La gravidanza a beneficio di persone estranee

 

(storia di una gravidanza raccontata da una madre surrogata)

“Raccontando la storia passo dopo passo, inizio con il fatto che la mia gravidanza è stata accuratamente pianificata. Sono stata preparata nei minimi dettagli dagli specialisti della clinica cui mi sono rivolta per iniziare il programma di maternità surrogata. I dottori mi hanno sottoposto a numerosi test medici ed esami.

Immagino che tutti noi sappiamo in che modo il seme magico raggiunge la destinazione. Gli specialisti della clinica hanno condotto il programma perfettamente – il trasferimento embrionale è stato fatto durante il giorno più appropriato dello sviluppo dell’embrione, e gli embriologi hanno usato le cellule di migliore qualità per creare un embrione sano. È stato fatto proprio un buon lavoro – ho saputo di essere incinta dopo il primo tentativo di fecondazione assistita. Inizialmente il test di gravidanza mi ha dato l’esito positivo, poi l’ecografia mi ha confermato tutto.  Il dottore mi ha mostrato un piccolo puntino sullo schermo, dicendomi che era il mio futuro bambino, che avrei dovuto portare in grembo,  sano e salvo!

Poi ci sono stati lunghi mesi di attesa, test ed esami medici, visite dal dottore. Lui mi disse che la data presunta della nascita sarebbe stata il 22 giugno. Tuttavia il bambino, la pensava in modo diverso. Ricordo ancora il giorno in cui fui portata all’ospedale. Durante tutta la giornata, mi sentivo bene ed ero in buona salute. Tornata a casa, mi misi sul letto, ma non riuscivo a dormire. Soffrivo di insonnia nell’ultimo mese. Svenni per un po’ di tempo, e quando mi svegliai e bevvi un po’ d’acqua, mi accorsi  che si erano rotte le acque! Fui portata all’ospedale. Non avevo ancora le doglie del travaglio.

Durante gli esami medici, I dottori dissero che l’utero non si era allargato del tutto, cosi fui portata in una sala operatoria separata. L’infermiera mi raccomandò di addormentarmi. Mi ricordo delle grida e dei pianti delle donne provenienti dal corridoio, mentre io non volevo piangere, la mia condizione era stabile e tranquilla. Non avevo ancora i dolori della dilatazione. Non era come per tutte le altre, i dolori non erano come li avevo immaginati. Poi l’infermiera mi mise una flebo, ma il mio stato fisico non cambiò. La mia pressione era sempre bassa, 80/60, ero in ipotensione. Durante la notte il grembo si allargò di 4 cm. Ed ancora non avevo le doglie. Di conseguenza mi fu somministrata una medicina specifica, e l’utero iniziò ad aprirsi di 6 cm. Il dottore disse che era necessario eseguire un taglio cesareo, poiché la rottura delle acque si era interrotta e quindi non potevo partorire naturalmente. Vasi blu… ago… anestesia…. I miei ultimi pensieri furono: “Quando mi sveglierò, il bambino sarà con i suoi genitori felici. “Ricordo il momento in cui ripresi i sensi dopo l’operazione e l’anestesia.

Sentivo ogni cellula del mio corpo, ma non potevo muovere un dito. Era una sensazione terribile. Poi fui portata nella sala parto. Ritornai completamente in vita dopo l’anestesia, e mi sentivo bene.

La neonata rimase nell’incubatrice per un po’ di tempo, ma andò tutto per il meglio. Quando incontrai i genitori biologici, loro erano felicissimi e continuavano a ringraziarmi incessantemente. La bambina era cosi piccola e  bella; dormiva ed ansimava, quella piccolina era la copia di suo padre.

I genitori, che ho aiutato a realizzare la loro famiglia, completata tutta la procedura con I documenti, ritornarono a casa due settimane dopo la nascita. Tutti questi sentimenti e le emozioni tristi passarono, e mi sentii meglio perché ero consapevole di aver aiutato altre persone a ritrovare la grande felicità di diventare genitori!”.