La commercialità della maternità surrogata: la maternità ha perso il suo valore secolare?

Il diritto dell’essere umano alla procreazione è tra i diritti fondamentali e integranti che esso possiede fin dalla nascita. Qualsiasi persona aspira ad avere figli e questo desiderio è del tutto naturale. Man mano che la civilizzazione si evolve, cambia anche il paradigma di procreazione.  Prima si usava concepire figli solo dopo il matrimonio e quelli illeggittimi (ossia nati da genitori non coniugati) venivano schifati e descriminati. Questa descriminazione riguardava ugualmente i genitori dei figli illegittimi. L’istituto della famiglia di recente si è evolto notevolmente. Molto spesso i concetti della “famiglia” e del “matrimonio” non designano più la stessa cosa. Il numero di persone che, per diverse ragioni, non vogliono più sposarsi (e questo fenomeno si va via via diffondendo) è cresciuto mentre la voglia di avere figli è rimasta. Ma anche questo aspetto ha subito dei cambiamenti. Oggi sempre più spesso i dottori diagnosticano l’infertilità, sia femminile che quella maschile, ovvero l’incapacità di concepire figli in modo naturale.

L’evoluzione riguarda non solo l’istituto della famiglia ma anche i metodi di concepimento. La maternità surrogata (la MS) si è rivelata un’unica chance di avere figli geneticamente nativi per tutte le coppie infertili. Attualmente solo alcuni paesi del mondo hanno approvato tale metodo secondo le norme di legge. L’Ucraina è uno di quei pochi paesi europei dove la maternità surrogata è assolutamente legale. Dal punto di vista giuridico il trattamento può essere effettuato solo quando è stata asportata un’infertilità assolutà ossia quando non ci sono più possibilità di concepire un figlio in modo naturale. Per sostenere il classico istituto del matrimonio la legge ucraina permette di usufruire di tale programma della PMA solo alle coppie ufficialmente coniugate ed eterosessuali.

Ogni anno sempre più persone che soffrono di infertilità si rivolgono a centri specializzati. Il problema riguarda ugualmente sia le donne che gli uomini. Come conseguenza, negli ultimi anni la maternità surrogata è diventata una procedura popolare a cui ogni anno ricorrono migliaia di coppie di tutto il mondo. La MS talvolta suscita le emozioni diverse: le coppie infertili la vedono come un’unica salvezza, invece gli altri la pensano come una barbarità. La maggior parte delle discussioni riguarganti la maternità surrogata verte sul cosìdetto conflitto tra le tre parti: i genitori genetici, la madre surrogata e il nascituro.

In sostanza la maternità surrogata è un semplice affare commerciale il quale, però, non è permesso in tutti i paesi. Così la maternità surrogata è illegale in Austria, Germania, Francia e in molti altri paesi dell’Unione Europea. Molte persone rimangono profondamente sconvolte quando sentono le storie di MS e credono che ricorrendo a questa tecnica di PMA si rovini quel valore eterno e profondo dei concetti come madre e figlio, maternità, concepimento, allattamento al seno e molti altri.

La sociologa Amrita Pande che ha scritto il libro “Utero in lavoro: maternità surrogata transnazionale commerciale in India” (“Wombs in Labor: Transnational Commercial Surrogacy in India”) sostiene che la gravidanza sia “una fatica atroce” e che essere incinta sia un vero lavoro. Mentre sorgono discussioni sempre più accese sull’argomento della maternità surrogata, l’autrice del libro propone di non vietarla, ma imparare a praticarla correttamente. Dal punto di vista di Pande sono appunto le madri surrogate che per prime devono lottare contro lo steriotipo assai diffuso di essere “un contenitore monouso privo di sentimenti” invece di degne lavoratrici e madri. Ed in effetti durante l’intervista la sociologa ha detto che il divieto di maternità surrogata non risolve il problema ma fa soltanto spostare il mercato in altri paesi o far sbocciare il mercato clandestino. Pande crede che la soluzione migliore sia la decisione di non vietare a lungo termine la maternità surrogata, ma modificare le leggi in modo tale che la gente non debba andare fuori dal proprio paese per cercare una madre surrogata oppure non persegiure le persone che l’ha fatta. Nel suo libro Pande presenta “il modello internazionale di maternità surrogata basata sulla trasparenza dei tre parametri: la modalità di pagamento, i trattamenti medicali e le relazioni che si istituiscono durante la gravidanza surrogata”. La sua proposta dovrebbe prevenire lo sfruttamento delle donne. Ancora una volta lei mette a fuoco il fatto che la maternità surrogata è un lavoro e che i lavoratori devono avere la possibilità di discutere la propria retribuzione, l’assistenza medica e di poter influenzare le decisioni riguardanti il loro ruolo nei confronti dei presunti genitori e dell’andamento stesso del programma.

Infine arriva un ottima notizia che potrebbe cambiare e sostituire la pratica della maternità surrogata: in Svezia una donna 36enne ha partorito dopo il trapianto dell’utero. È il primo caso di parto riuscito dopo il trapianto dell’utero donato. Può darsi che nel futuro l’utero donato sostituirà la maternità surrogata e le donne infertili saranno capaci di portare avanti la gravidanza e partorire senza dover ricorrere al servizio di una madre surrogata.