Fibroma uterino e sesso: le cose da sapere
Si sentiva sempre stanca. Soprattutto la mattina, appena sveglia. Pallida e senza forze, non riusciva a individuare la causa di quel malessere perenne. Dolori forti al basso ventre e la necessità di andare spesso in bagno. Il ciclo mestruale era diventato molto abbondante e più fastidioso del solito. Negli ultimi mesi nessun rapporto intimo, dato che tutto era diventato troppo doloroso. Imbarazzata, aveva smesso di avere una vita sessuale regolare e si era convinta, poco alla volta, che la colpa fosse la sua. E invece no: quei dolori avevano origine da una patologia che colpisce tante. Il fibroma uterino, infatti, è il tumore benigno più frequente nelle donna e dai dati oggi a disposizione le possibilità che possa diventare un sarcoma sono poche. L’ipotesi più accreditata, infatti, è che il tumore maligno sia espressione dello sviluppo ex novo di cellule comparse indipendentemente ed è quindi improbabile che si tratti di un’evoluzione di questa patologia. I fibromi sono dovuti alla proliferazione delle fibre muscolari lisce dell’utero e colpiscono le donne durante il periodo fertile, ma numero e volume aumentano con l’età. Il picco massimo lo raggiungono tra i 40 a i 50 anni e tendono a regredire con la menopausa. Alcune non si accorgono della loro presenza fino a quando il fibroma diventa sintomatico e può ripercuotersi sulla salute generale e sessuale della donna.
L’IMPATTO SUL SESSO
In base al numero, alla dimensione e alla posizione, questa malattia può provocare una grande varietà di sintomi come il ciclo abbondante fino all’emorragia, con peggioramento del dolore mestruale, un senso di compressione sugli organi vicini e i «sintomi sessuali», come il dolore durante la penetrazione profonda e la caduta del desiderio, in caso di anemia associata. «L’impatto sulla relazione di coppia è notevole perché, oltre al freno ai rapporti costituito dalle numerose perdite di sangue, l’anemia, con conseguente astenia, incide sul desiderio», spiega a LetteraDonna la professoressa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica all’ospedale San Raffaele di Milano. La situazione peggiora se, tra gli altri sintomi, la donna avverte un senso di peso addominale o sulla vescica, se sente il bisogno di urinare di frequente e se avverte una sensazione di pressione rettale.
UN INTRUSO NELLA VITA INTIMA
Secondo la dottoressa Graziottin, Presidente della «Fondazione Alessandra Graziottin per la cura del dolore della donna Onlus», i fibromi uterini possono compromettere la sessualità della donna e della coppia agendo su più dimensioni: «Incidono sull’identità sessuale, e l’impatto è tanto maggiore quanto più la donna è giovane, sulla femminilità e sul senso di maternità, se i fibromi sono causa di infertilità. Infine, sulla qualità della relazione, se la donna è colpita da depressione. Le pazienti anemiche, infatti, hanno un rischio doppio di incorrervi». «Anche le mestruazioni abbondanti e prolungate possono interferire con l’intimità sessuale di una coppia», chiarisce la ginecologa, «perché molte coppie, e molte donne, preferiscono non avere rapporti durante il ciclo».
L’ANEMIA E IL SESSO
Una percentuale che oscilla tra il 15-30% delle donne in età fertile soffre di anemia, «e le emorragie da fibromatosi uterina ne sono una causa importante», conferma Graziottin. «Il ferro è un oligoelemento che funge da importante cofattore di varie proteine necessarie per il metabolismo dell’ossigeno e dell’energia», chiarisce la dottoressa. Il ferro si trova anche nel sistema nervoso centrale, «dove è fondamentale in processi enzimatici chiave per la sintesi dei neurotrasmettitori come la dopamina, essenziale per i processi appetitivi, come il desiderio sessuale e non, l’estroversione, la competitività e lo spirito vincente, e la serotonina, essenziale nella regolazione del tono dell’umore, ma anche nella vulnerabilità al dolore», spiega la dottoressa.
QUALE FIBROMA INDICE SULLA SESSUALITÀ
Tra le varie tipologie di fibroma, quelli ‘sottosierosi’ possono rimanere a lungo silenti e raggiungere anche grandi dimensioni (dai 6 ai 7 cm) senza che la donna se ne accorga. «Se la loro crescita avviene nella parte posteriore dell’utero, possono verificarsi sintomi tipici della stitichezza o dolore durante l’atto sessuale», racconta la ginecologa.
L’IMPORTANZA DELL’UTERO
Le terapie chirurgiche per l’eliminazione di questo problema possono essere di due tipi, conservative o demolitive: è del secondo tipo l’isterectomia, ovvero l’asportazione dell’utero, che potrebbe risolvere radicalmente il problema, ma che però non è ma la prima scelta in donne che non abbiano ancora avuto figli o per le quali l’utero abbia un forte valore simbolico legato alla loro femminilità: «Se la pratica chirurgica dovesse rendersi necessaria in donne senza figli, single o in relazioni conflittuali, l’identità sessuale potrebbe essere gravemente ferita e l’identità compromessa», sostiene Graziottin.
LE TERAPIE CONSERVATIVE
Tra le terapie conservative, invece, la professoressa elenca «la miomectomia, con la quale il chirurgo asporta il fibroma conservando l’utero e la fertilità, ma con il rischio di recidiva e di insorgenza di nuove fibromatosi; l’embolizzazione dell’arteria uterina, che ne determina l’occlusione riducendo così l’afflusso di sangue al fibroma che si riduce di volume, efficace in pazienti selezionate». Per la ginecologa, poi, una tecnica da tenere presente è quella con ultrasuoni ad alta intensità radioguidata (HIFU), che non è invasiva, è ambulatoriale e «ha minori rischi ed effetti collaterali rispetto alle altre chirurgiche, ma soprattutto ha minore impatto sulla sessualità e sull’immagine corporea».
Fonte https://www.letteradonna.it/it/articoli/salute/2018/08/26/fibroma-uterino-sesso-dolore/26409/