«Madre surrogata per cambiare la vita di qualcuno»
«Ho deciso di diventare una madre dopo che mia sorella ha perso un bimbo un mese dopo la nascita di mia figlia. Mi aveva fatto sentire impotente – ha raccontato Tara Bartholomev al Corriere della Sera -. Mia sorella è gay e avevo visto le pressioni che aveva dovuto affrontare prima di decidere di fare un figlio, a cominciare dal timore dei pregiudizi».
Ecco le prime motivazioni di una donna, americana e di 44 anni, che ha deciso di aiutare una coppia omosessuale, in questo caso quella formata dal giornalista e scrittore italianoClaudio Rossi Marcelli e suoi marito Manlio, a coronare un sogno e diventare padri. Di tre bambini, due gemelle, Clelia e Maddalena, 8 anni e un maschietto, Bartolomeo di 4 anni, concepiti grazie all’ovulo di una donatrice, Jamie Kramer e cresciuti nella pancia di Tara, che ha portato a termine la gravidanza.
«All’epoca lavoravo per un ginecologo e assistevo ogni giorno alle sofferenze delle coppie non fertili – ha spiegato Tara alCorriere– in più una delle nostre pazienti era una madre surrogata e aveva amato l’esperienza: mi è sembrato naturale farlo». Da quel giorno, grazie alla mediazione di un’agenzia, Tara, Claudio, Manlio e Jamie sono diventati parte di una grande famiglia.
«Prima di deciderci però, abbiamo voluto incontrarla, perché all’inizio anche noi avevamo delle perplessità sulla surrogata– ha raccontato Claudio Rossi Marcelli -. Volevamo sapere perché si era offerta: “Lo sai che in Italia ti considererebbero pazza?” le ho detto».
Il tema della maternità surrogata è tornato ad essere centrale in questi giorni nel dibattito italiano, dopo l’appello del collettivo, femminista, Se Non Ora Quando, «affinché le donne non vengano considerate come oggetti a disposizione». Dal suo profilo Facebook, Mario Adinolfi, direttore della Croce, commenta e offende con violenza la decisione di chi diventa madre surrogata, scrivendo «Quando “l’amore” costa 20mila euro ha un nome ben preciso, completabile con “di alto bordo”. C’è chi si vende, c’è gente con i soldi che compra: il mestiere più vecchio del mondo».
Non è certo così che si è sentita Tara, che ha scelto spontaneamente di portare in grembo i figli di Claudio e Manlio pur non negando di essere stata spinta anche dal compenso previsto, che le avrebbe garantito la possibilità di far studiare i suoi figli: «Circa ventimila dollari, che ho messo nel fondo per pagare l’università ai miei figli».
Jamie Kramer, 33 anni, ha donato l’ovulo che è stato fecondato con seme di Claudio la prima volta, e con quello di Manlio, la seconda. «Avevo poco più di vent’anni e facevo l’attrice a New York, ha pesato la motivazione economica – ha raccontato Jamie-. Ma è stato quando una mia zia ha avuto un aborto spontaneo che ho visto la bellezza di aiutare un’altra famiglia a concepire un bimbo».
Oggi tutti insieme Claudio e Manlio con i loro tre figli, Jamie e Tara, entrambi madri e mogli a loro volta, sono parte di una bellissima famiglia allargata, in cui non è stata solo la motivazione economica (come alcuni vorrebbero far pensare) a fare da collante bensì l’amore incondizionato e la generosità degli uni verso gli altri. «Siamo entrati in una famiglia allargata: ci mancano ancora le parole per dirlo – ha concluso Claudio -ma facciamo tutti parte della stessa storia». Per capirlo, serve solo il cuore.
Fonte http://www.vanityfair.it/news/italia/15/12/08/maternita-surrogata-famiglia-italiana-polemica