Le malattie infettive dei bambini
L’espressione “malattie infettive” identifica le affezioni che possono colpire i bambini, tipicamente, dagli anni dell’asilo fino a 12 anni.
Questo periodo della vita del bambino è particolarmente esposta alle infezioni per due ragioni:
lo sviluppo non completo di tutti gli anticorpi immunitari
il contatto frequente e continuo con altri bambini già contagiati
Nonostante queste malattie siano altamente contagiose e molto fastidiose per i bambini, nella maggior parte dei casi – e se esaurite entro l’età dello sviluppo – sono innocue e non necessitano di particolari terapie.
Le malattie infettive o esantematiche sono tutte caratterizzate da eruzioni cutanee (gli esantemi), spesso pruriginose. Tali malattie sono frequentemente accompagnate da febbre, mal di gola, tosse, a volte mal di testa.
Vediamo le malattie una ad una per comprenderne i sintomi e capire quali siano le cure adatte:
1) Il morbillo
Il morbillo è una delle malattie infettive più usuali che colpisce i bambini da 1 a 3 anni, ma anche durante le scuole primarie. Questa malattia ha durata breve ed è causata da un virus del genere morbillivirus, della famiglia dei Paramixovidae. Il morbillo si trasmette per via aerea, tramite secrezioni nasali e faringee.
Il periodo di incubazione va dai 9 ai 14 giorni. Il bambino è contagioso dai 3-4 giorni prima del manifestarsi dell’infezione, fino a 4-5 giorni dopo l’apparizione delle eruzioni cutanee. Solitamente il morbillo dura da 7 a 12 giorni, trascorsi i quali la malattia può considerarsi terminata.
Il sintomo tipico del morbillo è la comparsa di macchie rosse non pruriginose e in una zona circoscritta. Le macchie possono essere accompagnate da febbre, tosse, rinite, o congiuntivite.
Nella seconda fase del decorso della malattia, dopo l’insorgere di macchie su tutto il corpo, possono comparire infiammazioni alle vie respiratorie associate a febbre alta fino a 40° C.
Trascorsa la prima settimana, le macchie cominciano a sparire gradualmente e dopo qualche giorno il bambino è completamente guarito.
Non esistono cure specifiche per il morbillo, se non il controllo della febbre e la cura della tosse. Può essere utile umidificare gli ambienti e mantenere la massima igiene nelle stanze frequentate dall’ammalato.
La prevenzione del morbillo si fa attraverso la somministrazione di un apposito vaccino in 2 dosi: la prima entro i primi 24 mesi di vita (preferibilmente fra il 12° e il 15° mese) e la seconda verso i 5-6 anni o gli 11-12 anni.
2) La parotite o orecchioni
Si contrae la parotite a causa di un virus trasmesso prevalentemente per via aerea.
Il periodo di incubazione varia dai 14 ai 18 giorni, mentre la malattia ha una durata di circa 2 settimane.
L’ammalato di parotite è contagioso a partire dai 2-3 giorni precedenti all’insorgere degli orecchioni fino ai 9-10 giorni successivi.
La malattia si manifesta inizialmente con mal di testa, dolore ai lati del collo, sotto le orecchie, fastidio quando si mastica o si deglutisce. Talvolta i sintomi sono accompagnati da febbre e sempre dall’ingrossamento di entrambe le ghiandole salivari (parotidi).
Non esistono medicinali specifici per la cura della parotite, oltre al ricorso di antidolorifici per alleviare la sofferenza da infiammazione. La malattia scompare autonomamente dopo il regolare decorso.
Poiché risulta doloroso alimentarsi, è importante preparare cibi liquidi per facilitare il bambino nella deglutizione.
3) La rosolia
La rosolia è una malattia esantematica contagiosa che può essere contratta anche in età adulta.
Se si contrae la rosolia in gravidanza, il feto può esserne danneggiato e rischiare così cecità, sordità, malformazioni cardiache, ritardo mentale nel bambino. Se il contagio avviene durante le prime settimane di gravidanza, inoltre, si incorre nel rischio di aborto spontaneo.
Il virus della rosolia si trasmette per via aerea o tramite contatto diretto con le secrezioni nasali.
Il periodo di incubazione varia fra le 2 e le 3 settimane e il contagio da 6-7 giorni prima della comparsa dei sintomi e fino a 4-5 giorni successivi all’esplosione della malattia. La durata complessiva della rosolia è di circa 7-10 giorni. I sintomi della rosolia (una macchia di colore rosa dietro la nuca e il collo, che si diffonde poi su tutto il corpo) sono visibili per un periodo di 5-10 giorni e di solito sono molto lievi, tanto che ha volte la malattia è del tutto asintomatica. La febbre, in caso si manifesti, è di lieve entità. Si presterà attenzione quindi a dolori articolari e lacrimazione degli occhi.
L’unico modo per prevenire la rosolia è il vaccino, che garantisce l’immunità a vita. Il vaccino viene somministrato in 2 dosi: la prima dose verso i 12-15 anni di età e il secondo richiamo entro i 5-6 anni.
4) La scarlattina
La scarlattina è causata dal batterio dello Streptococco Beta-emolitico di gruppo A che colpisce le vie respiratorie. È l’unica, insieme alla quarta malattia, a non essere virale.
I più esposti sono i bambini in età scolastica. Il contagio avviene per via aerea o tramite il contatto diretto con muco e saliva. La scarlattina è contagiosa a partire da 3-4 giorni prima che si manifestino i sintomi (periodo corrispondente all’incubazione) e lo rimane per tutto il decorso della malattia (10 giorni circa).
Lo sviluppo della malattia avviene in due fasi: durante i primi giorni di malattia i sintomi sono febbre elevata, brividi, mal di testa, infiammazione della faringe, nausea e vomito.
La lingua si ricopre di una patina bianca al primo giorno di infezione che durerà soltanto 4-5 giorni. Desquamandosi la patina bianca, il malato rivelerà una lingua rosso vivo e papille marcate.
La seconda fase è caratterizzata da eruzione cutanee con bolle, pustole e vesciche, inizialmente sul collo, intorno alle ascelle e in prossimità dell’inguine. Nelle 12-36 ore successive l’eruzione interessa tutto il corpo, tranne il naso e il mento. Le bolle sono grandi come punte di spillo e si caratterizzano per la loro ruvidità; dopo circa 4 giorni le bolle di desquamano e guariscono da sé. La scarlattina si cura in un paio di settimane con la semplice somministrazione di antibiotici e un’abbondante idratazione.
Non esiste un vaccino contro la scarlattina; l’unico modo di prevenire la malattia, dunque, è quello di tenere i bambini lontani da persone affette e in un ambiente igienico.
5) La varicella
La varicella colpisce soprattutto i bambini dai 5 ai 10 anni, ma può anche presentarsi dopo il primo anno di età. Il contagio avviene tramite saliva, per via aerea o tramite contatto con le eruzioni cutanee tipiche di questa malattia. La varicella ha un periodo di incubazione variabile tra le 2 e le 3 settimane, in cui non risulta esserci pericolo di contagio. La malattia è contagiosa a partire da 1-2 giorni prima della comparsa dei sintomi e lo rimane per 5-6 giorni.
Si manifesta con un’eruzione cutanea di papule pruriginose localizzate in una parte del corpo (il volto o il torace), oppure l’intero corpo. La febbre è lieve e le bolle si seccano entro 3-4 giorni trasformandosi in croste.
La malattia tende a scomparire da sola dopo il normale decorso e non richiede, normalmente, l’utilizzo di farmaci specifici.
È bene ricorrere a blandi rimedi per alleviare il prurito come il talco mentolato. Grattare troppo le bolle seccate potrebbe causare la formazione di cicatrici perenni.
Si può prevenire la varicella grazie al vaccino, da somministrare entro il 12° anno di età.
6) La quarta malattia
Il suo nome deriva dal fatto che le malattie infettive erano originariamente classificate con numeri progressivi, in base all’ordine con cui erano scoperte. È conosciuta anche come scarlattinetta perché i sintomi sono del tutto simili a quelli della scarlattina, ma in forma più leggera.
Il contagio avviene tramite contatto con i bacilli presenti nella saliva o per via aerea e si contrae prevalentemente in primavera o in estate. Non si tratta dunque di un virus, ma di un batterio.
Il periodo di incubazione della quarta malattia dura all’incira una settimana, passata la quale cominciano a manifestarsi i primi sintomi: febbre non troppo alta, arrossamento della faringe, lievi cefalee, inappetenza, sonnolenza. Come per la scarlattina, le eruzioni cutanee si manifestano dopo qualche giorno e si diffondono in tutto il corpo, ma in quantità più modeste in confronto alla scarlattina. Dopo 4 o 5 giorni le eruzioni cominciano a desquamarsi, secondo il normale processo che porta alla completa guarigione. La quarta malattia può essere curata con un semplice antibiotico e guarisce in circa 10 giorni.
7) La quinta malattia
La quinta malattia si presenta sotto forma di eritemi, bolle e vesciche e colpisce soprattutto i bambini dai 3 agli 8 anni.
Si chiama quinta malattia perché è la quinta patologia esantematica scoperta in ordine di tempo.
Si manifesta in forma molto lieve e non è molto contagiosa.
La malattia si rivela con febbre (non molto alta, spesso assente), prurito ed eruzioni cutanee, che ricoprono inizialmente le gambe, le braccia e i glutei, per poi diffondersi lievemente sul torace e sulla schiena.
La malattia comincia a guarire dopo circa una settimana, quando le eruzioni cambiano di colore diventando bluastre. La quinta malattia non necessita di cure specifiche; l’unico accorgimento è quello di non esporre troppo il bambino al sole.
8 ) La sesta malattia
La sesta malattia colpisce l’apparato respiratorio dei bambini più piccoli, solitamente tra i 6 mesi e i 2 anni. Si trasmette tramite saliva o attraverso tosse o starnuti prodotti da bambini già infetti. Spesso viene contratta senza che nessuno se ne accorga, perché pressoché asintomatica.
Nel caso in cui i sintomi siano evidenti, lo stadio di sviluppo della malattia avviene dopo un periodo di incubazione di circa 10 giorni.
Non esiste un vaccino e non si necessitano cure con farmaci, perché la sesta malattia tende a scomparire da sola. Sono consigliabili cure antibiotiche quando insorgono complicazioni all’apparato respiratorio o quando la febbre è troppo alta.
9) La pertosse
La pertosse (o tosse canina) è una malattia dell’apparato respiratorio causata da un batterio che si insedia nelle mucose delle vie respiratorie del bambino, moltiplicandosi e infettandole.
La pertosse, preceduta da un periodo di incubazione che dura dai 6 ai 20 giorni, si evolve in tre fasi:
– Fase catarrale: attacchi di tosse catarrosa e raffreddore per 1-2 settimane
– Fase parossistica: forti e ripetuti colpi di tosse violenta dalle 2 alle 4 settimane, che possono provocare una fase di apnea con possibili spasmi. Si manifesta con 10-15 colpi di tosse continuativi e culmina con l’esplulsione di catarro e con quello che è chiamato ”urlo inspiratiorio” (una rapida inspirazione). A volte la fase finale degli accessi di tosse è caratterizzata dal vomito, soprattutto nei bambini più piccoli, che non riescono ancora a controllare bene la respirazione.
– Fase di convalescenza: può durare un paio di settimane e consiste nel progressivo decremento della tosse.
La pertosse è una malattia molto contagiosa e il contagio avviene prevalentemente per via aerea, tramite i bacilli emessi dalla tosse o dagli starnuti. Anche se con incidenze minime, è possiblie che la pertosse sfoci in malattie più preoccupanti, come la broncopolmonite o l’otite. È consigliabile, per questi motivi, un vaccino per la pertosse, anche se non è obbligatorio.
Può essere somministrato ai bambini che abbiano raggiunto l’8a settimana di età, ma devono essere fatti alcuni richiami perché il vaccino tende a perdere efficacia nel tempo; per questo motivo sono necessarie tre somministrazioni da eseguire ogni 6/8 settimane e una ulteriore vaccinazione dopo il compimento dei 2 anni.
La pertosse si cura con antibiotici, da assumere nella fase catarrale, unico periodo in cui l’antibiotico ha effetti. Da notare che è molto utile umidificare l’ambiente per favorire una più serena respirazione e proporre pasti leggeri e frequenti per ostacolare la tosse e il vomito.