La Procura di Torino ha dato parere favorevole alla stepchild per tre coppie di donne

Adesso la decisione spetterà alla sezione famiglia della Corte d’Appello – cui le coppie avevano fatto ricorso dopo il rifiuto. La sentenza è solo l’ultima di una serie di pronunce precedenti che, di fatto, legittimano almeno nelle aule dei tribunali l’istituto della stepchild adoption – seppur espunto dal ddl.

Ancora una volta la stepchild adoption cancellata all’ultimo momento con il maxiemendamento dal ddl unioni civili approvato lo scorso febbraio dal Senato torna nelle aule dei tribunali. La procura di Torino ha dato parere favorevole all’adozione del figliastro di tre coppie di donne, rovesciando la sentenza di primo grado del tribunale minorile che aveva respinto la domanda. Adesso la decisione spetterà alla sezione famiglia della Corte d’Appello – cui le coppie avevano fatto ricorso dopo il rifiuto – che si esprimerà tra qualche giorno. Se sarà positiva, in ognuna delle tre coppie il figlio di una delle componenti potrà essere adottato dalla compagna.

La sentenza è solo l’ultima di una serie di pronunce precedenti che, di fatto, legittimano almeno nelle aule dei tribunali l’istituto della stepchild adoption – seppur espunto dal ddl. Lo scorso marzo il tribunale di Roma aveva riconosciuto l’adozione del figliastro a una coppia di uomini che avevano avuto un figlio utilizzando la pratica della maternità surrogata in Canada. Secondo i giudici in quel caso era giusto ritenere che fosse nell’interesse superiore del bambino poter continuare a crescere con quelli che fino a quel momento avevano esercitato la funzione di genitori. Poco tempo prima lo stesso tribunale aveva riconosciuto la stessa possibilità anche a una coppia di donne conviventi da dieci anni che avevano presentato richiesta per adottare l’uno la figlia dell’altra. Si è trattato del primo caso di doppia adozione. Ancora prima, nel 2014, sempre il tribunale per minorenni di Roma aveva consentito l’adozione di una bambina di cinque anni da parte della compagna della madre. Il concepimento era avvenuto tramite procreazione assistita in Spagna. I giudici hanno scritto anche in quel caso di aver deciso “nell’interesse della minore”.

 

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