Eterologa, la Regione va all’estero a comprare gli ovuli

Tantissime domande e poche donazioni, l’Emilia cerca una via per ridurre le liste d’attesa: quasi 700 le coppie che aspettano

Dopo le difficoltà dei primi mesi, l’eterologa – cioè quel tipo di fecondazione assistita che prevede l’utilizzo di ovuli e spermatozoi esterni alla coppia – ingrana anche negli ospedali pubblici dell’Emilia-Romagna. Così la Regione, per aiutare le pazienti che vogliono sottoporsi a questo tipo di trattamento, e al contempo per ridurre le liste d’attesa che cominciano già a diventare troppo lunghe, adesso guarda all’estero. “Entro l’anno vogliamo completare l’iter burocratico per acquisire i gameti dalle banche europee” spiega Silvana Borsari, del servizio Assistenza territoriale di viale Aldo Moro.

Pochi donatori. Le difficoltà maggiori finora riguardano il reperimento degli ovociti, necessari poi alla creazione dell’embrione. Le ragioni sono diverse. Da un lato le donazioni non sono tante, motivo per cui c’è chi sostiene che a chi si presenta in ospedale andrebbe garantito un rimborso spese (o un “indennizzo”, che dir si voglia) più sostanzioso rispetto al “caffè e cornetto” offerto dopo una donazione di sangue (ma qui le difficoltà sono anche legislative). Dall’altro, non sempre le donne che hanno già conservato i loro ovociti nelle strutture pubbliche (perché hanno provato altri tipi di fecondazione, ad esempio) acconsentono all’utilizzo dei gameti per altre coppie. Terzo motivo, non meno importante: in Emilia-Romagna l’eterologa è gratuita. Non ci sono “super-ticket”, solo le spese per le normali visite mediche e gli esami. Una bella differenza rispetto ai prezzi delle cliniche private, che in media si aggirano sui 4-5mila euro a trattamento. Va da sé che, per questo motivo, le attese però si allungano.

I dati. Su sei centri pubblici potenzialmente operativi in regione, per adesso sono partiti il Sant’Orsola e l’ospedale di Cattolica. Il policlinico finora ha trattato 10 donne, e altre 171 sono in lista d’attesa. Il centro romagnolo ha eseguito invece 35 operazione, ma le coppie in attesa sono ben 500.

“Importare subito”. “Le coppie sanno che ci sono difficoltà e bisogna aspettare – spiega Borsari – ma per noi adesso è essenziale cominciare a importare. Nei prossimi mesi completeremo l’iter organizzativo per rifornirci all’estero, dai Paesi europei che hanno la nostra stessa legislazione e standard uguali a quelli italiani”. Come la Spagna, ad esempio, meta di centinaia di coppie che fino a un anno fa, prima della sentenza della Corte costituzionale, erano costrette a fare la valigia.

 

Fonte http://bologna.repubblica.it/hermes/inbox/2015/08/10/news/fecondazione_eterologa_la_regione_va_all_estero_a_comprare_gli_ovuli-120767989/