Usi e tradizioni legati alla gravidanza in differenti paesi
Nel corso dei secoli i popoli diversi hanno formato e portato avanti dei particolari costumi legate alla nascita del bambino. Molti indizi sono seguiti ancor oggi, alcuni vengono considerati dei superstizi stupidi e, invece, altri destano addirittura orrore o riso.
In molti paesi si usava e si usa tutt’ora fare dei regali alla partoriente. Ad esempio dai ciuvasci si usa che il marito regali alla moglie dei gioielli preziosi o dei vestiti. Questa tradizione può essere osservata anche nel mondo moderno quando il marito, di solito, fa un regalo alla moglie subito dopo il parto.
In Giappone esisteva un’antica usanza: conservare il cordone ombelicale; si pensava che quest’ultimo aiutasse a preservare il legame fra la madre e il figlio per molti anni. Oggi è molto richiesta la procedura di conservazione delle cellule staminali e del sangue cordonale. Questo si fa per semplici ragioni mediche. In questo modo se un bambino in futuro avrà bisogno delle cellule staminali per determinate cure il sangue cordonale può salvarlo.
Qualche secolo fa in Cina esisteva una tradizione interessante: per rabbonire gli dei 3 giorni dopo la nascita del bambino i cinesi sacrificavano un gallo in loro onore. Nel 21esimo secolo nessuno sacrifica piu’ niente però alcuni popoli ritengono indispensabile organizzare una festa in onore della nascita del continuatore della stirpe.
Nei Paesi Bassi esisteva un costume interessante che viene seguito fino ad oggi: il primogentito prendeva il nome della nonna o del nonno da parte del padre, e il secondo figlio nella famiglia prendeva il nome della nonna o del nonno da parte della madre. Una simile tradizione esiste anche in Inghilterra e in Italia dove viene seguita soprattutto al Sud e nei paesi.
Anche gli indiani avevano un’usanza abbastanza curiosa. Loro non davano i nomi ai figli ma tutti i bambini venivano chiamati con la parola “uti”. Solo dopo che il bambino si distingueva in qualche modo otteneva il suo nome.
Sono interessanti i costumi e le usanze del popolo giorgiano. Uno di questi è la trasmissione della culla da una generazione a quella successiva. Gli abitanti della Giorgia credevano che in questo modo loro preservassero il legame e l’amicizia fra le generazioni.
In Birmania esisteva ed esiste ancora una curiosa festa dei bambini. Ad ogni bambino neonato il padre tagliava i capelli dal cocuzzolo e la madre metteva i capelli tagliati nella sua acconciatura. Piu’ numerosa era la famiglia piu’ ampia era l’acconciatura della madre. Queste madri erano le piu’ rispettate in Birmania.
In Kirghizia il bambino veniva considerato il simbolo dell’immortalità del popolo per cui la donna incinta veniva ptotetta in ogni modo: le vietavano uscire dalla casa non accompagnata, la obbligavano severamente di portare gli amuleti che proteggevano dagli spiriti cattivi. Durante il parto nella tenda il fuoco veniva alimentato in continuazione, vicino al focolaio mettevano un pugnale con la lama rivolta verso l’ingresso e sopra la testa della futura madre veniva appeso un fucile caricato; in questo modo i kirghizi caccaìiavano gli spiriti cattivi. Anche le usanze post parto non mancavano. I regali venivano fatti per ogni occasione: per una buona notizia, per la possibilità di vedere per la prima volta il bambino. Per i parenti veniva organizzata una vera tavolata festiva.
Anche il rigido Caucaso si è distinto per le sue tradizioni insolite. Così, ad esempio, una moglie giovane doveva bere le uova crude e fare il bagno nell’acqua delle 7 sorgenti per avere un concepimento e una gravidanza di successo. Inoltre la futura mamma si bagnava con l’acqua e cenere presa dal focolare di casa. Si usava organizzare il parto nella casa del marito da dove venivano cacciati via tutti gli uomini.
Il paese piu’ rigido ne confronti delle donne incinte era l’Iran ossia la religione dello zoroastrismo. Secondo questa religione la gravidanza veniva equiparata ad una malattia che infrange la condizione ideale del corpo umano e profana la purezza dell’organismo. Quindi dopo il parto il rito pulente che riguardava sia la madre che il figlio, continuava per 40 giorni ed era molto pesante da sostenere. I primi gionri dopo il parto alla donna si vientava di bere l’acqua pulita, riscaldarsi vicino al fuoco e persino avvicinarsi a esso (anche se il periodo era invernale). Spesso queste rigide limitazioni comportavano la morte degli organismi fragili della madre e del bambino.
In Scozia si usava aprire tutte le serrature, porte e sciogliere tutti i nodi e slacciare tutte le cinture nella casa dove si partoriva. Veniva considerato che in questo modo il bambino sarà facililato nel venire al mondo.
Nella Papua Nuova Guinea fino ad oggi esiste una tradizione curiosa che trae le sue origine nell’atichità. Quando il marito viene a sapere che la moglie è incinta si distacca dalla società e va a vivere in una capanna da solo fino a quando non nasce il figlio. Quando iniziano i travaglia la donna si allontana nel bosco e partorisce seduta o a carponi. Nel frattempo il padre nella sua capanna imita i lamenti e i crampi della partoriente e in questo modo caccia via dalla moglie e dal naonato gli spiriti cattivi.
Anche i popoli slavi hanno molte tradizioni e costumi curiosi. Ad esempio quando il bambino fa il primo passo si celebra un rito popolarmente chiamato “il taglio dei legami”: si esegue con l’ausilio di una forbice che taglia un filo immaginario che lega i piedi del bambino in modo che questo non possa imedirgli di camminare. Inoltre si consiglia di non tagliare i capelli al bambino finché non raggiunge un anno di età.
Secondo le leggi di Bibbia la donna che ha partorito rimaneva per 7 giorni dopo il parto impura e in seguito altri 33 giorni lei non si poteva avvicinarsi agli oggetti sacri e reliquie. Se nasceva una femmina i tempi si raddoppiavano: la donna veniva considerata impure per 2 settimane e rimaneva in stato di purificazione per 66 giorni.
Dopo un accurato studio del processo di parto nella Bibbia gli studiosi sono giunti alla conclusione che le donne ebree partorivano su una sedia “mashbere” oppure in ginocchia del marito. Una settimana prima del parto dalla donna incinta venivano le amiche chiedendo un destino felice per il futuro bambino.