“Donne e infertilità, il lupus eritematoso sistemico tra le cause”, vero o falso?
Ricevere diagnosi di lupus eritematoso sistemico, per una giovane donna significa mettere in discussione la possibilità di avere figli. Infatti, alcune donne credono che questa patologia autoimmune possa causare infertilità.
Vero o falso? Risponde il professor Carlo Selmi, responsabile di Reumatologia ed Immunologia Clinica presso Humanitas e docente dell’Università di Milano.
“Falso. Il lupus eritematoso sistemico (LES) colpisce donne in età fertile ed in alcuni casi, specialmente se sono presenti anticorpi anti-fosfolipidi, può causare ripetuti aborti e quindi ridurre la fertilità, ovvero la capacità di avere un figlio – spiega l’esperto. – E’ vero anche che la gravidanza può esacerbare e inasprire la malattia aumentando il rischio di complicazioni per la mamma e il feto. Per questo motivo, fino a pochi anni fa, alle donne veniva sconsigliata fortemente la gravidanza, soprattutto in presenza di fattori di rischio come la nefrite, oppure in corso di terapia con farmaci immunosoppressori o con specifici anticorpi. Insieme al peggioramento delle funzioni renali e dell’ipertensione arteriosa, e a un aumentato rischio tromboembolico per la mamma, la donna affetta da LES ha un rischio maggiore rispetto alle donne sane di aborto spontaneo e pre-eclampsia, nota anche come gestosi gravidica che mette a rischio la vita della donna, mentre per il feto aumenta il rischio di nascita pretermine, sindrome di lupus neonatale o cutaneo, e cardiopatie congenite gravi. Oggi invece, una maggior conoscenza della patologia ha permesso anche alle donne affette da lupus eritematoso sistemico di diventare madri e allattare il proprio bimbo, grazie all’introduzione di farmaci di ultima generazione, una maggior comprensione della malattia e, soprattutto, alla pianificazione della gravidanza con il proprio medico reumatologo. Infatti, come dimostra uno studio condotto dal Dipartimento di reumatologia e immunologia clinica di Humanitas Research in collaborazione con l’università di California, pianificare la gravidanza nel periodo di inattività o remissione della malattia, aumenta le probabilità di portare a termine una gravidanza di successo, riducendo o evitando le complicanze note per mamma e bambino.”