«Il rischio è quello di allontanare dal concetto di salute quello di fertilità – commenta il professor Andrea Salonia, andrologo e urologo presso l’Ospedale San Raffaele di Milano, direttore del San Raffaele Urological Research Institute (URI) -: noi stiamo cercando di dare come messaggio quello che l’uomo infertile ha bisogno di un medico che lo segua perché è tendenzialmente un soggetto meno sano di un altro. È come se avesse un’età biologica di 20 anni in più e se questo strumento si dovesse sostituire alla figura del medico, cioè dovesse diventare un “secondo internet”, a quel punto questo modo di procedere sarebbe più dannoso che utile».
Si può rimediare
L’aspetto positivo invece è parlare dell’infertilità maschile. «Se scopro di avere un problema e questo mi porta a rivolgermi a un urologo, ben venga il test – dice il dottor Salonia – , perché potrò scoprire che esistono cause di malattia in parte curabili per questa condizione. Inoltre c’è una connessione con gli stili di vita che è importante: l’abuso di sostanze, il fumo di sigaretta (il primo fattore di rischio) e anche l’alimentazione possono influire sulla fertilità maschile. Inoltre molti papà sono “incompiuti” perché arrivano tardi a chiedere un aiuto medico. Se questo test mette in evidenza il problema è un buon passo avanti».
7 uomini su 100 infertili
Oggi gli uomini per esaminare la loro fertilità devono far analizzare lo sperma recandosi in ospedale o in centri specializzati e fornendo un campione e i tempi di attesa della risposta non sono brevissimi. Ci sono 45 milioni di coppie nel mondo con problemi di fertilità e si stima che nel 40% dei casi il “problema” sia maschile. In Italia gli uomini infertili sono 7 su 100.
Fonte, http://www.corriere.it/salute/17_marzo_22/test-lo-smartphone-misura-casa-fertilita-dell-uomo-dfe4e06c-0ef6-11e7-b19a-5283fae0a63e.shtml?refresh_ce-cp