Lorenzin, vicenda Antinori non è legata ad assenza ovociti

Non c’è nessun legame tra la vicenda dell’arresto del ginecologo Severino Antinori e la mancanza di ovociti in Italia. A escludere una lettura in questa chiave è il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che all’indomani della notizia di quanto accaduto ad uno dei più famosi ginecologi italiani, paladino della fecondazione assistita già dagli esordi e spesso al centro di forti polemiche, fa chiarezza su alcune questioni legate alla legge in Italia e alla sua applicazione.

“Legare l’arresto di Antinori al tema dell’assenza di ovociti è profondamente ingiusto nei confronti della presunta vittima, ed è anche un ragionamento molto pericoloso”, spiega Lorenzin. Sulla fecondazione assistita, in particolare eterologa, il ministro della Salute spiega che l’intervento del ministero a livello di adeguamento normativo è stato tempestivo ma ammette che l’iter è lungo per quanto riguarda il recepimento di alcune direttive europee. “Fin dall’inizio abbiamo detto che la sentenza della consulta non era immediatamente esecutiva, ma aveva bisogno di molti interventi di adeguamento normativo, che abbiamo fatto subito e completamente, per quanto riguarda le nostre competenze”, aggiunge Lorenzin. “Lo scorso agosto – evidenzia – sono state aggiornate le linee guida della Legge 40 (ferme dal 2008), abbiamo inserito la fecondazione assistita nei Lea (livelli essenziali di assistenza), per la prima volta, sia per l’omologa che per l’eterologa, e stiamo proseguendo nel completamento del recepimento delle direttive europee, che regolano in particolare la donazione di gameti per eterologa, cioè la selezione del donatore, con l’elenco degli esami clinici e genetici e il numero massimo dei nati da ciascun donatore. Prima non erano state recepite perché l’eterologa era vietata”.

“L’iter è lungo, non per nostra scelta ma perché una legge prevede che questo particolare recepimento sia fatto per regolamento. In particolare – aggiunge -, il testo è già stato approvato dal Garante della Privacy, dal Consiglio Superiore di Sanità e dalla Conferenza Stato-Regioni. Adesso è alla Presidenza del Consiglio, che deve consentire il prosieguo dell’iter, e cioè per avere l’ok dal Consiglio di Stato e dalle commissioni parlamentari. A quel punto potremo emanare il decreto con il nuovo consenso informato e, soprattutto, iniziare le campagne di donazione dei gameti”. “La sentenza della Consulta – obietta però Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni – era ed è immediatamente esecutiva, il ministero però non ha fatto nulla perché lo fosse nei fatti. Nei due anni sono state applicate tecniche eterologhe nel pubblico e nel privato.

Indipendentemente dalle azioni di governo che, quando ci sono state, hanno solo determinato la violazione dell’anonimato dei donatori. Il ministro – conclude – non trovi scuse per camuffare la mancanza di volontà politica. Si adoperi invece perché ci siano campagne informative, Lea aggiornati per consentire copertura a tutte le tecniche di fecondazione assistita”.