Dall’infertilità alla gravidanza: quando ci vuole un “dono” per diventare mamma

Per una donna su cinque con problemi di infertilità l’ovodonazione è l’unica strada percorribile per avere una gravidanza e diventare madre. «Non è una percentuale irrisoria», premette Michael Jemec, specialista in Medicina della riproduzione del centro di Medicina della riproduzione ProCrea di Lugano (www.procrea.ch). «A fronte del desiderio di avere un figlio, quello che per alcune donne è un cammino assolutamente naturale, per altre diventa un percorso a ostacoli. La donazione di ovuli è il passaggio che in determinate situazioni permette di coronare un importante sogno; il sogno di una vita».

Di cosa si tratta? «Parliamo di una tecnica di fecondazione assistita di tipo eterologo che prevede la donazione di ovociti da una donna ad un’altra», risponde Jemec. «Questi ovociti vengono fecondati con spermatozoi provenienti dal compagno della paziente – o, nel caso, da un donatore. Gli embrioni così generati vengono trasferiti nell’utero della paziente al fine di arrivare ad una gravidanza».

Per chi? «Il programma di ovodonazione viene  avviato solamente dopo aver effettuato approfonditi esami e aver diagnosticato evidenti problemi irrisolvibili in altro modo. Si indica l’ovodonazione in situazioni di esaurimento della funzione ovarica, menopausa precoce fisiologica oppure di menopausa chirurgica», afferma lo specialista di ProCrea. «Anche nei casi di fallimenti ripetuti con le tecniche di procreazione assistita e nelle donne affette da endometriosi avanzata si tende a far riflettere la coppia sul ricorso ad una donatrice». Non certo ultimo, «nei casi in cui la donna sia affetta da malattie gimageenetiche trasmissibili alla prole, è bene fare una riflessione sull’opportunità o meno di affrontare un percorso con ovodonazione per evitare il rischio che i figli possano essere affetti della stessa malattia».

La procedura è consolidata. Tre i passaggi: innanzitutto, l’attivazione del sistema riproduttivo della donna ricevente affinché l’endometrio sia pronto a ricevere gli embrioni; secondo, gli ovociti donati vengono fecondati; da ultimo, il trasferimento degli embrioni nell’utero della ricevente con un procedura ambulatoriale che non richiede né anestesia né ricovero.

Chi dona? A monte, le procedure di selezione delle donatrici sono estremamente rigorose. «Ci si rivolge a donne giovani, quindi con una elevata disponibilità ovarica, che non soffrono di malattie genetiche, ereditarie o infettive trasmissibili ai figli». Conclude il medico: «Le informazioni raccolte dalle donatrici includono le caratteristiche fenotipiche e psicologiche».

Fonte http://www.ilgiorno.it/dall-infertilit%C3%A0-alla-gravidanza-quando-ci-vuole-un-dono-per-diventare-mamma-1.1960904