Alcune storie

“Ciao. Ho 45 anni. Sono la madre di un bambino stupendo. Pochi anni fa non riuscivo

nemmeno a pensare di poter diventare di nuovo felice e qualcuno mi avrebbe detto la parola

migliore del mondo -“mamma”. Il nostro unico figlio mori in un incidente stradale all’età di 16

anni, e dopo quella tragedia mio marito ed io vivemmo anni di terribile angoscia. Non

desideravo più niente. Ma fu mia sorella che ci aiutò ad uscire da quello stato, dicendoci che

potevamo diventare genitori ancora una volta. In seguito, all’età di 42 anni, ho trovato

assistenza presso un Centro di Medicina della Riproduzione.

I risultati della diagnosi e i trattamenti seguenti non erano rassicuranti. Il dottore,

nell’eventualità ci consigliò di ricorrere all’ovodonazione. In quel momento sembrava una cosa

terribile e come una sentenza definitiva per me. La mia unica consolazione era che potevo

rimanere incinta, ma concependo solo tramite gli ovociti di una donatrice. Passarono lunghe

giornate di dubbio, le emozioni e le lacrime accompagnavano le conversazioni con il medico.

Cosi mio marito, notando la mia sofferenza, mi disse: “Per me questo bambino sarà tuo. Dopo

tutto, tu gli darai la vita. Proviamoci.” In seguito scegliemmo una donatrice con i tratti somatici

simili ai miei. Non ho mai visto questa donna, ma le sono molto grata per avermi dato la

possibilità di diventare madre ancora una volta.

Dopo la procedura di fecondazione in vitro tramite ovociti donati, sono rimasta incinta al primo

tentativo, e dopo 9 mesi siamo diventati genitori: padre, madre e figlio … nostro figlio somiglia

molto a suo padre, sono come due piselli. Ognuno vive situazioni diverse della vita, e vorrei

consigliare alle donne di non affrettare una risposta negativa davanti alla possibilità di utilizzare

ovociti donati. In ogni caso, questo sarà il vostro bambino, e lui/ lei amerà solo voi. Ora lo so

con certezza. ”

 

“Ho 48 anni. Mi sono sposata per la seconda volta. Mio marito è molto più giovane di me.

Entrambi volevamo avere un figlio. Ma la mia età e le statistiche mediche non sono molto

favorevoli … in seguito ad una visita, il medico ci disse che avevamo bisogno di una donatrice di

ovuli e una madre surrogata. Mio marito ed io, ci pensammo su, parlando e cercando di

immaginare come sarebbe stato essere genitori di un bambino che era mezzo nostro … Ma,

tuttavia prendemmo quella decisione, perché era l’unica possibilità per noi. Dopo aver scelto

una donatrice, la clinica scelse per noi una buona madre surrogata. La procedura di

fecondazione in vitro è avvenuta con successo.

E la nostra madre surrogata ha partorito il nostro bambino, senza difficoltà. Tutto procedeva

bene, e sia la madre che il bambino stavano bene, le cartelle cliniche erano conformi alle

norme. Mio marito ed io abbiamo ricevuto tutte le ecografie e i risultati dei test positivi durante

i nove mesi della gravidanza. Aspettavamo con ansia la nascita della nostra bambina,

finalmente potevamo prenderla in braccio, dimenticando tutte le difficoltà che abbiamo dovuto

affrontare. Ma quando nostra figlia stava per nascere e siamo arrivati in ospedale, sono entrata

nel panico …!

L’ho tenuta tra le braccia e sapevo che era figlia di un’altra donna, lei non ha il mio DNA, io non

sono la sua vera madre. Mio marito ed i dottori hanno cercato di calmarmi in ogni modo. Mio

marito ripeteva che era la nostra bambina, io la sua vera madre, e che non c’era nessun’altra

donna. Passarono un paio di giorni, e non riuscivo più a superarlo.

Mio marito decise di consultare uno psicologo, e tutti e tre discutemmo in diverse sedute. Poi

mio marito m’influenzò con un’onda positiva, incoraggiandomi. Sono molto grata a tutte le

persone che mi hanno aiutato a superare questa terribile situazione di panico. Perché oggi,

quando mi ricordo di quello stato in cui vivevo, provo vergogna di aver provato quelle emozioni.

Io sono la madre più felice del mondo, amo nostra figlia più di chiunque altro, ed ho

dimenticato il modo in cui è venuta al mondo. Conta solo che lei esiste, ed insieme siamo una

famiglia felice. “