La ricetta contro l’infertilità: “Test degli spermatozoi a 18 anni e poi congelamento”
In 50 anni la vitalità e la qualità dello sperma degli europei è scesa del 50 per cento. La proposta presentata al congresso delle società scientifiche che si occupano di Biologia e Medicina della riproduzione
dalla nostra inviata ELVIRA NASELLIRICCIONE – Analisi degli spermatozoi a 18 anni e poi congelamento. La proposta – che può sembrare provocatoria ma che in altri paesi è già allo studio – risponderebbe a due esigenze diverse: garantire ai giovani, che a far figli neanche ci pensano, di poterne avere da adulti e risparmiare sui trattamenti futuri di procreazione assistita cui probabilmente dovranno accedere visto che la fertilità maschile è in continua inarrestabile discesa e che il piano nazionale fertilità è rimasto lettera morta.
Al congresso delle società scientifiche che si occupano di Biologia e Medicina della riproduzione – che si è appena concluso a Riccione – l’allarme è per la fertilità da preservare. Maschile e femminile. E guai a chiamarlo “social” freezing. Piuttosto un mettere sotto zero un patrimonio che l’età, stili di vita sbagliati e persino l’aumento delle temperature non possono che minare. In 50 anni la vitalità e la qualità degli spermatozoi degli europei è scesa del 50 per cento, sottolineavano all’ultimo congresso europeo dell’Eshre, la società europea di Embriologia e medicina della riproduzione. E Luis Quintero Espine, coordinatore medico dell’Imer, istituto di medicina riproduttiva di Valenzia, nonché banca di gameti maschili e femminili, precisa che su dieci giovani donatori di spermatozoi sono costretti a scartarne nove per la cattiva qualità del seme. E che la soluzione è dietro l’angolo. Congelare appunto a 18 anni.
Cattivi stili di vita. La proposta – che ha un costo economico irrisorio – la fa Carlo Foresta, università di Padova, che da anni studia l’infertilità maschile e le sue cause. “Dal 2000 al 2005 – precisa – la qualità del liquido seminale è scesa del 14,7 per cento. I motivi sono tanti. Dai cattivi stili di vita, abuso di alcol, droghe, fumo, alimentazione scorretta, troppo tempo seduti, obesità e scarsa attività fisica. A tutto ciò che in qualche modo aumenta la temperatura dei testicoli, come pantaloni troppo stretti di cavallo, l’abitudine di far la sauna, o patologie come il varicocele. E persino l’aumento della temperatura, che in Italia è stato di circa due gradi negli ultimi anni, può avere un effetto penalizzante per la fertilità. Il calore è infatti il nemico numero della fertilità. E lo stress termico s rotale ha effetti negativi sulla spermatogenesi, con danni al Dna”.
La sauna fa male alla fertilità. Lo dimostra anche uno studio dell’università di Padova – pubblicato su Fertility and Sterility nel 2015 – che ha dimostrato come sottoporsi a sauna a 90 gradi per 15 minuti al giorno due volte a settimana per tre mesi faccia crollare del 60 per cento la produzione di spermatozoi. E servono ben sei mesi per un recupero totale, in soggetti sani. “Abbiamo dimostrato che la sauna fa aumentare il numero di proteine che proteggono da insulti gli spermatozoi – spiega Foresta – e infatti dopo i tre mesi abbiamo registrato un incremento dell’apoptosi (more cellulare, ndr), danneggiamento mitocondriale e rottura della doppia elica del Dna negli spermatozoi rimasti. E abbiamo notato effetti negativi anche se soltanto il soggetto ha la febbre, tanto che suggeriamo, nei casi in cui gli spermatozoi debbano essere usati per la procreazione assistita, di aspettare almeno due mesi prima di poterli utilizzare”. Il calore è indotto anche da varicocele o da obesità. “Un obeso ha mediamente il 30-40 per cento in meno di spermatozoi – continua ancora Foresta – quella che si definisce ipofertilità. E questo non solo perché i testicoli sono ricoperti di adipe ma anche perché sono vicini ai canali testicolari. Dimagrire quindi è necessario anche per la fertilità”.
Si abbattono i costi. Fertilità alla quale difficilmente i ragazzi pensano da giovani. La Danimarca, per esempio, che ha il 6 per cento di bambini nati da tecniche di Procreazione assistita (l’Italia è arrivata al 2 per cento) ha analizzato i costi di un congelamento di spermatozoi ai diciottenni concludendo che è molto più conveniente che rimborsare successivamente i ben più onerosi costi dei trattamenti. “Il costo è risibile – conclude Foresta – circa dieci euro per un esame base del liquido seminale, che indaghi numero, motilità e morfologia. A quel punto, se si riscontrano patologie c’è tutto il tempo per affrontarle. Se non ci sono si può fare la crioconservazione. A 18 anni i ragazzi non sanno quando diventeranno padri. Oggi l’età media è tra i 36 e i 37 anni e sappiamo che la qualità spermatica di un uomo più adulto
è alterata, impiega più tempo per ottenere una gravidanza, sia naturalmente che con i cicli di Pma e ci sono aborti più frequenti. Crioconservare è banale, costa poco, non più di un centinaio di euro all’anno, e risolverebbe il problema”.