Come prepararsi al parto

Quando il parto si avvicina è facile farsi prendere dalla paura. Ecco come ci si può preparare, dal punto di vista fisico e psicologico, per affrontare con serenità quest’esperienza

Già a partire dalla fine dei primi tre mesi di gravidanza è importante cominciare a prepararsi ad affrontare il travaglio e il parto nel modo più sereno possibile. Per farlo è necessario darsi tempo, quindi cominciare con largo anticipo, e pensare sia al corpo sia alla mente.

Per farlo nel modo migliore, abbiamo chiesto alcuni consigli a Sabina Pastura, ostetrica de La Lunanuova, lo studio professionale associato di Milano dedicato alle attività di preparazione alla nascita e assistenza in gravidanza.

 

1. Come ci si può preparare al parto dal punto di vista fisico?
Prepararsi alla nascita significa attuare anche una preparazione fisica al parto, a partire almeno dal primo trimestre compiuto. Credo che sia importante curare l’aspetto corporeo in vista di questo momento, e cioè una preparazione che permetta di entrare in contatto con parti di sé che, magari, si conoscono poco. Questo si può fare attraverso delle posizioni o grazie a un movimento che si calibra secondo il nostro respiro. Per qualcuno può essere d’aiuto la piscina, soprattutto i corsi di acquaticità, che favoriscono le situazioni in cui il corpo della donna è in acqua e si identifica con quello del bambino, provando la leggerezza e il respiro nell’acqua. Tutte esperienze che ci potranno poi essere utili nella parte attiva del travaglio.

 

 

2. Qual è la preparazione migliore dal punto di vista psicologico?
Il punto di partenza è riconoscere il fatto che la gravidanza sia qualcosa che avviene nel corpo in modo naturale. Quindi, la pancia che cresce significa già accogliere il bambino che sta crescendo dentro di noi. Da qui è poi importante cercare di cogliere le caratteristiche peculiari di nostro figlio, perché ogni bambino si manifesta in un modo un po’ diverso come, ad esempio, attraverso la ciclicità dei suoi movimenti o dei suoi ritmi sonno veglia. Già questo significa dare spazio al bambino e, dunque, un prepararsi dal punto di vista psicologico alla sua nascita.
In più, se si seguono un po’ i propri ritmi, che in gravidanza sono più rallentati, ci si accorge anche che si è più permeabili. Una condizione che ci porta ad avere una buona preparazione anche a quella che sarà la sensibilità del bambino che nasce. Questo nuovo essere non ci parlerà con un linguaggio razionale, ma lo farà attraverso sensazioni corporee, come il sorriso e il pianto, a cui la mamma si predispone nell’arco della gravidanza.

 

3. Come si può arrivare al parto con serenità?
Credo che valga la pena di frequentare un gruppo di preparazione alla nascita che sia composto da un numero ristretto di donne, in modo da creare una rete di sostegno. Il gruppo rappresenta un ambito in cui è possibile fare esperienza di un lavoro corporeo dove ci si misura a volte anche con l’intensità, con la fatica e, grazie a quest’esperienza, si riesce a trovare i propri strumenti per arrivare serenamente al parto.
Poi credo che sia una buona cosa andare a visitare il luogo stabilito per il parto, fare delle domande all’ostetrica e all’équipe che incontreremo per capire qual è la modalità assistenziale e poter esprimere anche quali sono i nostri desideri.

 

4. Un ultimo consiglio?
Fare delle buone letture: circondatevi di libri che non parlino tecnicamente della nascita, ma che ci raccontino un po’ la poesia di questa esperienza. E poi letture che ci parlino di nascite anche in altre culture, che ci aprano un po’ gli occhi su come questo momento venga vissuto in ogni parte del mondo.

Fonte, http://video.nostrofiglio.it/gravidanza/parto-82/come-prepararsi-al-parto