Una legge per la maternità surrogata? Si deve iniziare da qualche parte

Oggi l’Associazione Luca Coscioni, durante una conferenza presso la sala stampa della Camera dei deputati, ha presentato una proposta di legge sulla maternità surrogata, Disciplina della gestazione per altri.

La premessa di Filomena Gallo e Marco Cappato, Segretario e Tesoriere dell’Associazione, è che lo strumento migliore per evitare e ridurre gli abusi sia la regolamentazione e non l’invocazione di reati universali.

Nel dibattito su ciò che, in modo dispregiativo, è chiamato ‘utero in affitto’ in pochi sembrano voler distinguere tra sfruttamento e solidarietà, tra mercificazione e progetto parentale. I rischi per le donne, paventati da molti, e le discriminazioni si contrastano solo colmando il vuoto normativo nel quale si annidano. Per questo con gli esperti dell’Associazione abbiamo preparato un testo di legge per regolamentare la gravidanza per altri anche nel nostro Paese, tutelando le donne attraverso limiti e paletti e garantendo così i diritti di tutti”.

Si comincia con le definizioni: “Per gestazione per altri s’intende quella di una donna che volontariamente e liberamente ospita nel proprio utero, fino al termine della gravidanza, un embrione prodotto attraverso le tecniche di fecondazione in vitro e che, prima dell’inizio della gestazione, si è impegnata con atto irrevocabile, da sola o unitamente alla persona con cui è sposata o è convivente, a partorire il figlio del genitore o dei genitori e rinunciare a qualsivoglia diritto genitoriale sul bambino che nascerà. Tutti i soggetti qui coinvolti accettano integralmente il contenuto del successivo articolo 6 con dichiarazione inclusa nell’atto di cui al successivo articolo 5” (articolo 1).

gameti possono essere donati oppure appartenere a chi si rivolge alla gestazione per altri, ma non dalla gestante (articolo 2). In questo modo la portatrice non sarà geneticamente affine al nascituro.

Fonte: http://www.associazionelucacoscioni.it/rassegnastampa/una-legge-la-maternit-surrogata-si-deve-iniziare-da-qualche-parte#sthash.2jGL5y2X.dpuf