Le infezioni genitali ostacolano il concepimento?
Le infezioni uterine, come la Clamidia, possono causare problemi di fertilità. Quelle vaginali, come la Candida, sono più fastidiose, ma non interferiscono con il concepimento. Ecco i sintomi da tenere d’occhio e i consigli su come intervenire.
Infezioni e infertilità
“Circa un terzo dei casi di infertilità che vediamo dipende da infezioni dell’apparato riproduttivo, e questo vale sia per gli uomini sia per le donne”. Parola della ginecologa Valeria Savasi, responsabile della riproduzione assistita dell’ Ospedale
Sacco di Milano ed esperta di infezioni in gravidanza. Che solleva dunque un tema importante per chiunque sia alla ricerca di una gravidanza, o intenda salvaguardare la propria possibilità di averne una in futuro.
Non tutte le infezioni, però, sono ugualmente “pericolose” per la fertilità. Vediamo.
Infezioni uterine, le più rischiose
“Le infezioni che possono causare problemi di fertilità sono quelle che interessano il collo dell’utero, dunque dette cervicali e provocate da microrganismi come la Clamidia, il micoplasma o l’ureoplasma” dice la ginecologa Rossana Sarli. “Sono infezioni che si trasmettono sessualmente e in genere non danno sintomi, per cui tendono a passare inosservate. Solo qualche volta possono comportare un po’ di febbre e di dolore pelvico”.
Perché possono ostacolare la gravidanza
“Queste infezioni – che possono esser singole, oppure causate da più batteri contemporaneamente – possono provocare un‘infiammazione cronica dell’endometrio, il tessuto di rivestimento interno dell’utero” spiega Savasi. E’ proprio l’infiammazione a impedire l’impianto dell’embrione, o a portare ad aborti ripetuti nel primo trimestre”.
“Non solo: alcune infezioni, e in particolare quella da Clamidia, può portare a danni anatomici, con occlusione (cioè chiusura) delle tube, il che impedisce direttamente il concepimento”.
Il ruolo del muco cervicale
Si è anche pensato a lungo che le infezioni cervicali potessero ostacolare il concepimento modificando le caratteristiche, e in particolare il pH, del muco cervicale. Questo renderebbe l’ambiente del collo dell’utero ostile alla sopravvivenza degli spermatozoi, provocandone la morte.
“In realtà ora si pensa che il problema sia legato più alla qualità degli spermatozoistessi che a quella del muco” afferma Savasi. “Il punto è che spesso le stesse infezioni sono presenti non solo nella donna, ma anche nel suo compagno, dove a lungo andare possono provocare anomalie nella composizione del liquido seminale e nella motilità degli spermatozoi, che arrivano già compromessi”.
Come si fa la diagnosi delle infezioni cervicali
“Per la diagnosi occorre un tampone cervicale (non basta il semplice tampone vaginale), che non è un esame di routine e non rientra tra gli esami preconcezionali, ma viene prescritto dal ginecologo solo se la coppia ha problemi di concepimento oppure prima di intraprendere l’iter di fecondazione assistita” afferma Sarli. Questo perché le stesse tecniche di PMA potrebbero favorire la propagazione di tali germi e la diffusione a livello delle tube, peggiorando la situazione.
Come si curano le infezioni cervicali
Una volta individuato il germe responsabile, le infezioni cervicali si curano con antibiotici specifici. “Sono tutte curabili” rassicura Savasi. “Certo è che se si arriva alla terapia dopo anni dall’insediamento dall’infezione, non è detto che si possano eliminare i danni che l’infezione stessa ha provocato nel tempo”. Per questo, secondo l’esperta, sarebbe opportuno, una volta ogni tanto, fare un tampone per vedere come vanno le cose.
Non è un’indicazione ufficiale (quindi non è un esame passato dal SSN) se non c’è già una diagnosi di infertilità o di difficoltà di concepimento o di aborti ripetuti, ma potrebbe essere una strategia utile per preservare la fertilità, specialmente se si tende a cambiare spesso partner sessuale, una condizione che aumenta il rischio di contrarre queste infezione.
Infezioni vaginali: fastidiose, ma non impediscono la gravidanza
Sono invece innocue ai fini del concepimento le infezioni che coinvolgono il canale vaginale, come le infezioni micotiche, ad esempio la Candida, o batteriche, come la Gardnerella, lo Streptococco e l’Escherichia Coli, che sono di provenienza intestinale e possono colonizzare vagina e vescica passando attraverso i vasi linfatici.
“Le infezioni vaginali non causano problemi di fertilità proprio perché si fermano a livello vaginale e non arrivano al collo del’utero, dove ‘soggiornano’ gli spermatozoi” sottolinea la Sarli.
Come si fa la diagnosi delle infezioni vaginali
Di solito danno sintomi abbastanza evidenti, come bruciore, prurito e perdite maleodoranti. In tal caso la diagnosi è praticamente certa. In caso di dubbio, il ginecologo può prescrivere un tampone vaginale, che permette di identificare con precisione il batterio o il fungo responsabile.
Come si curano le infezioni vaginali
Con pomate ed ovuli specifici. Solo nei casi più ostinati possono rendersi necessarie terapie per bocca.