Maternità surrogata. Parlamento UE a favore della versione solidale. Ass. Luca Coscioni: “Risposta all’obbrobrio giuridico prodotto dal Governo”

“Il Parlamento europeo ritiene che la gravidanza per altri possa essere un reato ‘di tratta” nei soli casi in cui questa comporti uno sfruttamento delle persone coinvolte” spiega l’Associazione commentando l’accordo raggiunto a Bruxelles il 23 gennaio

“È stato raggiunto a Bruxelles un accordo per includere tra le forme di sfruttamento, insieme ad altri temi, anche la gravidanza per altri ma solo nella forma “forzata”. E’ avvenuto il 23 gennaio nel corso della cosiddetta fase del trilogo che coinvolge il Parlamento europeo, la Commissione e il Consiglio su una proposta di direttiva europea che modifica e rafforza la direttiva 2011/36/EU sulla tratta di esseri umani (direttiva anti-tratta). Il 10 ottobre scorso il Parlamento europeo aveva votato una serie di emendamenti relativi alla procedura di aggiornamento della Direttiva (2011/36/UE) contro la tratta di persone. Il Parlamento europeo ritiene quindi che la gravidanza per altri possa essere un reato “di tratta” nei soli casi in cui questa comporti uno sfruttamento delle persone coinvolte”.

“Si tratta di un risultato molto importante perché conferma che l’Europa è a favore della gravidanza per altri, in senso esattamente contrario all’obbrobrio giuridico del reato universale che invece sta introducendo il Governo Meloni nel nostro Paese, prevedendo reclusione e sanzioni pecuniarie elevatissime anche per chi, nei Paesi dove c’è una legge, intraprende un percorso di gravidanza per altri regolamentato, basato sul consenso e il rispetto dei diritti di tutte le persone coinvolte” hanno dichiarato le avvocate Filomena Gallo e Francesca Re, rispettivamente Segretaria nazione e membro di giunta dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, che proprio sul tema della gravidanza solidale per altri ha depositato attraverso i parlamentari Ivan Scalfarotto e Riccardo Magi una proposta di legge per regolamentare l’accesso a questa tecnica di fecondazione assistita.

“L’Europa ha quindi scelto di non cedere alle pressioni di alcuni gruppi che chiedevano l’introduzione di un divieto assoluto della GPA in ogni sua forma – hanno aggiunto – richiesta che si scontrava con il rispetto dei diritti umani e le legislazioni attualmente in vigore in Grecia, Portogallo e Gran Bretagna che prevedono regole per una gravidanza per altri cosiddetta “etica”, ovvero fondata sul consenso e la partecipazione informata di tutte le persone coinvolte”.

Fonte: https://www.quotidianosanita.it/cronache/articolo.php?articolo_id=119745