“Ho 43 anni e sono madre di 2 gemelli portato in grembo e partorito da sola!”
Ho iniziato i tentativi mirati al concepimento quando avevo 37 anni, avevo l’età già un po’ avanzata ma credevo che non fosse molto grave. Dopo 10 mesi di svariati tentativi senza successo ero ancora fiduciosa, speravo di poter rimanere incinta in modo naturale, senza l’aiuto dei dottori. Quindi continuavamo a tentare seguendo vari consigli presi dai libri e internet e credevamo che il concepimento sarebbe avvenuto in modo naturale. Ma ad un certo punto, dopo tanti mesi di tentativi, io e mio marito siamo arrivati alla conclusione che probabilmente ci serviva l’aiuto delle tecnologie riproduttive moderne.
Durante il periodo di tentativi ho subito un intervento in seguito all’inasprimento dell’endometriosi avendola ad uno stadio piuttosto grave. Il risultato dell’intervento mi ha soddisfatta: non avevo piu’ i terribili dolori e crampi durante il ciclo! Dovevo fare quest’intervento ancora 10 anni fa ma ho sbagliato a trascurare la mia salute. Dopo l’operazione abbiamo pensato di poter riuscire ad avere un concepimento naturale e abbiamo ripreso i nostri tentativi.
Oggi pensando al passato capisco che, forse, non è stata la nostra decisione piu’ saggia in quanto abbiamo perso un altro anno tentando di concepire in modo naturale prima di rivolgerci ad una clinica di medicina riproduttiva e fare una FIVET con ovuli donati.
Quando alla fine abbiamo deciso di cercare una gravidanza con l’ausilio delle tecnologie mediche ci è stata consigliata la clinica ucraina di medicina riproduttiva BioTexCom. La nostra scelta non è stata casuale. È stato il risultato di una ricerca molto lunga e approfondita: una volta che ci hanno fornito il nome abbiamo cercato a lungo su internet leggendo vari forum e contattando le persone vere che avevano effettuato un programma alla clinica; in questo modo volevamo avere delle vere testimonianze. Innanzitutto, sono stata attratta dalla garanzia dell’esito positivo del programma che era molto importante alla mia età e nelle mie condizioni. Un altro punto forte era un ottimo prezzo e i pacchetti “tutto incluso”. C’era sempre un dubbio su dove dovevamo alloggiare (per il periodi dei trattamenti alla clinica), cosa e dove mangiare, come spostarsi in una città sconosciuta e su molti altri aspetti organizzativi. A tutto questo pensano gli impiegati della clinica.
Quindi abbiamo firmato il contratto per un tentativo di ovodonazione. Ci abbiamo messo molto tempo per scegliere la donatrice. Volevamo che quest’ultima mi somigliasse almeno un po’. E l’abbiamo trovata. Era una bellissima ed istruita ragazza di 28’anni che si era rivolta alla clinica perché voleva aiutare la sua famiglia di pagare il mutuo. La donazione di ovuli è una procedura retribuita e anonima in Ucraina.
Dopo c’era il percorso di accertamenti medici, analisi e una stimolazione ovarica per la donatrice. Vorrei sottolineare che tutti i farmaci necessari mi sono stati forniti dalla clinica e gli accertamenti sono stati eseguiti per conto loro. In breve, non abbiamo pagato niente al di là del costo del programma stesso.
La prima procedura FIVET, il transfer degli embrioni è passato in modo un po’ caotico. Mi sono agitata proprio prima del transfer e mi è salita la pressione. Però a breve tutto si è sistemato e mi hanno effettuato il trasferimento. Dopo il transfer mi sentivo un po’ male. Avevo un forte mal di testa, la nausea e avevo gli sbalzi d’umore. Però la dottoressa mi ha spiegato che era normale. Ed effettivamente il giorno dopo mi sentivo molto meglio, sorridevo e ho ripreso la mia vita normale. Abbiamo aspettato con ansia il giorno quando si poteva fare il test di garvidanza e scoprire se ero incinta.
Ho effettuato il mio primo tentativo di ovodonazione quando avevo 41’anni. E quest’ultimo è fallito, non sono rimasta incinta. Abbiamo deciso subito di effettuare il secondo tentativo e abbiamo firmato un altro contratto. Per cui qualche mese dopo la prima FIVET ho iniziato tutto d’accapo.
Ci sono rimasta un po’ male ed ero triste, pensavo sempre al fatto che avevo 41 anni ed ero infertile e non si sapeva se sarei mai diventata una madre. Il dottore disse che l’endometriosi che era trascurata per molti anni ha contribuito negativamente all’invecchiamento precoce dei miei ovociti. Se, invece, fossi stata piu’ attenta alla mia salute, tutto sarebbe potuto essere molto piu’ semplice. Però, a dispetto di tutte le opinioni e previsioni, io e i dottori del centro medico abbiamo effettuato un altro tentativo di ovodonazione.
Ero un po’ tesa psicologicamente nel corso di tutto il programma. Noi viviamo in un paese, la clinica si trova in un altro. Eravamo sempre a contatto con la nostra coordinatrice che organizzò tutte le tappe del programma. Le facevo molte domande, chievedo chiarimenti di ogni mio dubbio e dei dettagli del programma. Lei mi aiutò tantissimo in quanto se non fosse stato per le nostre conversazioni io, probabilmente, sarei finita al manicomio per la tensione e preoccupazione.
Era molto emozionante il processo di sincronizzazione dei cicli, quello mio e quello della donatrice. Io e lei abbiamo assunto certi farmaci e i dottori monitoravano sempre la crescita di ovuli della donatrice. Infine tutto è andato bene e i dottori hanno prelevato alla donatrice 10 ovociti, 7 di cui sono stati fecondati. In seguito 4 di questi sono diventati le blastocisti (gli embrioni al quinto giorno dello sviluppo). Mi hanno trasferito 3 embrioni ed è stato deciso di congelarne uno se casomai mi servisse in futuro. Il dottore mi disse che le probabilità di avere una gravidanza gemellare ammontavano al 45%. Avevamo già parlato di quest’eventualità ancora prima di firmare il contratto ed eravamo pronti per qualunque numero dei figli! Ci abbiamo messo così tanto tempo per raggiungere questo obbiettivo!
Al secondo tentativo di ovodonazione abbiamo avuto l’esito positivo! Ho fatto il test a casa e non potevo credere ai miei occhi: mi erano uscite due righi! Dopo ho fatto le beta e i risultati ci hanno sconvolti: avevamo gemelli! 2 embrioni su 3 hanno attecchito e questa era la nostra notizia piu’ bella e piu’ attesa.
Questa è la mia storia di come sono diventata la mamma dei due carinissimi bambini. Non mi sento una madre vecchia in questo i figli fanno sentire la donna piu’ giovane e le danno nuove forze, energie e tanta voglia di vivere e di crescere. Auguro a tutte le donne di sentire almeno una volta nella vita cosa è la maternità. Ricordate, qualsiasi cosa dicano i dottori, qualunque sia la diagnosi, non arrendetevi e continuate a lottare per l’obbiettivo!