I “nuovi italiani” nella riforma della cittadinanza: l’impatto dello ius soli in Italia

Oggi – 15 giugno 2017 – scadono i termini per la presentazione degli emendamenti alla proposta di legge per il diritto di cittadinanza degli stranieri – lo ius soli – già approvata alla Camera nel Settembre 2015. Il Senato dovrebbe votare la riforma, anche se non sono in molti a crederlo. Lo studio della Fondazione Leone Moressa che quantifica i beneficiari delle nuove normeROMA  – Proprio oggi, 15 giugno 2017 scadono i termini per la presentazione degli emendamenti alla proposta di legge in materia di introduzione dello ius soli, vale a dire il diritto di cittadinanza per chiunque nasca nel nostro Paese, già approvata alla Camera nel Settembre 2015. Dunque, entro la giornata di oggi il Senato dovrebbe votare la riforma, anche se non sono in molti a crederlo, visto che stamane nell’Aula di Palazzo Madama è stata solo letta la relazione del presidente della Prima commissione, sullo “stato dei lavori”. In questo studio, la Fondazione Leone Moressa tenta di quantificare i beneficiari di questo possibile e da molti auspicato cambiamento, che non sarebbe solo legislativo, ma forse soprattutto culturale. La normativa italiana sulla cittadinanza è attualmente una delle più rigide d’Europa, riconoscendo lo status di cittadino ai figli degli emigranti residenti all’estero (diritto di sangue, ius sanguinis) ma non ai figli degli immigrati nati in Italia (diritto di suolo, ius soli). La riforma attualmente in discussione ribalterebbe questo principio, riconoscendo il diritto alla cittadinanza per i “nuovi italiani”.

La formula “temperata”. La riforma, ferma al Senato da quasi due anni, introduce i principi dello ius soli “temperato” e dello ius culturae. Principalmente, i casi previsti sono due:

1) – IUS SOLI. Si riconosce la cittadinanza italiana a chi è “nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, di cui almeno uno in possesso del permesso dell’Unione Europea per soggiornanti di lungo periodo (cittadini extra Ue) o il “diritto di soggiorno permanente” (cittadini Ue)”.

2) – IUS CULTURAE. Beneficiario è “il minore straniero, che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età. Egli acquista di diritto la cittadinanza, qualora abbia frequentato regolarmente (ai sensi della normativa vigente) un percorso formativo per almeno cinque anni nel territorio nazionale”.

Le regole da rispettare in entrambe i casi. In entrambi i casi, l’acquisto della cittadinanza italiana si realizza mediante dichiarazione di volontà, espressa (all’ufficiale dello stato civile del Comune di residenza del minore) da parte di un genitore o di chi eserciti la responsabilità genitoriale. La dichiarazione della volontà di acquisire la cittadinanza italiana deve essere espressa entro il compimento della maggiore età dell’interessato. Ove il genitore (o il responsabile) non abbia reso la dichiarazione di volontà, l’interessato può fare richiesta di acquisto della cittadinanza (all’ufficiale di stato civile), entro due anni dal raggiungimento della maggiore età. Dunque siffatta modalità di acquisto della cittadinanza vale (alla prescritte condizioni) per i minori e per i giovani comunque con età non superiore a venti anni. Il giovane può comunque rinunciare alla cittadinanza così acquisita – se in possesso di altra cittadinanza – formulandone richiesta, entro due anni dal raggiungimento della maggiore età.

Un milione di ragazzi stranieri semi-italiani. Secondo i dati Istat al 1° gennaio 2016, i minori stranieri in Italia sono circa 1 milione, oltre un quinto della popolazione straniera complessiva. Si tratta in maggioranza di ragazzi nati in Italia, che frequentano le scuole nel nostro Paese e chiedono il riconoscimento della propria identità italiana. Con la riforma della cittadinanza, attualmente in discussione in Parlamento, una quota consistente di minori ora considerati stranieri avrebbe la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana.

Minori immigrati in Italia, al 1° gennaio 2015. Su un totale di 55.639.398 italiani i giovani al di sotto dei 18 anni risultano essere – sulla base delle elaborazioni della Fondazione Leone Moressa su dati ISTAT – 8.942.222, pari al 16,1%. Gli stranieri residenti nel nostro Paese risultano invece essere 5.026.153, di cui 1.065.811 di ragazzi minorenni, che rappresentano il 21,2% del totale delle persone provenienti da altri paesi del mondo.

Stima dei beneficiari della riforma della cittadinanza

Beneficiari immediatiius soli temperato. Con l’introduzione dello ius solitemperato, potrebbero acquisire la cittadinanza italiana i figli di immigrati nati in Italia dal 1999 ad oggi (ovvero ancora minorenni) i cui genitori sono in possesso del Permesso Ue per soggiornanti di lungo periodo (cittadini extra Ue) o il “diritto di soggiorno permanente” (cittadini Ue). I nati stranieri negli ultimi 17 anni sono 976 mila. Secondo una recente indagine Istat, circa il 65% delle madri straniere risiede nel nostro paese da più di cinque anni. Riportando questa percentuale e ipotizzando che nessuno di questi abbia lasciato l’Italia, si stima che i nati stranieri figli di genitori residenti da almeno 5 anni siano 634.592.

Ius culturae. Per calcolare gli alunni stranieri nati all’estero che hanno frequentato la scuola in Italia per almeno 5 anni, il dato di partenza è fornito dal MIUR, secondo cui nel 2015/2016 gli alunni stranieri nati all’estero erano il 58,7% degli alunni stranieri complessivi, ovvero 478 mila alunni. Escludendo gli iscritti alla scuola dell’infanzia e ai primi due anni della primaria (che sicuramente non hanno completato 5 anni di scuola in Italia) e gli iscritti all’ultimo anno di scuole superiori (in quanto maggiorenni), si può stimare che tra gli alunni restanti il 66,6% sia in Italia da 5 anni (riprendendo la percentuale di immigrati di lungo periodo riportata dal censimento 2011), arrivando a stimare 166.008 alunni nati all’estero che abbiano già completato 5 anni di scuola in Italia.

Beneficiari futuri. Considerando che i nati stranieri in Italia negli ultimi anni si sono attestati tra i 70 e gli 80 mila, si può prevedere il numero di beneficiari dei prossimi anni. Mantenendo fissa la stima dei nati da genitori residenti da oltre 5 anni (65%), è possibile calcolare una quota di 45-50 mila potenziali nuovi italiani ogni anno per ius soli. Inoltre, vanno aggiunti i 24.631 mila alunni nati all’estero che hanno frequentato la scuola dell’infanzia in Italia e in questo momento frequentano la prima e seconda classe della scuola primaria e che, nel giro dei prossimi due anni, avranno completato un quinquennio. Pertanto, si può ipotizzare che nei prossimi anni avranno diritto allo ius culturae dai 10 ai 12 mila bambini, dato peraltro in calo visto l’aumento dell’incidenza dei nati in Italia.

Potenziali “nuovi italiani”. Secondo l’elaborazione della Fondazione Leone Moressa su dati ISTAT e MIUR, “saranno oltre 800 mila i potenziali beneficiari della riforma della cittadinanza. L’introduzione dello ius soli temperato e dello ius culturae consentirà inoltre la naturalizzazione di quasi 60 mila nuovi italiani ogni anno, sommando i figli di immigrati nati in Italia e i nati all’estero che completano un quinquennio di scuola. Una riforma che avrà dunque un forte impatto sulla popolazione italiana, riconoscendo la cittadinanza a circa l’80% dei minori stranieri residenti”.

Chi è escluso. Le stime sono effettuate sulla base del Testo approvato alla Camera il 13 Ottobre 2015 e in discussione al Senato. Sono esclusi, in quanto non hanno diritto al Permesso, gli stranieri che:
a) soggiornino per motivi di studio o formazione professionale;
b) soggiornino a titolo di protezione temporanea o per motivi umanitari;
c) abbiano chiesto la protezione internazionale e siano in attesa di una decisione definitiva circa tale richiesta;
d) siano titolari di un permesso di soggiorno di breve durata;
e) godano di uno status giuridico particolare previsto dalle convenzioni internazionali sulle relazioni diplomatiche.
Fonte: http://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2017/06/15/news/i_nuovi_italiani_nella_riforma_della_cittadinanza_l_impatto_dello_ius_soli_in_italia-168145760/