Il rientro a casa con il neonato

Organizzare il fasciatoio con tutto l’occorrente, posizionare il lettino nel posto che vi fa sentire più tranquilli, agire con cuore e buonsenso: i consigli dell’ostetrica per i neogenitori

Passato il momento del parto e tutto ciò che comporta, finalmente si torna a casa in tre: il piccolo entra ufficialmente nella vita dei neogenitori, che comprensibilmente saranno al settimo cielo. Ma come comportarsi con questo nuovo piccolo inquilino per farlo sentire il più benvoluto possibile? Lo abbiamo chiesto ad Anna Sebastiani, ostetrica che collabora con il centro Mammamondo a Milano.

1. Preparare la casa all’arrivo del bebè 

«Il consiglio che offro sempre ai neogenitori è quello di organizzare la casa prima della nascita del bambino in maniera funzionale – spiega Anna Sebastiani -. Ad esempio, il fasciatoio deve essere collocato nel bagno (o nelle vicinanze) e deve essere organizzato con: body, pannolini, vestiti e creme. Tutto deve essere a portata di mano». E per lavare il piccolo? «Per il lavaggio sempre meglio l’uso dell’acqua corrente, andrà benissimo un sapone di Marsiglia neutro, mentre per il bagnetto amido di riso. Buona norma è anche dotarsi nei mesi freddi di un termoventilatore, in maniera che durante il bagnetto e la vestizione il bimbo non prenda freddo».
2. Dove dormire

«La scelta di dove far riposare il piccolo è solo dei genitori: consiglio sempre, se si desidera tenere il bambino nella stanza, di mettere il lettino non attiguo al letto, anzi più verso la porta, perché di notte fa qualche piccolo rumore (verseggia e si muove) e la mamma, che è sempre con le antenne tese, rischia di non riuscire a riposare bene. Se ha necessità di essere nutrito non c’è il pericolo di non sentirlo: si esprimerà con un bel pianto vigoroso!». Quando potrà dormire nella sua cameretta? «Fin da subito, dipende da come si sentono i genitori: ognuno deve rispettare i propri tempi ed essere tranquillo. Se dorme in un’altra stanza, basta assicurarsi che sia vicina a quella dei genitori e che le porte siano ben aperte». Per garantire un sonno sicuro, le regole sono poche e semplici: «L’ambiente deve essere fresco e il bimbo di notte deve riposare a pancia in su, mentre per i sonnellini diurni si può posizionare il bimbo prima su un fianco poi sull’altro, per permettere al cranio di svilupparsi armoniosamente. Quando sono svegli di giorno, e sotto l’osservazione dei genitori, si possono mettere a pancia in giù, questo li aiuterà a sviluppare meglio il sistema neurovegetativo».

3. L’allattamento 

«Nei primi giorni di rientro a casa, la mamma deve sempre assicurarsi che il bambino urini, si scarichidorma mangi: se fa queste queste quattro cose, vuol dire che sta bene. Se le urine sono scarse e concentrate, è un campanello d’allarme».

Per quanto riguarda l’allattamento, «Nei primi giorni, si deve attaccare al seno ogni tre ore: se il piccolo non si è svegliato autonomamente, si inizia a scoprirlo, poi ci si avvicina e gli si parla dolcemente: se ciò non fosse sufficiente, gli si cambia il pannolino e si fa in modo che si attivi prima di nutrirlo. Nella notte, se dorme, è meglio lasciarlo in pace: se il neonatologo ha dato indicazioni diverse, ovviamente andranno seguite quelle».
La poppata dura dai 20 minuti all’ora circa: «L‘importante è far riposare il seno. L’unico mezzo di comunicazione del piccolo è il pianto, ma non per forza se piange ha fame: magari vuole essere cambiato o coccolato. Stando con lui imparerete a capire di che cosa ha bisogno!».

L’alimentazione della donna, invece, non subisce particolari cambiamenti: «La mamma può mangiare quello che vuole, ma garantendo sempre il giusto apporto di frutta, verdura, carboidrati e proteine. La nutrizione deve essere bilanciata e fatta con buonsenso: non bisogna eccedere con cibi dai sapori forti (come peperoncino, aglio, asparagi,..) e non esagerare con le quantità (una fetta di torta va bene, una torta intera no). Con L’umore ballerino che accompagna i primi quaranta giorni, un cubetto di cioccolato fondente è un ottimo antidepressivo naturale».

4. Definire il sonno e la veglia

«Fin dai primi giorni del rientro a casa, è fondamentale scandire i ritmi della vita del bambino: di giorno, largo a luce e rumori quotidiani, anche se riposa; unica eccezione è il sonnellino dopo pranzo, che deve essere un momento ben distinto, in cui è utile creare una lieve penombra e approfittarne per riposare. Verso sera, invece, le luci e le voci si abbassano, per fargli capire che si sta avvicinando la notte».

Per facilitare questo passaggio, già nell’ultimo periodo della gravidanza, quando vi coricate, potete create un rituale – ninna nanna, carrillon, fiabe… – che poi riproporrete una volta nato il piccolo.

«Di notte, tenendo conto che i pannolini moderni assorbono molto, se il bambino non si è scaricato con l’intestino, potete tranquillamente non cambiarlo, così da evitare di sollecitarlo troppo. Normalmente si svegliano per mangiare e poi proseguono con la nanna. E ricordate: di notte non si parla. Ricordiamoci che nell’utero il bimbo è contenuto e protetto, accompagnato del battito del cuore della mamma, mentre fuori gli spazi sono ampi: buona norma è mettere nella culla una maglietta del pigiama arrotolata e disporla a ferro di cavallo. Il bambino si sentirà così protetto e con attorno il profumo della mamma e del papà. I sensi più sviluppati sono l’udito e l’olfatto, la vista si definirà man mano che passano i giorni».

5. La presenza del papà

«La presenza della figura paterna è fondamentale fin da subito: se si può scegliere, è meglio che lavori mentre la mamma è in ospedale e poi che stia a casa una settimana dopo la dimissione. Si esce in due e si torna in tre o più: c’è da riorganizzare tutta la vita familiare, e non si nasce genitori, bisogna scoprirsi insieme in questi nuovi ruoli. La donna nel post partum si trova a ridere e piangere come se niente fosse: ha bisogno di essere protetta, sostenuta e aiutata, e chi meglio del padre le può stare accanto? Essere insieme a fare i primi cambi e il bagnetto può rivelarsi un’esperienza bellissima. Ci sono poi molti modi per supportare la mamma: se sta allattando nell’ora dei pasti, ci si può improvvisare cuochi; o se è stanca, si può portare a spasso il piccolo e concederle un po’ di tranquillità». La regola fondamentale comunque è sempre una: «Agite con cuore e buonsenso: trattate i vostri figli come vorreste essere trattati voi».

6. Farsi aiutare

«Se ci sono aiuti esterni per la neofamiglia come i nonni, zii, sorelle, fratelli e amici: fatevi supportare nelle cose semplici come fare la spesa, cucinare e pulire. Quando ve la sentite lasciate andare il bimbo a passeggio con i nonni, loro saranno molto orgogliosi di portarlo in giro e per voi è un buon momento per dedicarvi un po’ di tempo o per dormire!». Fondamentali sono anche gli aiuti “professionali” (ostetrica, pediatra, osteopata…): «Ai neogenitori consiglio sempre di conoscere il territorio prima che il bambino nasca, per sapere i servizi che offre e per avere un punto di riferimento a cui rivolgersi nel momento del bisogno».

Fonte: https://www.nostrofiglio.it/neonato/0-3-mesi/prime-settimane/rientro-a-casa-con-neonato