definiscono le unghie di mani e piedi.
  • Ventesima settimana:
    i movimenti sono sempre più frequenti e vigorosi, ed iniziano ad essere avvertiti dalla madre. Il feto pesa intorno ai 250 grammi.
  • Ventitreesima settimana:
    il bambino può cominciare a sentire i suoni del mondo esterno, d’ora in poi imparerà a conoscere e riconoscere la vostra voce e il vostro battito cardiaco. D’ora in poi è possibile stimolarlo ascoltando musica.
  • Ventiseiesima settimana:
    il bambino riesce a percepire la luce e i suoni forti lo infastidiscono, adesso è lungo mediamente 33-34 centimetri.
  • Ventottesima settimana:
    gli occhi si aprono e si chiudono, i polmoni si stanno sviluppando velocemente, cambiano le proporzioni tra testa e corpo con un maggiore sviluppo del corpo.
  • Trentunesima settimana:
    la pelle sta assumendo le caratteristiche finali, il bambino ora misura mediamente 41 centimetri.
  • Trentaquattresima settimana:
    il bambino può respirare autonomamente, e aumenta di peso anche di 30 grammi al giorno. I movimenti possono cambiare come intensità e frequenza, si alternano fasi di sonno e di attività. E’ molto importante la percezione dei movimenti fetali da parte della madre, come parametro di benessere del bambino.
  • Trentacinquesima settimana:
    il bambino dovrebbe essersi girato ed aver assunto la posizione utile al parto con la testa verso il basso. Il bambino misura ora circa 46-47 centimetri.
  • Trentottesima settimana:
    tutto è pronto per il parto, anche la pelle ha assunto il colorito roseo e il bambino può decidere di nascere in qualunque momento.
  • Quarantesima settimana:
    nelle ultime settimane il bambino raggiunge la lunghezza di circa 50 centimetri, con un peso di 3-3,2 kg (dati che variano in funzione di sesso e fattori genetici).

QUANDO RIVELARE LA GRAVIDANZA

A fronte del desiderio di dire a tutti che aspettate un bambino, esiste in molti casi il timore, spesso immotivato, che rendere partecipi le persone che vi circondano e vi vogliono bene possa essere fonte di ansia di tutti nel caso in cui si presentino dei problemi oppure nel caso di un aborto.
Un periodo ragionevole in cui tenere la notizia soltanto per sé sono i primi tre mesi, che di fatto sono quelli in cui si concentra il maggior numero di aborti spontanei, che riguardano purtroppo il 20-25% di tutte le gravidanze. La pancia ancora non è nemmeno accennata e quindi non sarà difficile nascondere il vostro stato.

La legislazione italiana vi tutela dal licenziamento, pertanto se lavorate in condizioni, che possano compromettere il corretto esito della gestazione (ad esempio impieghi in fabbrica a contatto con sostanze tossiche, orari notturni, esposizione a possibile contagio infettivo) comunicate al più presto il vostro stato, presentando l’apposito certificato, redatto dal vostro ginecologo.

SINTOMI INDESIDERATI E VOGLIE

Il sintomo più noto associato alla gravidanza è la nausea che in genere si manifesta al mattino, a volte accompagnata anche da vomito. Fortunatamente non è un sintomo che colpisce tutte le donne ed in genere passa una volta concluso il primo trimestre.
Un altro sintomo molto frequente associabile alla nausea è l’aumento della sensibilità verso certi odori, soprattutto se intensi: in questo caso non è possibile fare molto se non evitare il contatto con la fonte odorosa in questione.
Altro sintomo comune è la tensione del seno dovuta al repentino ingrossamento, infatti il seno è il primo a cambiare forma e dimensioni: cercate di non utilizzare reggiseni troppo contenitivi e cambiate la taglia di reggiseno in accordo con la sua crescita, privilegiando i tessuti naturali e traspiranti.

Un sintomo tipico della gravidanza sono anche le voglie, quegli strani desideri di un cibo particolare che possono presentarsi in qualunque momento del giorno e della notte, anche verso alimenti che prima della gravidanza non vi piacevano affatto: niente paura, dipendono dagli ormoni e l’unico modo di conviverci è di assecondare le voglie con moderazione, evitando comunque in ogni caso cibi dolci e molto calorici.
Tutte queste situazioni possono manifestarsi durante la gravidanza ma possono anche non essere presenti, per una questione di sensibilità personale e di diversa reazione alla situazione, dobbiamo sempre ricordare che siamo tutti un po’ unici quindi non esiste una gravidanza identica ad un’altra, anche nella stessa donna.

IL PESO CHE E’ GIUSTO ACQUISTARE

Il peso giusto in gravidanzaSarà opportuno tenere sotto controllo il peso perché tutto il peso che eccede i dieci kilogrammi di aumento sarà soltanto un inutile ingombro che nulla ha a che fare con la gravidanza e saranno quelli i kg più ostici da perdere dopo la gravidanza. Inoltre, un eccessivo aumento ponderale si associa con il rischio di patologie ostetriche, quali diabete gestazionale, ipertensione, e rischi di esiti avversi per la gravidanza.
Considerate come corretto un aumento finale di dieci- dodici kilogrammi di cui una metà nei primi sei – sette mesi della gravidanza e la seconda metà nell’ultimo periodo quando il bimbo cresce di peso e dimensioni molto velocemente.

Questi dieci kg sono mediamente così composti:

  • 3-4 kg peso del bambino
  • 1-2 kg liquido amniotico
  • 0,5 kg placenta e membrana amniotica
  • 2-3 kg aumento di dimensioni dell’

– la quota restante consiste nell’aumento del tessuto adiposo a livello di seno, natiche e cosce, che costituisce una riserva di energia per l’allattamento (questa è la parte più variabile, che bisogna controllare).

Se partite sottopeso, il numero di chili concessi aumenta. Viceversa, se il vostro peso base è già eccessivo, è fondamentale farsi seguire da una nutrizionista, al fine di limitare l’incremento ponderale in gravidanza.

COSA MANGIARE E COSA NO

alimentazione in gravidanzaIl detto secondo cui durante la gravidanza si deve mangiare per due non è corretto: certe sostanze vanno assunte in quantità maggiore al solito per favorire il sano sviluppo del feto, mentre altre non sono necessarie o addirittura possono essere dannose (zucchero, sale) e quindi vanno limitate.
Cercate innanzitutto di fare pasti piccoli e frequenti, perché il vostro fisico è già sovraccaricato di lavoro per far crescere il bambino, e quindi una cena pesante potrebbe diventare molto più indigesta del solito.
Cercate di effettuare pasti bilanciati, mangiando molte verdure e bevendo molta acquaper favorire il transito intestinale che risulta rallentato durante la gravidanza.

Privilegiate il latte intero che contiene calcio in forma più facilmente assimilabile rispetto al latte parzialmente scremato.
Se risultate negative all’esame per la toxoplasmosi, evitate assolutamente gli affettati crudi (potete quindi concedervi prosciutto cotto), il pesce e la carne crudi, controllate attentamente la cottura dei cibi soprattutto quando si tratta di crostacei e uova.

Dovrete quindi evitare i cibi preparati con le uova crude come ad esempio la maionese fatta in casa (mentre invece è permessa quella prodotta a livello industriale perché l’uovo viene pastorizzato) o il tiramisù.

Evitate i superalcolici, potete invece concedervi occasionalmente la birra e il vino, in particolare quello rosso.

Per quanto riguarda le bevande eccitanti come il thè e il caffè, se siete abituate ad assumerne in grandi quantità cercate di ridurne l’apporto. Se già d’abitudine ne bevete soltanto una o due tazze durante la giornata potete regalarvi questo momento di relax una o due volte al giorno.
Per quanto riguarda gli integratori sarà opportuno chiedere consiglio al ginecologo che vi ha in cura una volta effettuati i primi esami di routine. L’acido folico andrebbe assunto già da 2 mesi prima del concepimento, e continuato per tutta la durata della gestazione.

LE VISITE DA EFFETTUARE

E’ consuetudine effettuare una visita di controllo dal ginecologo ogni mese, a partire dalla sesta o settima settimana per tenere sotto controllo la crescita e la salute del feto, oltre ai controlli ecografici di routine in occasione delle 11 settimane (ecografia per la datazione), 20 settimane (ecografia morfologica) e 30-34 settimane (ecografia di accrescimento).

GLI ESAMI DA SVOLGERE

analisi in gravidanzaOgni mese dovrete ripetere gli esami del sangue di routine e quello relativo alla toxoplasmosi, inoltre al quinto mese dovrete svolgere l’esame della curva glicemica per stabilire quanto rapidamente il vostro corpo metabolizza gli zuccheri e stabilire se siate a rischio di diabete gestazionale. Questo tipo di diabete diventa pericoloso per la mamma e per il feto e quindi va tenuto scrupolosamente sotto controllo.

Nel corso dell’ottavo mese deve inoltre essere effettuato il tampone vaginale e anale per verificare la presenza dello Streptococco agalactiae, che potrebbe essere trasmesso al bambino durante il parto. Al momento del ricovero, il risultato del tampone sarà comunicato al medico, che, in caso di risultato positivo, prescriverà la profilassi antibiotica in travaglio.

Gli esami previsti dal protocollo per la gravidanza sono esenti ticket, e a totale carico del sistema sanitario nazionale.

ESAMI FACOLTATIVI

Esistono alcuni esami che possono essere effettuati al fine di valutare il rischio di anomalie cromosomiche, conosciamo i più diffusi e le loro caratteristiche:

  • il test combinato, che comprende la misurazione della translucenza nucale (uno spazio liquido dietro al collo del bambino) ed un prelievo del sangue materno, per il dosaggio di due proteine (free-beta HCG e PAPP-A) prodotte dalla placenta. Si tratta di un test non invasivo, che presenta una sensibilità del 90%, cioè identifica il 90% dei feti affetti dalla sindrome di Down, con il 5% di falsi positivi. Questo vuol dire che un risultato alterato non è indice di patologia, ma semplicemente che si viene indirizzati verso un approfondimento diagnostico, mediante villocentesi o amniocentesi. Il test combinato si esegue tra le 11 e le 13+6 settimane.
  • il triplo test è ormai obsoleto, ed è riservato a chi si accorge tardivamente della gravidanza, quando ormai non è più possibile effettuare il test combinato. Consiste in un prelievo di sangue materno, da eseguire intorno alla sedicesima settimana di gestazione. Esso consente di identificare circa il 60-65% dei feti affetti dalla sindrome di Down.
  • la villocentesi viene effettuata intorno alla dodicesima settimana di gestazione, viene inserito un ago nell’utero attraverso l’addome materno e vengono prelevati dei sottili frammenti di tessuto della placenta (bastano pochi grammi per effettuare l’indagine). Consente di diagnosticare patologie cromosomiche, come la sindrome di Down, ed in casi particolari, eseguire ricerche per specifiche patologie genetiche, se si sono verificati casi in famiglia. E’ importante infatti ricordare che la villocentesi, come l’amniocentesi, non diagnosticano patologie genetiche in senso lato, in quanto sarebbe impossibile eseguire l’analisi di migliaia di geni. Il rischio di aborto della villocentesi è dell’1%.
  • l’amniocentesi ha lo stesso scopo della villocentesi e viene anch’essa effettuata inserendo un ago nell’utero tramite la pancia della futura mamma, con la differenza che viene asportata una piccola quantità di liquido amniotico (il numero di millilitri è uguale a quello delle settimane di gestazione). Viene eseguito tra la quindicesima e la diciottesima settimana di gestazione, anche questo esame, come la villocentesi, è invasivo e comporta un rischio di aborto spontaneo di circa l’1%.

ANESTESIA EPIDURALE

Se desiderate partorire con l’ausilio dell’anestesia epidurale dovrete effettuare un colloquio preliminare con l’anestesista dell’ospedale dove intendete recarvi per il parto, prendendo appuntamento circa due mesi prima rispetto alla data presunta del parto. Informatevi presso l’ospedale di zona per conoscere le modalità di accesso all’analgesia in travaglio.

RAPPORTI SESSUALI ED ATTIVITA’ FISICA

attività fisica in gravidanzaTra i molti dubbi che possono nascere all’inizio della gravidanza ci sono quelli relativi alla possibilità di avere rapporti sessuali e fare attività sportiva: innanzitutto tenete presente che, se lo desiderate e non avvertite disagio, potete continuare a svolgere le attività usuali, senza significativi cambiamenti. L’importante è non eccedere e prendersi sempre del tempo per riposare, ma potete continuare ad avere rapporti sessuali anche nel terzo trimestre avendo l’accortezza di trovare una posizione che non comprima la pancia, che a quel punto sarà diventata piuttosto ingombrante.

Privilegiate gli sport di rilassamento e di allungamento muscolare, quali yoga, stretching nuoto, acquagym per gestanti. Lo sport più adatto è il nuoto che può essere sempre praticato perché l’acqua toglie il peso della pancia dal sostegno che deve essere fornito dalla colonna vertebrale, quindi nuotare diventa anche un’attività rilassante, ed aiuta a prevenire fastidiosi mal di schiena. In ogni caso, consultatevi con il vostro medico riguardo all’attività fisica più consona al vostro caso, e richiedete il certificato di idoneità, che dovrà essere consegnato in palestra all’atto dell’iscrizione.

ESENZIONE DEL TICKET PER LE DONNE IN GRAVIDANZA

Le coppie che desiderano un bimbo hanno diritto ad alcune prestazioni specialistichee diagnostiche senza pagare il ticket. La lista completa delle prestazioni è contenuta nel Decreto ministeriale del 10 settembre 1998.

Nello specifico il Decreto prevede le seguenti visite gratuite

  • visite mediche periodiche ostetrico-ginecologiche;
  • alcune analisi, da eseguire prima del concepimento, per escludere la presenza di fattori che possano incidere negativamente sulla gravidanza. Se la storia clinica o familiare della coppia evidenzia condizioni di rischio per il feto, possono essere eseguite in esenzione tutte le prestazioni necessarie ed appropriate per accertare eventuali difetti genetici, prescritte dal medico specialista;
  • gli accertamenti diagnostici per il controllo della gravidanza fisiologica indicati, per ciascun periodo di gravidanza. In caso di minaccia d’aborto, sono da includere tutte le prestazioni specialistiche necessarie per il monitoraggio dell’evoluzione della gravidanza;
  • tutte le prestazioni necessarie ed appropriate per la diagnosi prenatale in gravidanza, nelle specifiche condizioni di rischio per il feto, prescritte dallo specialista;
  • tutte le prestazioni necessarie ed appropriate per il trattamento di malattie (preesistenti o insorte durante la gravidanza) che comportino un rischio per la donna o per il feto, prescritte di norma dallo specialista.

Calcolo della data del parto

Non tutte le donne hanno la stessa durata del ciclo mestruale e quindi risulta difficile utilizzare un metodo di calcolo valido per tutte, in teoria bisognerebbe contare 266 giorni dal concepimento.

Esempi di calcolo:

  • con un ciclo regolare dalla durata media di 28 giorni è probabile che il concepimento avvenga in media il 14esimo giorno.
    Esempio:

ultima mestruazione: 2 marzo

  • mestruazione successiva: 26 marzo
  • data concepimento: 26 marzo – 14 giorni = 12 marzo
  • data parto: 12 marzo + 266 giorni = 3 dicembre.
  • Un altro metodo veloce per calcolare la data per i cicli regolari di 28 giorni è anche quello di sottrarre dal primo giorno dell’ultima mestruazione 3 mesi e aggiungere 7 giorni.
  • Con un ciclo dalla durata media dai 22 ai 24 giorni è probabile che il concepimento avvenga intorno all’ottavo nono giorno.
    Se il ciclo ha una durata di circa 24 giorni:
  • ultima mestruazione: 2 marzo
  • mestruazione successiva: 26 marzo
  • data concepimento: 26 marzo – 14 giorni = 12 marzo
  • data parto: 12 marzo + 266 giorni = 3 dicembre.
  • Con un ciclo dalla durata media di 35 giorni è probabile che il concepimento avvenga intorno al 21esimo giorno.
    Esempio:
  • ultima mestruazione: 2 marzo
  • mestruazione successiva: 6 aprile
  • data concepimento: 6 aprile – 14 giorni = 23 marzo
  • data parto: 23 marzo + 266 giorni = 14 dicembre.

Fonte: http://www.medicitalia.it/salute/ginecologia-e-ostetricia/9-gravidanza.html#ilpesogiusto