La madre di un bambino estraneo. La psicologia della maternità surrogata
La donna che accetta di diventare una madre surrogata e partorire un figlio di persone
estranee è costretta ad affrontare certe difficoltà psicologiche dovute ad una gravidanza così
particolare. Dunque, ad esempio, mentre le future mamme pensano come arredare la cameretta,
scelgono giocattoli e accessori per il neonato, la madre surrogata non ne ha alcun diritto. Il suo
compito principale consiste soltanto nel portare avanti la gravidanza e partorire senza
complicazioni, tutto il resto ricade sulle spalle dei genitori biologici. E qui la madre surrogata deve
opprimere tutti i suoi sentimenti, istinti e desideri materni.
Gli psicologi perinatali affermano che esiste un periodo di gravidanza in cui è presente un
forte desiderio di arredare la cameretta, scegliere accessori per il bambino, comprare cuffie e
scarpine e anche se la madre surrogata prova ad opprimere questa “sindrome di annidamento”, le
risulta abbastanza difficile farlo. In questa situazione l’unica salvezza sono i figli propri. Sono loro,
come anche la sua famiglia, che possono distrarre la madre surrogata dagli istinti materni risvegliati
e rivolgere la sua attenzione a loro.
Entro la fine del secondo trimestre di gravidanza la futura madre inizia a chiedere
chiarimenti ed esperienze alle amiche che hanno già partorito e ai parenti, leggere diari di
gravidanza e racconti del parto su Internet, – in questo modo procede la fase “informativa” di
gravidanza. Gli specialisti affermano che proprio in questo periodo la madre surrogata inizia a
valutare la dualità della situazione. Oltre alla solita paura del parto, la donna incinta può avere
anche una paura particolare, quella mistica, dovuta al fatto di essere una madre surrogata. I sogni
inquietanti possono tormentare la donna e lei comincia a porsi le domande: perché devo partorire un
bambino per gli altri? E se non è giusto farlo? E se dopo sarò punita dal destino? E molte altre cose
del genere.
Infine durante il periodo prenatale, la madre surrogata può soffrire dei pensieri
malinconici. “Ho portato questo bambino per nove mesi, ho sofferto per lui; ne ho preso più cura
dei suoi genitori biologici. Ma dopo tutto non è più mio figlio? Perchè non ho diritto ad averlo?
Appena partorisco non lo vedrò più? Questa è la fine?”, – ragiona la madre surrogata. Gli psicologi
paragonano questa sensazione a quella della persona che a lavoro ha concluso con successo il
periodo di prova per una posizione importante ma alla fine non è stata assunta.
Essendo madre surrogata la donna non realizza nessuna necessità materna naturale. Lei
manifesta disagio psicologico in quanto alla fine del percorso non ottiene la soddisfazione, il
bambino, la causa delle sue sofferenze degli ultimi nove mesi. Sia gli psicologi perinatali che gli
ostetrici individuano il problema psicologico principale delle madri surrogate: l’avvertenza de “la
personalità dissociata”; da un lato si pianifica un intervento medico ai fini di migliorare le proprie
condizioni economiche, invece dall’altro lato ci si sente una vera donna incinta che ama il nascituro
e non vuole rifiutarlo.
Le cliniche specializzate che effettuano programmi di maternità surrogata in modo del tutto
legale hanno un approccio professionale e pensato verso lo stato psicologico delle madri surrogate.
Dato questo la clinica di medicina riproduttiva BioTexCom organizza numerose consultazioni e
visite a tutte le sue madri surrogate.
Si sa che le donne incinte dovono mantenere calma ed evitare lo stress. Le emozioni
negative come paura, offese, angoscia, troppa eccittazione e rammarico provocano l’aumento di
adrenalina nel sangue. L’ultimo a sua volta è molto pericoloso per la salute e la gravidanza.
L’eccesso di adrenalina nel sangue può causare tachicardia (l’accelerazione del battito cardiaco),
ipertensione arteriosa e ipertono uterino. I cambiamenti elencati, sorgenti nella salute della futura
madre sottoposta allo stress, portano allo sviluppo dell’ipertono dell’utero che è il motivo principale
dell’aborto spontaneo e del parto pretermine. E proprio per questo motivo gli impiegati della clinica
Biotexcom fanno di tutto per proteggere la madre surrogata da tutte le influenze negative. Il corso
della gravidanza dipende molto dallo stato del sistema nervoso e come conseguenza il nervosismo
eccessivo influisce in modo negativo sul feto. Le madri surrogate e i bambini che le stesse portano
costituiscono il valore primario dei medici di BioTexCom.
Anche i genitori genetici vivono il periodo di gravidanza con una grande preoccupazione;
gli psicologi perinatali sostengono che loro abbiano certe ragioni per essere nervosi. All’occidente,
ad esempio, nel 60% dei casi le madri surrogate provano ad annullare il contratto o scomparire dalla
vista dei clienti. Non sono rari anche i tentativi di rubare il bambino. Se abbiamo paura lasciando il
bambino con una tata che paura potrebbe provare una donna quando il suo bambino porta una
sconosciuta? Qui si comincia a pensare: come si comporta quando non la vedo? E se fa male al
bambino con il suo stile di vita? Fa che vorrà rubarmi il bambino? E’ possibile che lo ami piu’ lei
In caso di infertilità alcuni preferiscono la via dell’adozione. Però, come abbiamo
precendentemente detto, la gente che ha deciso di ricorrere alla maternità surrogata vuole un figlio
geneticamente proprio. Qualche volta capita che ai genitori del bambino surrogato sorgono dei
dubbi: ma è veramente mio questo bambino? Forse non è mio del tutto perche’ non sono io che ho
portato avanti la gravidanza? Qui può dare una mano un medico esperto, il quale chiarisce tutti i
In un futuro non molto lontano la pratica di maternità surrogata diventerà universale, e la
concezione di maternità di per se subirà alcuni cambiamenti. Oggi la diagnosi di infertilità non è piu
rara e di conseguenza la maternità surrogata è sempre piu’ richiesta. Gradualmente la gente si abitua
a pensare che questa tecnica possa esistere. Pian piano sta diminuendo il numero dei problemi
psicologici riscontrati nell’ambito dei programmi di maternità surrogata. Le coppie infertili e le
madri surrogate percepiscono sempre con piu’ calma i loro ruoli e concludono il programma con
successo, senza difficoltà psicologiche, ma solo con pensieri positivi e aiuto reciproco.